Mi si nota di più se accetto l’invito di Giorgia o se lo rimbalzo ringraziando? Chissà se Paola Cortellesi sta pensando al dilemma morettiano o no. Di fatto però, dopo il no di Schlein, i complimenti a Paola Cortellesi da parte del Presidente del Consiglio per il suo esordio alla regia in “C’è ancora domani” potrebbero rappresentare una gatta da pelare per l’ambiente degli artisti, spesso accusati di affiliazione alla famosa egemonia culturale della sinistra. Giorgia Meloni elogia il film definendolo «coraggioso e stimolante». Fa sapere alla Cortellesi che è entusiasta per il successo e il record di incassi nelle sale italiane. È una prima risposta alla call to action delle donne più attive dell’opposizione a collaborare sulla prevenzione dei femminicidi? O una miccia per nuove polemiche, soprattutto dopo le accuse al governo di voler mettere in prigione le mamme incinte?
Delia, la protagonista del film, non poteva non colpire Giorgia: c’è tutta una romanità popolare, la vita di quartiere tra officine e negozi di passamanerie, ambienti che sono da sempre punto d’orgoglio della leader di FdI. E c’è un tema, l’empowerment femminile, che sembra farla andare oltre la linea politica. Al punto da dichiarare subito dopo la vittoria delle primarie di Elly Schlein: «Ha proprio ragione, se siamo donne in politica non ci vedono arrivare». L’occasione stavolta è la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre. Ci sarà un fronte unico? Difficile da dire, al di là dell’invito.
Ma di certo sappiamo che cosa succede sui social quando cultura, attivismo e schieramenti politici provano a incontrarsi. Qualche caso vecchio e nuovo: Giuseppe Tornatore che nel 2009 sfotte Berlusconi all’indomani della vittoria con Baarìa: «È stato un po’ intempestivo a farmi i complimenti, poteva aspettare ancora po’». Più avanti, quando Giovanni Lindo Ferretti, icona dei CCCP diventa amico di Giorgia e fan di Benedetto XVI si salva dalle polemiche perché tutti lo rispettano, ma di fatto oggi passa la maggior parte del suo tempo in un casale sull’Appennino Reggiano a prendersi cura di animali e anziani isolati dal mondo. Il caso più recente però lascia ben sperare: Chiara Francini e il suo sfogo anti-sinistri ricchi e borghesi che amano i poveri è un manifesto virale che fa un po’ di casino ma poi è compreso e condiviso dai più, proprio a sinistra.
Oggi c’è consapevolezza comune sui numeri in crescita dei femminicidi, sull’incapacità della legge di tutelare davvero le donne e sulla delicatezza da applicare alle vittime di reati che stentano a essere riconosciuti tali. Quella del 25 novembre potrebbe essere una giornata mondiale da non buttare in caciara.