Il Marocco sarà uno dei primi nove Stati africani a ospitare progetti pilota italiani all’interno dell’ambizioso Piano Mattei presentato dal governo Meloni nella recente conferenza Italia-Africa. Intervistato da Repubblica, il premier Aziz Akhannouch ha commentato la decisione di Roma di investire nella creazione di un grande centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili: «Il Piano Mattei ha l’ambizione di integrare l’Africa nelle catene globali del valore ed è nostro interesse rientrare nelle catene del valore industriale: progettazione, produzione e consegna dei prodotti nel continente. Per affrontare questa sfida è necessario il coinvolgimento del settore privato, italiano, europeo e africano. Ma questo piano può avere successo solo a condizione che le risorse mobilitate corrispondano effettivamente alle sue ambizioni».
Secondo Akhannouch la principale condizione per il successo di questo piano di partenariato sarà la definizione di un programma efficace, inclusivo «e in linea con le aspirazioni naturali di ciascun Paese interessato. Lo sviluppo deve focalizzarsi sulle popolazioni africane, è cruciale che le risorse vengano usate per rispondere alle esigenze dei cittadini, creando ricchezza e preservando la dignità di ogni cittadino».
Il Marocco al momento è il principale produttore africano di energia rinnovabile e pioniere dell’uso dell’idrogeno verde nel continente grazie alla costruzione del gasdotto Nigeria-Marocco lungo 5.660 chilometri che collegherà tredici paesi africani e in futuro sarà collegato alla condotta Maghreb-Europa che dal nord del Marocco arriva in Spagna. «Abbiamo costruito infrastrutture secondo i migliori standard internazionali, con una connettività aria-terra-mare senza precedenti nella regione: duemila km di rete autostradale, la prima linea ferroviaria di alta velocità in Africa, il più grande porto del continente sul Mediterraneo e presto il più grande sull’Atlantico, nonché quattordici aeroporti internazionali che offrono una capacità di proiezione africana molto significativa. Queste infrastrutture ci hanno permesso di dotarci di industrie efficienti, come quella automobilistica e aeronautica, che sono oggi un punto di riferimento, ma anche di un’agricoltura resiliente e sovrana e di un settore turistico particolarmente attrattivo.
Gli altri paesi africani coinvolti in progetti pilota sono Tunisia, Algeria, Egitto, Costa d’Avorio, Etiopia, Kenya, Repubblica democratica del Congo e Mozambico. Una cabina di regia del governo Meloni si riunirà per la prima volta a febbraio per lavorare ai primi progetti.