Oggi a Gedda iniziano i colloqui per trovare una soluzione all’invasione russa in Ucraina. L’Arabia Saudita ospiterà, infatti, degli incontri per discutere la situazione del conflitto e un possibile piano di pace, a cui parteciperanno, oltre agli Stati occidentali, anche i principali Paesi in via di sviluppo, tra cui India e Brasile, e l’Ucraina. Lì il presidente Volodymir Zelensky riproporrà la sua Peace Formula, presentato per la prima volta nel G20 in Indonesia, a novembre 2022. Si tratta di un programma in dieci punti finalizzato, come riporta il suo Playbook, a un duplice scopo, cioè «garantire una pace completa, giusta e sostenibile in Ucraina e assicurare la sicurezza globale».
Nel piano si pretende, innanzitutto, la ricostituzione dell’integrità territoriale dell’Ucraina e dell’ordine mondiale, compreso il ritiro delle truppe russe e la totale cessazione delle ostilità, come anche il ripristino della giustizia. La Formula si proietta anche verso una prevenzione dell’escalation della guerra e di una potenziale futura aggressione. Inoltre, Zelensky richiede il rilascio dei prigionieri di guerra e delle persone espulse, inclusi i bambini deportati in Russia, come denunciato da numerose ONG e lo stesso Consiglio Europeo.
Il programma si focalizza, poi, sul tema della sicurezza nucleare e dalle radiazioni, puntando in particolare al restauro della sicurezza intorno alla più grande centrale nucleare d’Europa, quella di Zaporizhzhia. Il presidente ucraino, inoltre, riserva uno spazio alla questione ambientale e alla prevenzione dell’ecocidio, con particolare attenzione allo sminamento e al ripristino degli impianti di trattamento delle acque. La tutela dell’ambiente nell’ambito dell’invasione russa ha attirato l’attenzione internazionale soprattutto a seguito del disastro ecologico dovuto al collasso della diga di Kakhovka, lungo il fiume Dnipro in Ucraina, a causa di un’esplosione il 6 giugno 2023.
Oltre alla sicurezza energetica, la Formula dedica uno spazio anche a quella alimentare, inclusa la protezione e la garanzia delle esportazioni di grano da parte dell’Ucraina, che, come riportano le Nazioni Unite, corrispondono a circa l’ottanta per cento del grano distribuito nel mondo dal World food programme. A luglio la Russia si è, infatti, rifiutata di estendere l’accordo del grano con l’Ucraina avviato un anno fa, il 21 luglio 2022. L’iniziativa, assicurando alle navi di cereali ucraini di lasciare i porti del paese affacciati sul mar Nero e raggiungere così paesi a basso reddito, era finalizzata a contenere la crisi alimentare in cui sta versando il mondo. Il rifiuto di Putin di mantenere questo accordo, come riporta Reuters, presumibilmente innescherà un aumento del venti per cento dei prezzi dei cereali e aggraverà l’insicurezza alimentare di diversi paesi.
Discutendo la Peace Formula durante vari viaggi diplomatici nei mesi a seguire il G20, Zelensky ha esortato numerosi leader mondiali a tenere un vertice per discutere i punti del suo programma. In particolare, a dicembre, il Presidente ucraino ha chiesto ai governi delle nazioni del Gruppo dei Sette (G7) di affrontare il piano da lui proposto «nel suo complesso o anche solo alcuni punti specifici». Kyjiv specifica, infatti, che l’adesione a uno o più punti non obbliga ad aderire all’intero piano. L’Ucraina propone che ognuna delle dieci questioni fondamentali su cui la Formula della Pace si focalizza sia coordinata da uno o più Paesi leader, mentre altri Paesi possono partecipare come attori nel processo.
A fine dicembre la Russia ha respinto la Peace Formula, ritenendo che l’Ucraina non fosse ancora pronta per veri colloqui di pace, come dichiarato dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov all’agenzia di stampa statale RIA. Mosca ha insistito, in particolare, sul fatto che Kyjiv dovesse prima accettare l’annessione russa di Luhansk e Donetsk a est, e Kherson e Zaporizhia a sud. Non può esistere un piano di pace «che non tenga conto delle realtà odierne riguardanti il territorio russo, con l’ingresso di quattro regioni in Russia», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Per quanto la squadra diplomatica di Zelensky stia attivamente coinvolgendo il maggior numero possibile di Stati nell’attuazione della Formula e consideri «tutte le iniziative che rispettino l’integrità territoriale dell’Ucraina e non portino al congelamento del conflitto», il piano rimane fedele a un approccio coerente con i principi della Carta delle Nazioni Unite.
Il documento invita, infine, i Paesi che rispettano il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite ad aderire alla Formula di pace ucraina e a individuarne punti su cui sono disposti a collaborare. «Questo sarà un contributo reale non solo alla fine della guerra, la cui portata non è mai stata conosciuta in Europa dopo la Seconda guerra mondiale, ma anche un investimento nella sicurezza dei propri Paesi,» conclude.
La strategia del Presidente Zelensky per l’attuazione della Formula di Pace prevederebbe tre fasi, a partire da una prima più prettamente diplomatica, vale a dire incontri con gli ambasciatori accreditati in Ucraina per discutere ogni punto del piano. Successivamente Zelensky propone riunioni tra consiglieri politici e di sicurezza nazionale per definire nei dettagli le formulazioni e i meccanismi per l’attuazione del piano di pace. Infine, richiede necessariamente l’organizzazione di un Vertice globale per la pace tra i leader almeno entro la fine del 2023.
La prima fase si è già svolta il 27 giugno a Copenaghen, in Danimarca, e comprendeva una discussione di ogni punto della formula proposta con gli ambasciatori stranieri. Proprio sul Mar Rosso in questi giorni sembra che si stiano muovendo i passi successivi verso l’attuazione della Formula di pace, con lo svolgimento della seconda fase. La terza, invece, secondo quanto dichiarato dal presidente ucraino, dovrebbe aver luogo in autunno, con l’organizzazione di un Global Peace Summit al quale parteciperebbero «rappresentanti del Nord e del Sud, dell’Est e dell’Ovest». I prossimi sei mesi si preannunciano così cruciali per la diplomazia ucraina e per aumentare il sostegno nei confronti delle proposte di pace di Zelensky.