Nel labirintico dibattito a sinistra sul 25 aprile è mancata una domanda: come si può costruire una grande alleanza antifascista con chi fiancheggia una potenza fascista e imperialista come la Russia? Non è una questione astratta. O un problema che si possa far finta di non vedere. Quando a Bruxelles il Movimento 5 stelle, insieme alla Lega e Fratelli d’Italia, non vota a favore di una risoluzione con la quale si invita la leadership dell’Unione europea e degli Stati membri a contrastare «con urgenza» i tentativi di ingerenza russa in vista delle prossime elezioni Europee, cos’altro occorre per dire che gli adepti di Giuseppe Conte obiettivamente stanno occhieggiando al Cremlino?
Eppure la “testardamente unitaria” Elly Schlein continua a fischiettare dimenticando che il tuttora punto di riferimento fortissimo è sempre quello degli oscuri rapporti con il Cremlino all’epoca del Covid. E dove sono i riformisti del Partito democratico, che pure hanno sempre sostenuto la battaglia a fianco dell’Ucraina? Perché è chiaro che il “nuovo antifascismo”, erede di quello storico, non può non schierarsi contro chi minaccia la pace mondiale pur di ristabilire i confini dell’Impero zarista o dell’Unione sovietica, e che per questo obiettivo fa qualunque cosa – dall’omicidio dei dissidenti alle ingerenze nelle politiche dei Paesi democratici, compreso il rischio di interventi illegali nelle elezioni Europee, appunto l’eventualità paventata nella risoluzione del Parlamento di Bruxelles.
Ebbene, questo asse M5s-Fratelli d’Italia-Lega, diciamo il Conte uno allargato a Giorgia Meloni, si è plasticamente contrapposto a un fronte democratico Pd-Verdi-ex Terzo Polo-Forza Italia che hanno dimostrato di essere i veri antifascisti. Da notare che anche i lepenisti si sono astenuti mentre una parte dei Conservatori europei ha votato favore, a differenza della loro leader Giorgia Meloni.
Insomma, è stato un voto che ha fatto chiarezza. La risoluzione, non vincolante, ovviamente è passata alla grande con quattrocentoventinove voti a favore, ventisette contrari e quarantotto astensioni, e per fortuna tutti i sondaggi europei indicano che anche dopo il voto di giugno i rapporti di forza all’Europarlamento, malgrado un incremento dei partiti più di destra, saranno favorevoli agli antifascisti.
Allora: quella del 25 aprile è stata alla fine una bella giornata, tanta gente in piazza e gli scalmanati ragazzotti (ma anche tanti attempati) antisemiti che sono stati bene o male tenuti ai margini.
Speriamo che si recuperi il ritardo ragionando sulla necessità da parte della sinistra italiana di prendere le distanze non solo dai violenti antisemiti ma anche dai russofili. Arruolando un tipo come Roberto Vannacci la Lega di Matteo Salvini conferma uno spostamento all’estrema destra che non gli porterà fortuna, e Meloni con il voto di Bruxelles ha fatto un passo falso. Ma per il Partito democratico il problema è un altro: affrancarsi dall’abbraccio con i filorussi dell’avvocato del popolo. Il modo migliore per onorare i valori dell’antifascismo.