Un intervento dei militari di qualsiasi Paese della Nato in Ucraina porterebbe a uno scontro diretto con le forze russe. L’avvertimento del Cremlino suona come una minaccia, un’intimidazione. «Un conflitto di questo tipo certamente non è nell’interesse di questi Paesi», ha detto ieri Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino.
Di sicuro Mosca non vuole affrontare un esercito con francesi, italiani, inglesi, tedeschi o statunitensi alla frontiera. Già fa fatica a condurre un’invasione su vasta scala contro l’esercito ucraino – armato, questo sì, dagli alleati Nato. Per questo la reazione è quella solita, muscolare, di chi mette la faccia cattiva. Probabilmente è anche una reazione consapevole delle posizioni dei Paesi europei.
Perché, come ha raccontato Francesco Del Vecchio in questo articolo, per molti membri dell’Alleanza Atlantica al momento è escluso categoricamente l’invio di soldati in Ucraina.
L’idea è stata lanciata dal presidente francese Emmanuel Macron: «Faremo tutto il necessario affinché la Russia non possa vincere la guerra», ha detto ai giornalisti. Alla domanda se l’invio di truppe occidentali in Ucraina fosse un’opzione, Macron ha risposto che la questione è stata discussa: «Oggi non c’è un accordo sull’invio ufficiale di truppe sul terreno. Ma in termini di opzioni, non si può escludere nulla», ha aggiunto, senza fornire dettagli su quali Paesi stiano considerando questa mossa.
Lo scenario boots on the ground suggerito da Macron non ha raccolto però molti riscontri positivi, a cominciare dal primo ministro ceco Petr Fiala e dal premier polacco Donald Tusk. Ieri sera poi anche i leader di Germania, Svezia e Spagna hanno escluso l’ipotesi. E lo stesso ha fatto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani: «Mi pare che quando si parla di inviare truppe si debba essere molto prudenti, non dobbiamo far pensare che siamo in guerra con la Russia», ha detto. «Il mio giudizio personale è che non sono favorevole a inviare truppe italiane a combattere in Ucraina».
Una smentita è poi arrivata anche da Londra: «La Gran Bretagna non ha piani per uno spiegamento di truppe su larga scala in Ucraina», ha detto un portavoce del primo ministro Rishi Sunak. «Oltre al piccolo numero di personale che abbiamo nel Paese a sostegno delle forze armate dell’Ucraina, non abbiamo alcun piano per un dispiegamento su larga scala», ha detto il portavoce ai giornalisti, aggiungendo che un gran numero di truppe ucraine vengono addestrate in Gran Bretagna.
La posizione francese sembra comunque leggermente disallineata anche dopo queste reazioni, e della Russia, e degli alleati Nato. «Non si può escludere nulla in una guerra», ha detto il primo ministro francese Gabriel Attal. Anche lui, come Macron, ha confermato che al momento non esiste un accordo di alcun tipo sull’invio di truppe in Ucraina e che la Francia è rimasta formalmente a quel patto di sicurezza con Kyjiv per l’invio di altri tre miliardi di euro di aiuti militari. Ma poi ha aggiunto: «Siamo convinti che la sconfitta della Russia sia indispensabile per la sicurezza e la stabilità in Europa».