Nel breve racconto “Fioriva una rosa” lo scrittore luinese Piero Chiara dipinge la protagonista, Livia, come «uno di quei fiori che sbocciano imprevisti tra le erbe più comuni e stupiscono chi li trova nel suo cammino».
Ti propongo di assumere l’immagine dei fiori inattesi come guida nella ricerca dei vini più rari. Potrai incontrarne, se avrai la pazienza di perseverare, in quegli angoli di campagna, di collina o di montagna, che appartengono alle denominazioni a torto ritenute minori, e per questo trascurate dai mercanti, dalla critica e dai bevitori.
Talvolta, provengono dai relitti di vigne quasi estinte, che in certe annate particolarmente felici sembrano risvegliarsi dal torpore, per concentrare nei loro frutti le memorie accumulate nei luoghi impervi e oggi quasi inselvatichiti dove le condussero l’intuito o la necessità di sopravvivenza del contadino.
Accadranno altri felici e inaspettati incontri se saprai manifestare un medesimo atteggiamento di aperta disponibilità nei confronti delle molte persone che incroci, in maniera fortuita, nel corso delle tue giornate. Magari è l’anziano cui nessuno rivolge più nemmeno un saluto, il collega giovane che cerca, confuso, la propria collocazione nella vita, prima ancora che nel lavoro, oppure lo straniero precipitato per bisogno in un mondo troppo diverso da quello in cui nacque. Alcuni possiedono talenti inattesi, che sono pronti a sbocciare se solo li sfiora un raggio, anche tenue, di calore umano.
Vino consigliato
Valli Ossolane Nebbiolo Superiore “Prünent Diecibrente”, Cantine Garrone
Fra le terre piemontesi nelle quali fruttifica il vitigno Nebbiolo, la Val d’Ossola è forse la meno nota, giacché lì dava, in passato, vini acidissimi, difficilmente smerciati fuori dalla vallata. Oggi che il saper fare di vigna e di cantina si è di molto affinato, il bevitore accorto saprà riconoscere, tra i rossi ossolani, la meraviglia di alcune bottiglie inattese dal vivido carattere alpestre, e andrà fiero della propria scoperta.