Un colpo basso per la comunità sportiva milanese. La rinomata scuola di boxe “Forza e Coraggio”, guidata dal maestro Vincenzo Ciotoli, potrebbe chiudere dopo vent’anni di attività dedicati al pugilato. Senza alcun preavviso, il Consiglio direttivo della storica società sportiva milanese di via Gallura 10, una vera e propria istituzione cittadina sin dal 1870, ha comunicato alla sezione pugilistica della palestra la decisione di smontare ring, sacchi e tutto l’equipaggiamento. Il motivo alla base della decisione della società di chiudere la scuola di boxe sembra essere la necessità di costruire un nuovo campo da tennis, proprio negli spazi oggi dedicati al pugilato, poiché si ritiene che possa generare maggiori entrate.
La concessione comunale pluriennale dell’impianto di via Gallura scadrà fra poco più di due anni, e non vi sono certezze riguardo al suo rinnovo. Tuttavia, la sezione pugilistica ha dimostrato di avere un valore sociale significativo nel quartiere Vigentino di Milano, offrendo supporto anche ai giovani con difficoltà. La chiusura della sezione potrebbe privare il quartiere di un importante punto di riferimento.
L’annuncio della chiusura ha sorpreso tutti coloro che hanno attraversato le mura della palestra. Fondata all’interno dell’Associazione Forza e Coraggio, la struttura ha rappresentato una vera e propria fucina di campioni e un punto di riferimento per chiunque desiderasse avvicinarsi al mondo del pugilato. Vincenzo Ciotoli, uno dei pochi docenti di tecnica e di tattica della Federazione pugilistica italiana, ha dedicato la sua vita all’insegnamento della disciplina e alla formazione di giovani pugili, sia sul piano tecnico sia umano. Il suo approccio basato sulla disciplina mentale, il rispetto e l’attenzione alle esigenze individuali, ha plasmato una generazione di allievi, alcuni dei quali sono diventati protagonisti di importanti competizioni nazionali e internazionali.
Tra gli allievi spiccano nomi di rilievo come il supermedio Luciano Lombardi, Michele Esposito e Laze Suate, solo per citarne alcuni. Ma soprattutto l’ex campione italiano Welter Antonio Moscatiello, che in una recente intervista per QN ha dichiarato: «Se non ci fosse stata la palestra “Forza e Coraggio”, mi sarei perso. Sarei diventato uno spacciatore probabilmente, come altri ragazzi del mio quartiere».
La scuola di boxe ha avuto un impatto significativo sulla comunità locale. «Io dico sempre che faccio l’assistente sociale», scherza il maestro Ciotoli parlando dei suoi allievi. Numerosi ragazzi in situazioni difficili, molti dei quali minorenni, hanno trovato nella palestra un rifugio sicuro dove canalizzare le proprie energie e sviluppare una disciplina mentale e fisica. «Ho avuto un ragazzo di 16 anni, un gigante alto 1,90, con rabbia repressa e comportamenti distruttivi. La madre, preoccupata per il suo comportamento, è venuta a chiedermi aiuto. Le ho suggerito di farlo provare con il pugilato, perché sapevo che sarebbe stata una via per aiutarlo a canalizzare la sua energia in modo positivo. Con grande umiltà, il ragazzo ha iniziato ad allenarsi presso la nostra palestra. Dopo tre mesi, la madre è tornata da me, questa volta con gli occhi lucidi di gioia e riconoscenza. Mi ha raccontato come suo figlio fosse cambiato, diventando più calmo e concentrato. Il pugilato gli ha insegnato la disciplina e il controllo di sé, e finalmente è riuscito a esprimere la sua rabbia in modo sano durante gli allenamenti», racconta Ciotoli.
In quasi vent’anni di attività, la sezione pugilistica della “Forza e Coraggio” ha mantenuto l’equilibrio finanziario, riuscendo a sostenersi senza appesantire il bilancio dell’associazione. Ma ora sembra che questa bella storia sportiva possa giungere al termine. La cosa che più colpisce lo staff della scuola di boxe è che la “Forza e Coraggio” non ha fornito un adeguato preavviso riguardo alla sua decisione, pur legittima, intimando a Ciotoli e i suoi che avrebbero dovuto sgomberare la palestra entro i primi di agosto. E le richieste di dialogo sono rimaste inascoltate dal consiglio amministrativo della palestra, generando disappunto e frustrazione tra gli insegnanti e gli allievi.
Ma la comunità del pugilato milanese non è rimasta indifferente e ha reagito con solidarietà alla notizia, manifestando il proprio sostegno alla scuola di boxe. Numerose istituzioni e atleti hanno espresso il desiderio di trovare una soluzione che consenta alla scuola di proseguire la propria attività senza dover cambiare sede. Il Municipio 5 ha presentato una mozione congiunta in cui si faceva presente che «seppure sia comprensibile l’intenzione di voler massimizzare le entrate e il profitto, tuttavia si pensa che tali legittime strategie non dovrebbero avvenire a discapito di un luogo storico e con funzione di presidio sociale, educativo e sportivo». Anche l’assessora allo Sport della giunta comunale Martina Riva è intervenuta, mettendo in piedi un tavolo tecnico per cercare di trovare una soluzione. I tecnici del comune hanno fatto una ispezione nella struttura per verificarne le condizioni.
Nonostante l’incertezza del momento, le speranze di Ciotoli e dei suoi allievi non si sono ancora spente. Tutto si giocherà tra lunedì 31 e martedì primo agosto, quando il Comune di Milano incontrerà il concessionario provando a far valere le ragioni sociali della scuola di boxe. E si ipotizza anche l’arrivo di qualche mecenate disposto a rilevare e risistemare la struttura.
Per Ciotoli la passione per il pugilato e il desiderio di continuare questa avventura insieme rimangono inalterati: «La speranza è che si possa trovare un accordo che permetta di salvaguardare questo importante luogo di formazione e crescita per i giovani». Milano attende con ansia una soluzione positiva che permetta a questa preziosa realtà sportiva di continuare a essere un faro di speranza per la periferia della città.