Sabato 9 marzo, ad assistere all’impresa del piccolo Cádiz contro l’Atlético Madrid (una vittoria per due a zero che alimenta i sogni di salvezza degli andalusi) c’era anche una delegazione di operai metalmeccanici dell’azienda Acerinox, che da inizio febbraio sono in sciopero per ottenere migliori condizioni lavorative.
La loro presenza nella curva del piccolo club andaluso è stata ripresa in alcuni video poi circolati online, in cui si nota, a tifare in mezzo agli ultras, un gruppo di operai riconoscibili per via delle tute da lavoro gialle (come i colori della squadra di Cadice). Sono stati gli stessi ultras a invitarli tra loro, e durante la partita gli hanno dedicato un coro che scandiva; «Non un passo indietro nella lotta dei metalmeccanici!».
In Andalusia si parla di questo sciopero da diverso tempo, in particolare dopo che a metà febbraio i lavoratori hanno occupato l’Autovía A7 nei pressi di Los Barrios, vicino allo stabilimento. In quel punto l’A7 rappresenta uno snodo particolarmente trafficato, perché collega la più lunga autostrada spagnola (che prosegue lungo la costa mediterranea fino a Valencia e Barcellona) con Algeciras e quindi con l’accesso al territorio britannico di Gibilterra.
Acerinox è un’azienda abbastanza discussa, in Spagna. È il colosso locale del settore del metallo, responsabile del nuovo rivestimento in acciaio inox dello stadio Santiago Bernabeu di Madrid – la casa del Real – e a Los Barrios ha il suo stabilimento principale. La fabbrica era però divenuta nota a livello internazionale per un incidente radioattivo dovuto a una contaminazione da cesio-137 avvenuto nel 1998. E oggi è al centro di una grande protesta sindacale.
Non la prima e neppure l’unica, a dire la verità: da anni il settore metalmeccanico spagnolo è attraversato da scioperi molto partecipati e spesso anche molto lunghi. La scorsa estate c’erano state manifestazioni di questo tipo nella zona di Pontevedra, in Galizia, mentre già nel 2021 era stata Cadice l’epicentro delle proteste sindacali. In quell’occasione, anche gli ultras del gruppo Biris Norte della vicina Siviglia avevano dichiarato solidarietà ai lavoratori, esponendo allo stadio uno striscione che diceva: «La partita più importante si sta giocando a Cadice. Viva la lotta della classe operaia!». Lo slogan «Una sola classe, una sola lotta» era stato rivendicato anche dai Bukaneros, gli ultras del Rayo Vallecano di Madrid, e anche dai giocatori del Cd Ciudad de Cádiz, una squadra amatoriale molto nota nella città andalusa.
La regione della Baia di Cadice è storicamente un centro metallurgico tra i più importanti della Spagna, e il settore del metallo è una componente fondamentale dell’economia locale. Ma anche qui, come altrove, l’industria pesante è da tempo in crisi: molte aziende hanno deciso negli anni di delocalizzare, i contratti a tempo sono divenuti sempre più frequenti, mentre l’economia locale non è stata in grado di rinnovarsi.
I dati sul mercato del lavoro sono abbastanza chiari, in merito alla situazione della crisi occupazionale: Cadice è la provincia con il più alto tasso di disoccupazione in Andalusia (venticinque per cento), che a sua volta è la regione spagnola con più disoccupati in rapporto alla popolazione (circa diciotto per cento).
Non stupisce allora che gli ultras del Cádiz si siano messi in prima linea nel sostegno agli scioperanti. Già nel novembre 2021 avevano pubblicamente dichiarato la propria solidarietà ai lavoratori del settore del metallo, e nel 2018 avevano anche partecipato a una manifestazione sindacale, sfilando in corteo con le proprie bandiere.
Si chiamano Brigadas Amarillas, e non stupisce che nel proprio logo abbiano il volto di Ernesto Che Guevara: sebbene poco noti, almeno rispetto ai già citati sostenitori del Rayo Vallecano, sono una delle tifoserie più radicalmente schierate a sinistra, e una delle prime, a fine ottobre del 2023, a esporre allo stadio numerose bandiere palestinesi.
La curva del Nuevo Mirandilla è al momento la principale roccaforte della sinistra gaditana, che negli ultimi anni è stata travolta dalla crisi del mondo del lavoro. Lo scorso giugno, la vittoria nelle amministrative del candidato del Partido popular Bruno García ha interrotto otto anni di governo municipale di sinistra radicale, incarnata dal sindaco José María «Kichi» González, un professore che partecipava agli scioperi dei metalmeccanici e che, ovviamente, tifa per il Cádiz.
Un segnale politico non positivo anche per il Psoe del capo del governo nazionale Pedro Sánchez, che alle elezioni generali di luglio 2023 ha perso la provincia di Cadice, conquistata invece nei due voti tenutisi nel 2019. La situazione andalusa può rappresentare un problema anche, in prospettiva, per la politica nazionale: la Spagna continua infatti a essere il Paese con il più alto tasso di disoccupazione nella Ue.