Arianna è una ragazza con le idee chiare. È determinata e sensibile, lieve e di spessore. Ironica, cerca con la sua cucina di mettere insieme queste due anime, portando nel piatto un condensato della sua essenza.
Nel suo regno di Forme, spazio multifunzionale dove si viene per dormire, fare un aperitivo, ma anche bere un calice o fare una sosta dalla città di Brescia, ci si siede per avere un assaggio di futuro.
Una brigata giovanissima, come sempre più spesso accade in queste realtà alternative dove all’ambiente dinamico e vivace si abbina un gruppo di lavoro frizzante e coeso, di colleghi che condividono un obiettivo e lavorano per raggiungerlo, senza però limitare la loro vita a quello.
Questa ragazza solare ci accoglie con il sorriso e ci conquista con la bontà dei suoi piatti sempre vari, sempre meditati, sempre complessi, ma di semplicissima fruibilità.
Niente cerebralismi per chi assaggia, libero di godersi impasti, consistenze, essenze e salse, senza mai doversi porre questioni e dubbi. È tutto autenticamente buono, qui, e creativamente comprensibile. Ci si diverte, in queste stanze coloratissime e tutte diverse, dove mangiare godendosi un servizio mai impostato, seppur professionale e di scuola.
Ci si diverte con i dolci, che concludono con grinta questo pasto che riporta immediatamente ai tanti esperimenti simili che stanno nascendo in tante parti d’Italia, fatti dai giovani che stanno pian piano modificando le sorti della ristorazione italiana. Con un’arma potente: la concretezza. Concretezza che non ha colpito solo noi, che l’abbiamo fortemente voluta per la cena del nostro Festival di Ottobre, ma che ha convinto anche la giuria del Gambero Rosso, che l’ha premiata qualche giorno fa a Roma come miglior chef emergente d’Italia.