Pioniera dei blog di cucina, quando in Italia i foodblogger si contavano sulle dita di una mano, o quasi, Sigrid Verbert, belga di nascita ma romana di adozione, ha abitato in tante parti del mondo e vissuto tante vite: dal Belgio al Giappone, da New York a Roma, è autrice di libri di cucina, giornalista, ispiratrice di ricette e metodi per lo svezzamento, fotografa e, appunto, food blogger: il suo blog, Cavoletto di Bruxelles, risale al 2005, e per chi è appassionato di cucina ha rappresentato un punto di riferimento indiscusso, uno sguardo innovativo al mondo gastronomico. Al punto che, ancora oggi, sebbene fermo da tempo, non si fa nessuna fatica a trovare qualcosa di nuovo, di originale da leggere e sperimentare. Il blog è fermo perché oggi Sigrid è un’artigiana ceramista.
Sigrid è nata in Belgio, da sempre appassionata di letture e libri, ha una laurea in filologia romanza e un passato nel giornalismo a Bruxelles, nella redazione di Le Soir. Risale a quegli anni la scoperta del piacere di cucinare insieme all’allora fidanzato italiano: questi gli ingredienti che la portano a Roma, dove ha seguito un master in comunicazione enogastronomica presso il Gambero Rosso, prima di iniziare l’avventura del blog, durata dieci anni. Poi la pausa americana, tre figlie e un ritorno a Roma alcuni anni fa, con una valigia piena di sogni e progetti nuovi.
La sua passione per la ceramica è nata per caso: «In passato mi occupavo anche di foodstyling e avevo una folta collezione di stoviglie, poi un giorno mi sono quasi per caso resa conto che i piatti che più mi piacevano erano fatti a mano e che si poteva imparare a fare ceramica. Sono rimasta affascinata dall’idea che si potessero fare con le proprie mani oggetti così belli e duraturi».
Era la sua fase newyorkese, l’arrivo della seconda figlia, una concomitanza di eventi che le hanno rivoluzionato la vita, e le passioni: «Ci siamo trasferiti a New York e per quanto inizialmente abbia continuato a lavorare al blog, ero molto distratta da tutti quei sapori e colori nuovi, poi è arrivata la mia seconda figlia, sicché il tempo e l’energia hanno iniziato a scarseggiare. Semplicemente è arrivato un momento in cui avevo soprattutto voglia di vivere la mia vita, lì, senza dover pensare a ricette e post quotidiani».
Sigrid dice di essere incostante, perché vive di passioni nelle quali investe moltissimo, «Non sono di quelle persone che riescono a fare le stesse cose per 30 anni. E quindi dopo 10 anni di ricette un po’ di logorio purtroppo si avvertiva».
A New York ha deciso di far visita a uno studio di ceramica «A pochi isolati da casa mia, su Broadway, mi sono iscritta a un corso e dopo poco tempo passavo lì tutti i miei pomeriggi, a esercitarmi al tornio, a lavorare sui miei piccoli progetti e a chiacchierare di tecniche e altro con la folta e variopinta fauna che frequentava lo stesso studio».
Oggi Sigrid, tornata a vivere a Roma, ha uno studio/laboratorio di ceramica in zona San Pietro, dove trascorre buona parte delle sue giornate, in mattinata, «fino alle 14 o le 16, in base ai giorni e agli orari scolastici delle bambine», nel pomeriggio, compatibilmente con «gli sport e le attività doposcuola, la preparazione della cena e i compiti e gli esercizi di musica delle mie figlie. Dopo aver messo le bambine a letto mi capita spesso di tornare in studio per un’ora o due, per rifinire i pezzi fatti al mattino, per sistemare se ho lasciato del caos nel pomeriggio o per fare dei pacchi».
Lo studio ormai ha preso forma e spessore. E i clienti non mancano: «Diversi miei clienti mi seguono da un po’, mi hanno conosciuta foodblogger, spesso hanno i miei libri, e mi hanno seguita nell’avventura ceramista; sono loro enormemente grata. Poi ci sono gli appassionati di ceramica che magari mi hanno trovata su Instagram ma che non necessariamente mi conoscono come “Cavoletto”. Infine, da quando ho aperto lo studio accessibile al pubblico, arrivano anche turisti appassionati di ceramica (scandinavi e americani soprattutto), persone che – come faccio io – quando viaggiano vogliono portarsi a casa un pezzo realizzato in loco. E poi le persone del quartiere, che magari ti chiedono di realizzare una targhetta segnalando di stare “attenti ai mici 2per la porta di casa, un piattino per l’oliera di sempre o una decorazione per la cameretta dei bimbi».
Il legame con la cucina continua ad animare le sue attività, del resto, sostiene, «Il modo stesso in cui la ceramica viene preparato ricorda molto la cucina: si impasta l’argilla, certe volte la si stende col mattarello, uso spesso anche taglia-biscotti per ottenere delle forme sagomate, gli smalti si assemblano seguendo vere e proprie ricette, e poi ovviamente c’è la cottura in forno. Tecnicamente ci sono molti punti di intersezione, specialmente con cose come le torte decorative. Però il vero legame forse si trova un pochino più in profondità: da sempre il cibo si cuoce e si mangia in cocci di terracotta modellati a mano. La ceramica è la compagna naturale, ancestrale del cibo; se il cibo è fresco e vivo, la ceramica fatta di polveri che vengono tutte dalla crosta terreste, è intensamente organica. Penso che mangiare in oggetti fatti a mano renda l’esperienza gustativa e sensoriale più intensa e più autentica, più piacevole anche. E non bisogna essere un “connaisseur” per capirlo: basta tenere in mano una ciotola fatta a mano e una ciotola industriale, fatta con lo stampino, la differenza si sente intuitivamente».
Continua a farsi guidare dal suo istinto, Sigrid, coraggiosa a rivedere il suo legame con blog e social nel momento in cui i food influencer restano delle star indiscusse, per costruire un rapporto con la sua quotidianità improntato al semplice desiderio di voler vivere più autenticamente la sua vita: «Ci sono cose che sono nell’aria del tempo e, che fossero i foodblog nel 2005 o la ceramica cinque anni fa, in qualche modo capita che annuso qualcosa che mi è affine e che mi piace e poi cerco di portarlo avanti».
Ed ora? «Per il momento il mio progetto è di portare lo studio alla sua velocità di crociera, il che comporterà da un lato lavorare sulle mie ceramiche personali ma anche continuare a sviluppare corsi e workshop per bambini e adulti. In questi anni di attività abbiamo già accolto tante persone desiderose di imparare a modellare l’argilla, di giocare con la propria creatività: ognuno di loro porta un suo bagaglio di aspirazioni e di gusti, una propria energia nuova e diversa ed è un aspetto di questo lavoro che sinceramente non sospettavo potesse essere così stimolante e bello, sono molto felice della piccola tribù variopinta che si sta creando intorno allo studio! Quindi fra i progetti c’è di continuare a inventare cose – che siano corsi o oggetti – entusiasmanti da realizzare e proporre. E poi ci sono le collaborazioni con gli chef per elaborare insieme piatti e contenitori per l’uso in ristorante, un esercizio a quattro mani che mi piace moltissimo».