Boccata d’ossigenoIl governo vuole riscuotere la terza e quarta rata del Pnrr

Palazzo Chigi spera di ricevere i trentacinque miliardi di euro entro la fine dell’anno. Dopo la domanda di pagamento, la Commissione europea avrà sessanta giorni per fare le sue verifiche: quella più critica riguarda gli studentati

Roberto Monaldo/LaPresse

Dopo il via libera preliminare della Commissione europea, il governo chiama a raccolta le istituzioni per fare il punto sul Pnrr. L’esecutivo tratta con Bruxelles la quinta rata, ha festeggiato il via libera preliminare sulla terza rata da 18,5 miliardi di euro e il placet alle modifiche sugli obiettivi della quarta, da 16,5 miliardi.

I miliardi della terza, è sicuro il ministro agli Affari europei (con delega al piano) Raffaele fitto, «arriveranno ai primi di ottobre». Sul Pnrr c’è stato un valzer di scadenze, con un ping pong tra Palazzo Chigi e Palazzo Berlaymont, l’obiettivo più realistico del governo è quello di incassare anche la quarta entro la fine dell’anno.

Proprio per via della luce verde alle richieste di Roma sulla quarta tranche, dice Fitto, il nostro Paese presenterà la domanda di pagamento. La Commissione ha sessanta giorni, dopo questo passo, per le verifiche. Prima di quella «boccata d’ossigeno», come la chiama Fitto, resta un nodo, di cui scrive oggi il Corriere della Sera.

Si tratta degli studentati. Bruxelles ha accettato che il capitolo fosse spostato dal secondo semestre del 2022 al primo semestre del 2023, dove gli obiettivi salgono quindi da ventisette a ventotto. Ma ora Palazzo Chigi deve dimostrare all’Ue di aver avviato le gare per realizzare sessantamila nuovi posti letto per gli studenti.

La nota dopo la riunione della cabina di regia chiariva che «sul punto è stato ribadito che nei prossimi giorni saranno attivate le misure necessarie ad assicurare la rendicontazione dell’obiettivo specifico». Senza questo passaggio, non sarà possibile sbloccare la quarta rata.

In generale, all’interno del negoziato con Bruxelles, la riduzione degli obiettivi (sono state chieste centoquarantaquattro modifiche) potrebbe comportare un taglio della quinta rata di diciotto miliardi.

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