Stamattina il Washington Post, almeno nella sua edizione online, apre così: «Alluvioni, incendi e ondate mortali di calore sono il campanello dall’arme di un pianeta in bilico». Anche Politico Europe, pur con alle spalle il summit Nato di cui ancora oggi si parlerà diffusamente, ha nei suoi tre pezzi più in risalto un titolo del genere: «Gli scienziati stanno impazzendo per le temperature in aumento, perché i politici no?»
Da queste parti, i media hanno fatto le card sulla giornata più calda di sempre, ogni volta che ricapita. Con quella postilla, ridicola, sul fatto che la statistica si riferisca al periodo «da quando sono cominciate le rilevazioni». Ecco, per una mattina allineiamoci ai giornali internazionali, partendo da alcuni dati di fatto: in Vermont, non volessimo ricordarci dell’Emilia-Romagna, in due giorni è caduto il volume di pioggia che di solito cade in due mesi.
India e Giappone sono alle prese con alluvioni. I roghi in Canada avranno pure colorato come un filtro Instagram il cielo delle città americane, ma le loro nubi erano tossiche. A causa degli effetti del cambiamento climatico, giornate sulla carta miti sono attraversate da ondate di calore; i temporali diventano tempeste.
Il World Weather Attribution network, citato dal giornale americano, ha contato a partire dal 2015 dozzine di uragani, eventi siccitosi e alluvioni che sono stati aggravati da cause antropiche. In primavera la temperatura media degli oceani ha toccato un nuovo picco ed è ancora un grado più alta di quella stagionale. L’anno scorso, pure le emissioni globali di anidride carbonica hanno raggiunto un nuovo picco.
Perché la politica è distratta? Si chiede Politico. Certo, il vertice di Vilnius – nelle sue conclusioni finali – ha scritto che il cambiamento climatico «è una sfida determinante con un profondo impatto sulla sicurezza degli Alleati». Nelle stesse ore però, per non affossarla di fronte al «fuoco amico» del Ppe, il Parlamento europeo annacquava la proposta di regolamento sul ripristino della natura.
Poi tornerà l’allarmismo dei tg sulla calura «senza precedenti», sullo «state in casa». Ogni estate rischia di essere la più calda della nostra vita, e la più fresca rispetto alle successive. Ma noi avremo fatto una card sui social.