Palazzo di vetroIl Consiglio di sicurezza dell’Onu sarà inutile finché la Russia avrà diritto di veto, dice Zelensky

Il presidente ucraino propone una riforma che consenta all’Assemblea generale di ribaltare lo stallo attraverso una votazione con la maggioranza di due terzi. La lezione del premier albanese Edi Rama all’ambasciatore di Mosca

Zelensky all'Onu
AP Photo/Craig Ruttle

Alle Nazioni unite, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto una cosa che pensano in molti. Finché al Consiglio di sicurezza la Russia avrà diritto di veto, l’organo difficilmente riuscirà a rispettare la sua missione di risolvere o evitare conflitti in giro per il mondo.

«I soldati ucraini stanno facendo con il loro sangue quello che il Consiglio dovrebbe fare con un votazione», ha detto Zelensky ricordando che «il diritto di veto nelle mani di un aggressore è ciò che ha portato l’Onu alla paralisi». Alla stessa riunione, che ha seguito l’Assemblea generale, ha partecipato anche il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ma i due si sono evitati.

Lavrov è entrato solo dopo il discorso del presidente ucraino. Del Consiglio fanno parte cinque membri permanenti, Stati Uniti, Federazione Russa, Cina, Francia e Regno Unito, che hanno diritto di veto; altri dieci Stati ruotano con un mandato biennale.

Zelensky ha suggerito una riforma che consenta all’Assemblea generale di superare un veto opposto da uno dei membri fissi attraverso una votazione con una maggioranza dei due terzi dei Paesi. Anche se ci fosse la volontà politica di un cambio delle regole, Mosca potrebbe bloccarlo: con un veto.

«Parlando di una riforma, Zelensky prova a trasformare la causa ucraina in una causa globale», ha detto Richard Gowan dell’International Crisis Group al New York Times. Il presidente ritene sbagliati i privilegi accordati a Mosca al collasso dell’Unione sovietica, in quanto sua erede.

Se Lavrov ha ripetuto la solita propaganda, incolpando gli Stati Uniti di aver abbattuto i governi filorussi a Kyjiv, Zelensky ha ribadito le condizioni del suo piano per la pace. La prima è, ovviamente, il ritiro dei soldati russi, ma il Cremlino considera non negoziabili le sue annessioni.

Il premier albanese Edi Rama, che presiedeva la riunione perché al suo Paese spetta la presidenza a rotazione del Consiglio, ha dato una lezione all’ambasciatore russo Nebenzya. Di fronte alle contestazioni procedurali – Mosca non voleva consentire a Zelensky di parlare – Rama è stato lapidario: «C’è una soluzione, se siete d’accordo. Voi fermate la guerra e Zelensky non avrà bisogno di intervenire».