Desiderosi di approfondire la conoscenza della grammatica, come molti italiani negli anni Sessanta mio padre e mia madre seguivano in televisione le lezioni del maestro elementare Alberto Manzi, conduttore della meritoria trasmissione “Non è mai troppo tardi”.
Tornato a insegnare nella scuole, Manzi ascese di nuovo alla ribalta quando si oppose all’introduzione delle schede di valutazione, volute dalle autorità ministeriali al posto delle storiche pagelle. «Non posso bollare un ragazzo con un giudizio – sostenne –, perché il ragazzo cambia, è in movimento».
Dovrebbe tenere a mente queste sacrosante parole anche chi accampi l’assurda pretesa di giudicare un vino, in via definitiva, tramite un solo assaggio.
Il vino evolve di giorno in giorno; oggi non è più quel che era ieri, non è ancora quel che sarà domani. Scorre come la vita, e questa è una grazia del cielo. Se restassimo immobili, saremmo tutti noiosissimi e scontati.
Vino consigliato
Coteaux Champenois Fèrebrianges Rouge Pinot Noir “Aux Entre-Deux”, Domaine A. Bergère
Un vino di questo genere mi piace berlo con tranquillità la domenica a casa mia, con il camino acceso e le luci soffuse. Ho tutto il tempo che serve per coglierne le molte, cangianti sfumature. Ci instauro una specie di placido dialogo, che rasenta l’idea della felicità.