Se gli Stati Uniti dovessero inviare truppe in Ucraina, per la Russia sarebbe una significativa escalation del conflitto. Vladimir Putin usa ancora una volta i toni della minaccia contro la Nato e l’Occidente. Dice che Mosca è pronta a una guerra nucleare, e ha la faccia di bronzo per venderla al suo interlocutore – e a tutti gli ascoltatori – come un problema causato da Washington o da Bruxelles, o chi per loro.
L’autocrate del Cremlino ha concesso un’intervista alla vigilia delle elezioni che si terranno in Russia tra il 15 e il 17 marzo, un voto farsa in cui la Russia andrà alle urne sapendo che dal giorno dopo inizierà un nuovo mandato di Putin, con altri sei anni alla guida.
«Da un punto di vista tecnico-militare siamo, ovviamente, pronti», ha detto Putin alla televisione Rossiya-1 e all’agenzia di stampa Ria, sottolineando che al momento non vede la necessità dell’uso di armi nucleari in Ucraina. Però ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno capito il pericolo che avrebbero corso se avessero schierato truppe americane sul territorio russo, o in Ucraina: la Russia, dice lo zar avrebbe inteso questa cosa come un intervento diretto, quindi un coinvolgimento totale della superpotenza americana.
D’altra parte l’amministrazione Biden ha già fatto sapere più volte di non avere intenzione di inviare truppe in Ucraina. Ma ha ribadito la necessità di approvare nuovi aiuti che garantirebbero alle truppe ucraine le armi di cui hanno bisogno per continuare la guerra, giunta ormai al suo terzo anno.
I giornalisti Guy Faulconbridge e Lidia Kelly di Reuters hanno contattato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, chiedendogli una risposta sulla minaccia nucleare. Podolyak ha detto: «L’allarme nucleare di Putin è propaganda progettata per intimidire l’Occidente. Si è reso conto che le cose stanno andando per il verso sbagliato, così continua a usare la classica retorica nucleare. È una vecchia strategia dialettica sovietica: spera di impaurire l’interlocutore e indurlo a ritirarsi».