Torna il premio Maestri d’Eccellenza, una seconda edizione, sempre in collaborazione con Confartigianato Imprese e Camera Nazionale della Moda Italiana. L’occasione si presta per tracciare tre coordinate, tre linee che si intersecano a formare un segmento del presente: i giovani, il futuro del lavoro, l’artigianato locale. Tre diagonali che, dopo essere state tracciate, si incontrano in un punto: fornire opportunità di imparare un mestiere in un momento di crisi del lavoro senza precedenti, in cui le dominanti collettive che lo assicuravano si sono erose e non si sa ancora in quale senso continueranno a cambiare, in che modo saranno sostituite.
Lo sa bene LVMH, a cui pertiene l’iniziativa di formare ogni anno nuove maestranze, reclutandoli tra le nuove generazioni dato che il tasso di disoccupazione giovanile in Italia si attesa al 21,3 per cento. Ma non solo. Le novità rispetto alla precedente edizione del premio sono due: la collaborazione con Loropiana, che di eccellenza nostrana se ne intende. E la decisione di concentrarsi, di focalizzarsi, su un nuovo comparto, inerente alla moda e che al tempo stesso è la vera leva del saper fare: il design. Design, comparto d’arredo o complementi d’arredo: di sicuro c’entra la sapienza tecnica, l’assimilazione di concetti da applicare nel pratico, una preparazione al dettaglio.
Chi si occupa di design, anche solo chi lo studia da lontano, chi ne scrive, è perché è affascinato dalla maestria delle mani, delle misure da prendere con precisione matematica. È un patto che si stipula implicitamente tra chi conosce l’aria in cui si muove. La moda, l’arte, la filosofia sono aree del superfluo. Il design poggia sull’essenziale. Tanto più in questa epoca di esaurimento delle risorse, in cui a ciascun settore è chiesto una marcia indietro: al design è chiesto di farsi avanti. Saranno infatti i designer e gli architetti e gli urbanisti a riconcepire gli spazi, le case in cui abitiamo, ciò che è condiviso e serve alla nostra sopravvivenza. Ben venga dunque una nuova generazioni di designer specializzati.
Come per la prima edizione, sancita esattamente un anno fa, le categorie del premio sono tante, proprio per dare la possibilità a «quante più tipologie di artigiani e artigiane possibili», a sentire le parole stesse dei responsabili, Chantal Gaemperle, vice presidente per le Risorse umane e sinergie del gruppo LVMH e Alexandre Boquel, direttore Métiers d’excellence. Il Maestro artigiano d’eccellenza è dedicato ad artigiani esperti che abbiano almeno cinque anni d’esperienza alle spalle. Il Maestro dell’innovazione d’eccellenza è dedicato ai professionisti delle aziende che si sono distinti in modo particolare per la reinterpretazione di competenze storiche in chiave moderna. Ma, soprattutto, il Maestro artigiano emergente d’eccellenza si rivolge ai talenti emergenti, a coloro che coltivano un progetto promettente, a coloro che, insomma, hanno la possibilità di una carriera artigianale, anche se sembra un paradosso che mette insieme l’antico e l’attuale, la lentezza, il rallentamento e la velocità odierna.
È ovvio che tutte queste figure sono unite da percorsi professionali di qualità, maniacalmente attenti ai loro progetti, al loro percorso professionale, alla strategia di sviluppo, alla trasmissione di savoir-faire legati alla tradizione e al patrimonio italiano. Senza considerare, poi, che l’Italia è patria di sei delle settantacinque maison del gruppo, inserite in modo speculare e differenziato all’interno del tessuto economico della nazione – da Cova a Pucci, da Fendi ad Acqua di Parma, da Bulgari a Loro Piana per l’appunto – e che sono settemila gli operatori o artigiani oggi impegnati sul territorio per i Mestieri d’Eccellenza. LVMH ha avviato un vero e proprio percorso di ricerca nelle scuole, nei licei, nelle scuole medie. Ha messo a disposizione praticantati, piattaforme di approfondimento, programmi di formazione. Ha aperto accademie. Finora, stando ai dati, ha formato settecentotrenta ragazzi e ragazze.
Prevenendo quel che è un paradosso, un’antinomia dei tempi: poiché lo studio è stato spacciato come l’unico mezzo per accedere al mondo del lavoro, tutti o quasi ritengono l’università un percorso obbligato, anche per avviare professioni per le quali la laurea corrisponde a un mero pezzo di carta da ottenere a qualunque costo, buttando via anni, risorse, energie. Quando invece, forse, occorrerebbe restituire dignità anche a chi decide di non studiare. I vincitori del premio LVMH avranno accesso a diecimila euro da reinvestire nella propria attività e fino ad un anno di apprendistato affiancati ai professionisti della maison Loro Piana. I selezionati saranno nove, tre per ciascuna categoria: i vincitori verranno ufficialmente annunciati durante un evento a loro dedicato nella settimana della Milano Fashion Week di settembre 2024.