È proprio vero che il mondo dell’hôtellerie sta vivendo una delle sue ere più di cambiamento e rivoluzionarie di sempre. L’evoluzione lenta, ma costante, dell’ospitalità di lusso verso un’idea di accoglienza a trecentosessanta gradi pensata per non far sentire all’ospite la mancanza di nulla, al di fuori dell’hotel in cui alloggia, ha pressoché toccato tutti i maggiori gruppi del mondo. Anche un brand come Dorchester, con la sua signorile storicità, è arrivato a capire quanto alcuni vecchi sistemi interni potessero essere un freno non solo verso la clientela, ma verso il fatturato stesso.
Se da un lato, da un punto di vista della ristorazione, questo insieme di proprietà vanta un’eccellenza grazie a nomi di prestigio, cucine pluripremiate, chef stellati e indirizzi storici, non è sempre stato così per il lato bar. Specialmente per quel che riguarda il cocktail bar serale, che si anima solo a partire dal tardo pomeriggio, determinate attenzioni sono arrivate solo di recente. Prendiamo un indirizzo chiave per la città di Milano quale il Principe di Savoia – Dorchester Collection di Piazza della Repubblica, fondato nel 1927 e punto di riferimento per la città al pari di monumenti pubblici o altri edifici d’annata. Gli eccezionali standard di attenzione, servizio e ospitalità ne hanno fatto negli anni un hotel tra i più prestigiosi in Italia, un luogo di incontri, soggiorni, eventi senza lasciarlo mai tramontare.
Anche per i milanesi stessi, questo locale è stato spesso un punto di riferimento per occasioni speciali e ritrovi, grazie alla sua posizione strategica a pochi minuti dalla Stazione Centrale e a poca distanza dal centro. Il Principe Bar, situato al pian terreno, è una venue assolutamente originale nel suo stile, che ancora preserva linee e colori appartenente al precedente design dell’hotel ma che volutamente si è deciso di conservare perché ancora in qualche modo attuali, d’impatto, di comfort e adatti al servizio.
A guidare il cambiamento all’interno del cocktail bar è arrivato Daniele Celli (1990), bartender navigato ed esperto ma forse non così popolare in quanto negli ultimi anni il suo impegno è stato dedicato al 1930, lo speakeasy del Gruppo MAG. Trattandosi di un luogo più nascosto e inaccessibile rispetto allo street bar saranno forse meno coloro che hanno potuto godere delle sue ricette e del suo mite temperamento. Niente paura! Ora avete una nuova destinazione da inseguire.
Daniele si è insediato a settembre 2023, come bar manager del Principe Bar, con l’intento di creare una vera e propria rivoluzione – pacifica e a fin di bene – di tutta l’offerta serale, di aperitivo e dopo cena dell’outlet. Grazie a un votato senso all’ospitalità e a un lavoro a livello di ricettazione che dovrebbe essere decisamente più appealing e accattivante anche per il pubblico esterno, l’auspicio è quello di rendere Principe Bar un destination place non solo per gli internal guests ma per tutta Milano.
Fulcro del cambiamento è una la carta, pensata per valorizzare ogni ingrediente e pronta a rinnovarsi ogni tre mesi, seguendo principalmente il criterio della stagionalità. Al centro della proposta ci sono sei ricette inedite create da Daniele Celli, il quale viene a sua volta affiancato dal beverage consultant Marco Russo e dal secondo bartender, Federico Salvalaggio. Nonostante gli interni non siano stati interessati al restyling complessivo dell’hotel, la nuova idea del Principe Bar prevede anche una selezione musicale ad hoc e una serie di piatti realizzati direttamente dalla cucina del ristorante Acanto, sotto la cura dello chef Matteo Gabrielli.
«Ci siamo chiesti che cosa potesse aspettarsi il cliente lusso, quello che ama il servizio impeccabile, il glassware elegante, o il twist on classic raffinato. In quest’ottica, abbiamo lavorato pensando di poter incuriosire il cliente, di spostarlo dalla sua normale comfort zone verso prodotti più nuovi e contemporanei. Se abbiamo insegnato tanto sulla ristorazione perché non pensare di poterlo fare anche in ambito beverage?» racconta Federica Ceola, direttrice marketing e comunicazione dell’hotel.
All’interno della proposta invernale quindi ecco che cosa trovate in menu e che potete ordinare ancora per qualche tempo. Il Mandarin Club, rivisitazione del gin sour Pegu Club, realizzato lavorando la polpa delle clementine con lo zucchero, le foglie vengono trattate con alcool e spruzzate sul bordo del bicchiere. Le scorze invece vengono fatte essiccare e poi ridotte in polvere per realizzare una garnish leggera sul lato. Gli ingredienti? Tanqueray Ten Gin, orange bitter, Angostura e succo di limone.
Il Fall in Fall è invece un lavoro più sapido, approfondito e ricercato sul tema dell’autunno, a base di Bulleit Bourbon Whiskey, Abbott’s e Angostura bitter. La carica umami – donata dal sale al tartufo e dallo sciroppo ai funghi porcini – accompagna dal primo all’ultimo sorso. El Milanes, il signature drink del Principe Bar che non poteva non essere un omaggio al risotto alla milanese, ricetta simbolo della cultura gastronomica meneghina. Realizzato miscelando zafferano, burro e scalogno con Rye whisky, sherry e sake, è servito in un bicchiere stampato in 3D, che richiama l’aspetto di un vero chicco di riso. La proposta food in abbinamento è contenuta in un piccolo cilindro a forma di ossobuco nel quale, scavando con il cucchiaino, si incontra il midollo, ingrediente immancabile di questo piatto tipico della cucina milanese.
Completa la proposta una sezione del menu dedicata allo studio dei grandi classici della mixology. Partendo dal 1800, ripercorre le epoche storiche attraverso i loro cocktail più iconici e si arricchisce mese dopo mese con una nuova proposta, sempre nell’ottica di invitare il cliente verso nuovi orizzonti del gusto.
Una sfida importante, che il Principe Bar doveva in qualche modo anche a sé stesso, e per la quale sembra essersi staffato a dovere, dando ancora una volta spazio alle giovani generazioni. Che il viaggio abbia inizio!
Courtesy immagini Hotel Principe di Savoia