Questo è un estratto di “La linea” la newsletter de Linkiesta curata da Francesco Cundari per orientarsi nel gran guazzabuglio della politica e della vita, tutte le mattine – dal lunedì al venerdì – alle sette. Più o meno. Qui per iscriversi.
Radicali e Italia Viva (e sicuramente molti altri) chiedono di intitolare a Navalny la via dove ha sede l’ambasciata russa a Roma. L’Unione europea annuncia che intitolerà a Navalny le sanzioni per le violazioni dei diritti umani. Tutto giusto. Ma è difficile non condividere l’avvilimento di Ljubov Sobol, dissidente russa e collaboratrice di Navalny, che a Repubblica dice: «Quello che conta è la sostanza delle sanzioni, non a chi vengano intitolate». E soprattutto: «Putin uccide ucraini e russi, ma non vediamo azioni decisive da parte dell’Occidente per fermarlo».
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