Rising starL’irresistibile ascesa di Luca Magliano, guest designer al prossimo Pitti

La prossima edizione della kermesse fiorentina, in programma dal 9 al 12 gennaio, batterà bandiera italiana. Per il designer emiliano, classe 1987, è l’ennesima soddisfazione di un 2023 sulla cresta dell’onda. Ed è solo l’inizio

Courtesy of Pitti Immagine Uomo

La chiusura ideale di un cerchio, che si è iniziato a tracciare cinque anni fa: si potrebbe spiegare così l’arrivo al prossimo Pitti – in programma dal 9 al 12 gennaio 2024 – di Magliano in qualità di guest designer. La ciliegina sulla torta di un anno importante, che ha visto il suo brand assurgere alla fama anche oltre i confini nazionali, è il pubblico riconoscimento da parte di chi ha visto il suo talento prima di molti altri. A spiegarlo è lo stesso Lapo Cianchi, direttore della comunicazione del Pitti Immagine, nella nota stampa ufficiale. 

«Ci sono almeno tre buoni motivi per cui abbiamo proposto a Magliano di sfilare a Firenze, d’accordo con Camera della Moda, come guest designer della prossima edizione di Pitti Uomo. Il primo è che Luca si distingue per la capacità di modellare in maniera originale i canoni culturali e sociali di solito associati alla moda italiana: un elemento centrale in questo senso è la sua inclinazione verso un lavoro realmente collettivo. Il secondo è che ci sembra interessante, quando possibile, scandire periodicamente il tempo – la carriera, l’evoluzione stilistica – dei designer che hanno esordito pubblicamente a Pitti Uomo (Magliano fu vincitore di Who’s Next 2017 e fu a Pitti Italics nel 2018, ndr) e che si sono poi affermati a livello internazionale. Il terzo è che ci piace la persona, la sua generosità e il suo entusiasmo, la sua colta semplicità. Da vero emiliano».

courtesy of Jacopo Benassi

In effetti, la storia “pubblica” del brand bolognese è nata insieme al Pitti. Dopo la vittoria del concorso Who’s on Next del 2017, Magliano partecipò al Pitti con la sua sfilata di debutto “Guardaroba per un uomo innamorato”. L’edizione numero centocinque della kermesse fiorentina batterà quindi orgogliosamente bandiera italiana, dopo aver ospitato nomi del calibro di Martine Rose e Grace Wales Bonner, due tra le donne più rilevanti della nuova generazione di designer. 

Un risultato che il designer classe 1987 ha così commentato: «Pitti è dove il nostro progetto si è manifestato per la prima volta cinque anni fa, con quella enorme montagna di rose rosse che a pensarci adesso mi dà un gran senso di vertigine e di tenerezza: come guardarsi allo specchio dopo tempo e ritrovare le cose importanti, anche se intanto è successo di tutto.  Questo ritorno a casa, da persone a cui vuoi bene e che stimi, mi riempie di gioia. È l’occasione ideale – perché sospesa – per immaginarci al futuro, più Magliano che mai»

Nel backstage della sfilata di Magliano, pe 2023. Foto: Frank Sánchez

Un designer, Luchino Magliano, fondamentalmente romantico, ma poco incline alle autocelebrazioni: a fine sfilata non esce mai in passerella per il classico saluto al pubblico, nella convinzione granitica che quel risultato sia frutto del lavoro di un team, costituito da giovani suoi coetanei. Secondo lui, quindi, non sarebbe giusto raccogliere gli eventuali applausi in solitaria. 

Residente a Bologna, dove vive e opera con il suo brand, la distanza dalla città meneghina non sembra avergli particolarmente nuociuto. A giugno ha infatti vinto il premio Karl Lagerfeld (una sorta di riconoscimento della critica) all’interno dell’Lvmh Prize. Il concorso indetto dall’omonimo conglomerato al lusso, il maggiore al mondo, premia ogni anno i nomi nuovi e più interessanti nel panorama mondiale. La giuria, composta tra gli altri da Silvia Fendi, JW Anderson e Maria Grazia Chiuri, è stata stregata dalla visione personale del designer, capace di parlare della “provincia”, del suo realismo magico e del suo crudo romanticismo, spingendosi dove pochi designer osano, nel terrore di essere considerati come poco “internazionali”. 

Lucio Dalla, l’artista Luigi Ontani, lo scrittore Pier Vittorio Tondelli, ma anche Judy Chicago e le paladine del femminismo: un universo lisergico e straboccante di vita, che popola le passerelle di Magliano, focalizzato sull’abbigliamento maschile. Un risultato, quello della vittoria dell’Lvmh Prize, che lo ha portato all’attenzione della stampa mondiale: di qualche settimana fa, infatti, è la notizia che Magliano è stato inserito nella lista del Bof (Business of fashion, rilevante rivista inglese di settore) dei cinquecento nomi più rilevanti nella moda mondiale. Un anno ricco di riconoscimenti e soddisfazioni, che lascerà spazio ad un 2024 che inizia sotto lo stesso segno, e che lo riporta, idealmente, dove tutto è iniziato.

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