Siamo all’inizio del 2024, quasi alla fine del secondo anno di guerra, e io devo trovare le parole per scrivere un altro necrologio di un poeta ucraino, ucciso dalla Russia.
Maksym Kryvtsov, nome di battaglia Dalì, poeta e attivista di Euromaydan, arruolato volontario già all’inizio dell’invasione russa nel Donbas nel 2014. Giovane, bello, intelligente, con grande senso dell’umorismo e un gatto che viveva con lui in trincea. Il 6 gennaio, in quella trincea, ha registrato un video mentre leggeva una poesia di Vasyl Stus, il padre della poesia moderna ucraina e il dissidente morto nel campo di concentramento russo nel 1985.
Quel 6 gennaio, Vasyl Stus avrebbe compiuto ottantasei anni, ma il regime russo ha stroncato la sua giovane vita perché era filoucraino. Il 7 gennaio, trentanove anni dopo, lo stesso regime lo ha fatto anche con il trentatreenne Maksym Kryvtsov e sempre perché difendeva l’Ucraina. Sono trentatré anni che ci siamo liberati dal giogo dell’occupazione sovietica, ma da dieci anni il giogo russo continua a minacciare la nostra esistenza. Insieme a Maksym è morto anche il suo gatto rosso, il suo amico di trincea.
Sono ottanta gli artisti ucraini uccisi dalla Russia dall’inizio della guerra su larga scala. La lista è in continuo aggiornamento e si trova sul sito del Pen Ukraine. Quanti artisti russi sono morti in questa guerra? Zero. Quanti artisti russi sono in carcere per aver criticato la guerra e Vladimir Putin? Zero. Quanti artisti russi si impegnano all’estero nei picchetti davanti alle ambasciate russe per chiedere la fine della guerra e assumersi la responsabilità delle azioni del proprio Paese? Uno? Due?
Gli scrittori ucraini vengono silenziati dalla propaganda russa, dalle pallottole russe, dai bombardamenti che rendono l’esistenza nelle città complicata e insopportabile.
Se la Russia vincerà questa guerra, dubito che gli artisti russi contesteranno la vittoria, ne usciranno vincitori insieme all’esercito di stupratori e di ladri delle lavatrici, adattandosi anche questa volta, come hanno sempre fatto.
Il poeta ucraino, invece, non vuole adattarsi al regime occupante: si oppone, contesta e protegge la sua dignità con un fucile o una penna in mano ormai da novanta anni, se calcoliamo dall’inizio del terrore staliniano degli anni Trenta.
Maksym Kryvtsov aveva appena pubblicato una sua raccolta: “Le poesie dalla balestriera”. Sui suoi account social sono rimasti ancora i video dove le legge ai suoi lettori e al suo gatto. La sua poesia aveva una forma lunga, un affresco rimato, una piccola storia raccontata in versi, dedicata ai compagni di trincea, alla vita che lo circondava negli ultimi mesi.
A giugno del 2023, in Ucraina è stata pubblicata una raccolta di quasi cinquecento pagine di poesie intitolata “Tra una sirena e l’altra”, curata dal poeta Ostap Slyvynskyy. Due degli autori proposti in quella raccolta sono stati già uccisi, Victoria Amelina e Maksym Kryvtsov, e su un terzo, Borys Humenyuk, rimane ancora qualche speranza, anche se da mesi non ci sono più notizie su di lui. «Siamo nati dalla catastrofe, da noi si vive brevemente e velocemente senza la possibilità di sviluppare in pieno il proprio talento», ha scritto Ostap nel suo necrologio di Maksym Kryvtsov su Facebook.
Oggi la mia bacheca è un unico necrologio di Maksym Kryvtsov, perché che cos’altro rimane a noi, i poeti ancora vivi, se non tramandare la memoria, raccontare, scrivere e tradurre i morti?
Maksym Kvyvtsov (22.01-1990 – 07.01.2024)
Taras
bucato dalle pallottole
come dalle punture della morte
prima che
i ragazzi invisibili con le uniformi lise
vengano a prenderlo
per portarlo
in un altro campo
seminato di papaveri e fiordalisi
oltre il boschetto
di ciliegi, amarene e meli
ha detto tranquillo e quieto:
così finisce la mia storia.
Una persona finisce
come finisce il pane
in un negozio del quartiere dormitorio
come finisce l’acqua nel rubinetto
quando succede un incidente ai tubi
centrali
come finisce l’estate
come finiscono le forze di un maratoneta
come finisce il giorno
come finisce la luce durante il blackout
come finiscono le pallottole in una battaglia
come finisce una lite tra marito e moglie in cucina
come finisce una conversazione
come finisce un appuntamento
come finisce un viaggio
come finisce il vino nel calice per l’Eucarestia.
Facciamo che
oggi
non metterò un punto alla fine
Traduzione di Yaryna Grusha