Piano bLa Russia vuole costruire una base navale in Georgia per rimanere sul Mar Nero

Colpita dagli attacchi ucraini, la flotta russa potrebbe rifugiarsi nel porto di Ochamchire, in Abkhazia. Immagini satellitari esaminate dalla BBC mostrano il dragaggio e la costruzione di prime installazioni. Ma il partito di governo “Sogno georgiano” per ora minimizza

LaPresse

Sembra che la Russia non stesse bluffando quando ha fatto trapelare la volontà di costruire una base navale in Abkhazia, una delle due regioni separatiste della Georgia occupate nel 2008 dalle forze russe. Secondo immagini satellitari esaminate dalla Bbc, nel porto di Ochamchire sono in corso attività di dragaggio del fondale e la costruzione delle prime istallazioni. Se la base venisse realizzata, la Georgia diventerebbe un importante retrovia per la flotta russa nel Mar Nero, trovandosi coinvolta contro la sua volontà nell’invasione russa dell’Ucraina. 

Secondo l’Institute for the Studies of the War (Isw), gli attacchi ucraini contro la flotta russa hanno costretto Mosca a cambiare i modelli operativi della marina militare, spostando verso la costa più orientale del Mar Nero alcune navi che avevano come base principale il porto di Sebastopoli nella Crimea occupata. Ciò ha ridotto (ma non eliminato) la capacità russa di interferire con il commercio marittimo ucraino attraverso il Golfo di Odessa. L’Isw ritiene che la Russia sta sviluppando un nuovo modello operativo che fa base sul porto russo di Novorossiysk e sul porto di Ochamchire.

 

L’annuncio della costruzione di una base militare russa nel territorio occupato è del 5 ottobre, quando il leader dell’Abkhazia, Aslan Bzhania, dopo un incontro con Vladimir Putin ha detto di aver firmato un accordo per costruire una base navale russa permanente nella regione separatista. «Tutto ciò mira ad aumentare la capacità di difesa sia della Russia che dell’Abkhazia, e questo tipo di interazione continuerà», disse Bzhania secondo quanto riportato dalla Reuters. «Ci sono anche altre cose, di cui però non posso parlare». Mosca si rifiutò di commentare quella dichiarazione.  

Da allora la notizia è rimasta sullo sfondo, fino alla settimana scorsa, quando la Bcc ha pubblicato immagini satellitari che mostrano che la Russia sta effettivamente costruendo una base nel porto di Ochamchire, dragando il fondale e costruendo nuove installazioni che in base alle analisi degli esperti consentiranno l’attracco di navi fino a tredicimila tonnellate. Ciò non solo alimenta i timori georgiani di essere risucchiati nella guerra in Ucraina, ma solleva preoccupazioni per piani di Tbilisi di costruire una nuova grande infrastruttura sulla costa del Mar Nero, che verrebbe ostacolata dalla presenza così vicina di una base navale russa.

Il nuovo avamposto della flotta russa infatti non sarebbe lontano dal porto con acque profonde che la Georgia vorrebbe costruire ad Anaklia per aumentare la sua proiezione nel Mar Nero, permettendo al paese aspirante membro dell’Unione europea di far parte di un corridoio commerciale trans-caucasico che unisce oriente e occidente attraverso l’Asia centrale e il Caucaso meridionale, aggirando la Russia.

Il porto di Anaklia – la città georgiana più vicina all’Abkhazia – è considerato vitale per incrementare il commercio lungo il cosiddetto Middle Corridor, il percorso più veloce per trasportare merci dalla Cina ai porti europei sul Mar Nero. La Banca Mondiale ha stimato che il corridoio potrebbe dimezzare i tempi di viaggio e triplicare i volumi commerciali entro il 2030. 

Mosca si oppone al potenziamento del porto di Ankalia, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha detto che i sottomarini della marina statunitense potrebbero attraccare in quel porto. Lo sviluppo del progetto Anaklia per ora si è arenato, anche per una questione di competizione di potere interna al mondo economico georgiano, ma Tbilisi insiste sul rilancio, assicurando che i vincitori dell’appalto saranno annunciati a breve. 

Il partito di governo “Sogno georgiano”, accusato di essere filo-russo, minimizza il significato dei piani del Cremlino sull’Abkhazia. Nikoloz Samkharadze, capo della commissione per le relazioni estere della Georgia, ha detto alla Bbc che per costruire la base navale di Ochamchire ci vorranno almeno tre anni, mentre il governo è concentrato «sulle minacce imminenti e non su quelle che potrebbero arrivare in futuro». Come se l’occupazione russa dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud non fosse una minaccia immediata per Tbilisi. Samkharadze ha però definito “assurde” le accuse secondo cui il suo governo sarebbe filo-russo.

«Come diavolo può un governo filo-russo firmare con Bruxelles un accordo di associazione, un regime senza visti, e ottenere lo status di candidato per l’Ue?», ha detto alla Bbc, sottolineando che Tbilisi è obbligata a procedere con cautela nei confronti del suo pesante vicino. «Con la Russia abbiamo avuto tre guerre in trent’anni, non abbiamo l’ombrello di sicurezza della Nato, non abbiamo la solidarietà economica dell’Ue». 

Tuttavia, giovedì scorso il Consiglio europeo ha preso la decisione finale sullo status di candidato della Georgia, riconoscendolo. Migliaia di persone sono scese in strada nella capitale Tblisi sventolando le bandiere georgiane insieme a quella dell’Ue, il palazzo del governo è stato illuminato con i colori della bandiera europea. Il premier georgiano Irakli Gharibashvili si è congratulato con la nazione, affermando che «questa storica vittoria appartiene a voi, al nostro popolo imbattuto, intatto e amante della libertà».

Mosca ha risposto con irritazione alla notizia. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, ha detto che la mossa dell’Ue è stata guidata «dal desiderio di infastidire ulteriormente la Russia». Parole già sentite, parte di un copione che proprio a partire dall’invasione russa della Georgia nel 2008 è stato già visto più volte, e colpevolmente tollerato. Soprattutto dai paesi europei.

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