Le forze delle tenebre continuano ad attaccare incessantemente gli edifici residenziali dell’Ucraina libera, cioè ad attaccare l’Europa e tutti noi che stiamo al calduccio dei nostri tinelli, con il preciso obiettivo criminale e stragista di uccidere il maggior numero di civili ucraini, prevalentemente donne, bambini e anziani, consapevoli che non dovranno confrontarsi con l’indignazione di nessuna mobilitazione degli utili idioti occidentali, figuriamoci di quell’ente dannoso che si chiama Nazioni Unite, perché entrambi, gli utili idioti e le Nazioni Unite, impegnati a sostenere l’altro fronte dell’attacco dispotico al mondo libero, quello di stampo islamista made in Iran, ospitato in Qatar, e con la partecipazione straordinaria della cosca del Cremlino.
Putin ha perso la guerra scatenata per rinverdire i fasti imperialisti russi: tutti i suoi obiettivi del 24 febbraio 2022 sono falliti, la Nato e l’Europa si sono allargate, chiunque abbia conosciuto il pugno di ferro di Mosca si allontana dalla mafia cremlinica e si avvicina all’Occidente, l’economia russa è allo stremo, una buona parte dei suoi concittadini non ha nemmeno il bagno in casa, i cravattari cinesi sono alle porte e quando arriverà il momento chiederanno il conto. Gli unici amici che sono rimasti a Putin sono gli Ayatollah iraniani che torturano e uccidono i loro stessi giovani, il macellaio siriano che ha aiutato ad assassinare, anche con armi chimiche, mezzo milione di arabi senza che nessuno scendesse in piazza a protestare, il picchiatello atomico della Corea del Nord e, sì certo, anche gli squinternati lasettisti e retequattristi nostrani.
Putin però continua a bombardare le città ucraine, nella speranza che ogni tanto si inceppi il sistema antimissilistico che i babbei italiani complici dei russi non vorrebbero rafforzare, cosa che ogni tanto capita, e che quindi muoia un numero di civili ucraini sufficiente a fiaccare e a dividere l’ammirevole resistenza della popolazione locale.
Putin, inoltre, auspica e progetta altri fronti del caos, Israele certamente, ma attenzione a quello che si sta preparando intanto nei Balcani e poi in occasione delle elezioni europee di giugno. Occhio alla repressione delle proteste democratiche in Serbia e ai flussi di denaro e di disinformazione a favore dei movimenti populisti e fascisti in tutto il continente.
Putin però spera di ottenere il premio più grande il 5 novembre, quando gli Stati Uniti sceglieranno se il nuovo presidente sarà ancora l’americano Joe Biden o l’antiamericano Donald Trump.
In attesa della possibile apocalisse, dobbiamo farci trovare pronti e concentrarci sulle elezioni europee di giugno, in modo che nelle istituzioni di Bruxelles venga confermata la maggioranza che in questi due anni ha sostenuto la resistenza ucraina e difeso i confini orientali del mondo civile.
C’è però un piccolo, grande, fatto politico, altamente simbolico e anticipatorio di un processo geopolitico già in corso, che potremmo provare a costruire fin da adesso: candidare ed eleggere al Parlamento di Bruxelles e di Strasburgo un cittadino o una cittadina ucraina, ovviamente di nazionalità italiana ed europea, come segnale strategico della battaglia di civiltà che tutta l’Europa sta combattendo e per far capire alle forze della reazione che il mondo libero non capitola.
Questo è un appello alle forze liberali e democratiche, a Italia Viva, ad Azione, a PiùEuropa, e al Partito democratico, affinché propongano agli elettori italiani la testimonianza attiva della libertà, della democrazia e della resistenza antifascista a un regime criminale con mire imperialiste vere, non immaginarie.
In Italia vivono migliaia di ucraini con la doppia cittadinanza, in maggioranza sono donne perché gli uomini sono prevalentemente impegnati al fronte, non sarà dunque difficile individuare una candidata o un candidato all’altezza della causa, per esempio tra i valorosi resistenti di UaMi che ogni giorno, da due anni, si presentano con le bandiere ucraine ed europee a Piazza Duomo di Milano per ricordarci, a noi italiani, quanto sia favoloso, pacifico e sicuro essere europei.