Una candidatura nel segno dell’ospitalità per Emma Bonino e magari la dicitura “Stati Uniti d’Europa” nel simbolo. Perché Elly Schlein non dovrebbe provarci? D’altronde l’impasse in cui si trova PiùEuropa, testimoniata da ultimo con la decisione della direzione di giovedì di un ulteriore extra time per verificare lo stato dell’arte, apre oggettivamente uno spazio per un’Opa tutt’altro che ostile da parte del Partito democratico.
L’idea circola da giorni al Nazareno, qualche contatto con i radicali c’è stato e qualche riferimento si è sentito anche in quella riunione dell’altro ieri, tra l’altro una riunione nella quale Bonino non ha preso la parola. Un silenzio che forse dice tutta la difficoltà e chissà se anche l’amarezza della leader radicale per come si è messa la situazione.
Di certo la presenza di Schlein alla convention di PiùEuropa del 24 febbraio non è stata solo un gesto di cortesia ma un segnale di attenzione politica per una formazione con la quale sulle tematiche europee la segretaria si sente molto in sintonia, basti pensare alla Resistenza dell’Ucraina.
Ma “Elly” sa di doversi muovere con cautela. Senza dare l’impressione arrogante di chi vuole lucrare sulle difficoltà altrui. Nel suo partito non vi sarebbero grandi obiezioni politiche se non quelle dei candidabili che si troverebbero “Emma” in lista, un nome forte che potrebbe togliere il posto a un dem: anche se con le preferenze la leader radicale dovrebbe sudarsela. Certo è che una candidatura radicale nel Partito democratico come “ospite” sarebbe un colpo di scena, dopo mesi di tentati abboccamenti un po’ con Carlo Calenda e un po’ con Matteo Renzi, restando tuttora quest’ultimo, per i radicali, certamente alleabile – e ieri Maria Elena Boschi ha confermato il consenso di Italia Viva a una lista di scopo per gli Stati Uniti d’Europa. Ma certo dal punto di vista politico candidarsi col Partito democratico sancirebbe una collocazione nel centrosinistra che a Bonino è più confacente della scelta centrista di Italia Viva.
Morta e sepolta dunque l’ipotesi di una lista unica, se l’operazione con Italia Viva non dovesse andare avanti – cosa che Renzi ha messo in conto – a Bonino, Riccardo Magi, Benedetto Della Vedova e gli altri che non intendono seguire Federico Pizzarotti che andrà con Azione non resterebbe altro che cercare «ospitalità», come la chiamava a suo tempo Marco Pannella, nel partito di Schlein, portando in dote un pacchetto di voti utile a un Partito democratico alla ricerca di quel ventidue per cento preso da Nicola Zingaretti cinque anni fa, o almeno a superare l’asticella del venti.
Va da sè che Elly Schlein sarebbe ben contenta di questa operazione di apertura delle sue liste, che confermerebbe un certo vento a favore che ha preso piano piano a soffiare dalle elezioni in Sardegna. L’ospitalità di Bonino nel Partito democratico per ora è un’ipotesi, solo un’ipotesi. Se naufragano le altre, potrebbe restare l’unica.