Fuori dall’ombraIl nuovo ruolo in FdI non è arrivato perché sono sorella della premier, dice Arianna Meloni

Intervistata dal Corriere della Sera, la nuova responsabile della segreteria politica politica del partito risponde alle polemiche sul suo nuovo lavoro, parla dei possibili mugugni all’interno del partito e dei consigli che le ha dato la presidente del Consiglio

Lapresse

«In questo ultimo anno sono cambiate talmente tante cose, ci siamo assunti responsabilità enormi, tanti di noi sono impegnati in ruoli di vertice, di tutte le cosiddette aree interne della destra. Oggi c’è la fila di persone che si propone, chiede incarichi, con fin troppo entusiasmo… Ma sono in grado? Non stiamo giocando, qui si lavora per l’Italia». Intervistata da Paola Di Caro per il Corriere della Sera, Arianna Meloni parla del suo nuovo incarico e gli impegni presi con Fratelli d’Italia. Non solo quelli più recenti: la sorella della premier ha quarantotto anni e da trentuno è militante a destra, prima nel Movimento sociale italiano, poi in Alleanza nazionale, poi nel Popolo delle libertà, oggi in Fratelli d’Italia.

Nella sua conversazione con il Corriere risponde a qualche domanda sulle polemiche che riguardano lei o il suo partito, si definisce un soldato (quando parla di una possibile candidatura alle Europee: «Preferirei di no, ma sono un soldato»), dice che le piace stare dietro le quinte ma adesso accetta un ruolo di maggior visibilità.

Sul lavoro che è chiamata a fare adesso, con la nomina al dipartimento Adesioni e segreteria politica di Fratelli d’Italia, dice: «È un ruolo importante, lo so, ma chi mi conosce sa che è quello che ho sempre fatto. Con contratti da precaria alla Regione Lazio, sempre lo stesso genere di contratto, senza evoluzione di carriera, stesso stipendio».

Per lei però il fatto che adesso la carica sia interna al partito della sorella, in cui peraltro milita anche il compagno Francesco Lollobrigida, oggi ministro dell’Agricoltura, non vuol dire che Fratelli d’Italia sia diventato familistico. «Mi iscrissi al Msi che avevo 17 anni, ho fatto di tutto: attaccavo i manifesti, contattavo i militanti, organizzavo gli eventi, poi via via ho preso a tenere i contatti alla Regione Lazio con i nostri vari eletti o candidati, più recentemente nel partito, che cresceva… Insomma, politica a tempo pieno». E se non ha mai avuto ruoli con la visibilità di ora, aggiunge la sorella della premier, è perché «non mi interessa apparire, ma lavorare: credo di saper fare alcune cose con serietà e passione, e posso farle anche al partito, mettendole a disposizione in un momento così frenetico e delicato. Tutte le nostre figure politiche più esperte credo che debbano necessariamente mettersi a regime, ponendo al primo posto la necessità di lavorare per un bene maggiore sacrificando se occorre un bene minore. Tradotto: nel mio caso, rinunciare a quel cono d’ombra che a me è sempre piaciuto tanto».

La nomina di Arianna Meloni però ha fatto storcere il naso a qualcuno all’interno del partito. Perché è fin troppo facile pensare a una corsia preferenziale per chi è sorella o compagna di. Una fetta del partito, quella che fa capo a Fabio Rampelli, avrebbe chiesto il congresso. Ma per la sorella della premier i rapporti tra i membri di Fratelli d’Italia non dovrebbero permettere questi mugugni: «Siamo davvero un gruppo che è non solo partito ma un legame di vita. Su certe cose ci rido su. In Fratelli d’Italia non esistono gruppi o correnti definite, si è creato un caso sul nulla, per dichiarazioni di singoli parlamentari. Se uno con la storia di Rampelli volesse chiedere un congresso, lo farebbe in prima persona: non è accaduto. Anche perché non si è capito a che servirebbe oggi un congresso: c’è una leader indiscussa, la linea politica è condivisa, lo spazio per lavorare c’è in tantissimi ruoli e organismi».

X