Il governo insiste sulla possibilità di un compromesso con la Commissione europea sulla modifica del Patto di stabilità. I contatti in vista del prossimo Ecofin, a settembre, continuano. Palazzo Chigi rivendica di non essere isolato in Europa, cita le rimostranze di una serie di Stati membri, «compresi Francia e Spagna». Altri Paesi, Polonia e Repubbliche Baltiche, chiedono di escludere le spese militari: Roma vorrebbe lo scorporo degli investimenti su green e digitale, oltre a quelli per la Difesa.
È la posizione del ministro Giancarlo Giorgetti. Ogni capitale sembra attribuire un significato diverso al confronto con Bruxelles. La Germania punterà su regole più stringenti e rigoriste. La norma sul deficit entro il tre per cento del prodotto interno lordo è destinata a restare: non si allargheranno, quindi, le maglie per la prossima legge di bilancio, che preoccupa la maggioranza.
A rischiare, in futuro, procedure d’infrazione per il deficit eccessivo, oltre al nostro Paese, anche Francia, Spagna, Belgio, Malta e Slovacchia, ma se ne parlerà dopo le prossime elezioni europee, in calendario a giugno 2024. Secondo il Corriere della Sera, Giorgia Meloni deve sperare nei suoi «tradizionali avversari politici».
Tra questi, Frans Timmermans, che si è dimesso dalla Commissione per guidare un’alleanza verde-laburista alle elezioni olandesi. Solo un suo successo (al momento ha un lieve vantaggio nei sondaggi) potrebbe sfilare L’Aja alla lista dei «frugali». Se vincesse l’ex vicepresidente con delega al Green Deal, l’Italia avrebbe una sponda in più nel negoziato, mentre l’erede di Mark Rutte, Dilan Yesilgöz apre agli apparentamenti con la destra.
Un altro interlocutore potrebbe essere Pedro Sánchez: nonostante l’incarico di provare a formare un governo per primo sia andato al leader del Pp, Alberto Nuñez Feijóo, in quanto vincitore delle elezioni del 23 luglio, il centrodestra non ha i numeri in Parlamento. Sánchez può rivendicare i 178 voti (la maggioranza assoluta è a 176), grazie al sostegno dei catalani di Junts, con cui il Psoe ha conquistato la presidenza della Camera.
Meloni è entrata nella campagna elettorale iberica, schierandosi con Vox, ma – per gli «affari correnti» o da premier confermato – sarà Sánchez a gestire un pezzo significativo della presidenza spagnola dell’Ue, con cui Roma dovrà confrontarsi. C’è una data per il primo Consiglio dei ministri dopo le ferie: lunedì 28 agosto, quando comincerà la discussione sulla manovra di Bilancio del 2024.
Intanto, la premier si è scontrata con la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha parlato di «legge disumana» e «crudeltà» per l’ennesimo fermo amministrativo di una nave della ong Open Arms. «Per aver salvato più vite umane di quelle “autorizzate”: il decreto del governo Meloni costituisce il reato di solidarietà», ha detto Schlein dalla Festa dell’Unità di Reggio Emilia.
Con la difficoltà di molte città a gestire gli arrivi di migranti, soprattutto i giovani non accompagnati, la segretaria dice di rifiutarsi di chiamare la norma «decreto Cutro per rispetto di quei novantaquattro morti». Ancora: «Avevano promesso di chiudere i porti e che avrebbero costretto l’Europa a cambiare le regole sui migranti. Che cosa hanno ottenuto? Niente».
«Facciamo applicare leggi e principi che esistono da sempre in ogni Stato: non è consentito agevolare l’immigrazione illegale e favorire, direttamente o indirettamente, la tratta di esseri umani – le ha risposto Meloni –. Solidarietà è fermare i viaggi della speranza e le morti in mare. Perché contribuire ad arricchire chi organizza la tratta degli esseri umani non ha nulla a che fare con le parole solidarietà e umanità».