La popolazione iraniana danza e festeggia, illuminando il cielo della capitale con fuochi d’artificio sparati in segno di giubilo alla notizia della morte del macellaio di Teheran Ebrahim Raisi, il presidente della Repubblica islamica responsabile della feroce repressione delle ragazze e dei ragazzi di Donna, Vita, Libertà e, via pasdaran, anche del pogrom antiebraico del 7 ottobre.
La Corte internazionale di giustizia, che ha impiegato oltre un anno per preparare un mandato di cattura nei confronti di Vladimir Putin, o dieci anni a voler essere precisi sull’inizio dei crimini di guerra russi in Ucraina, in poche settimane è arrivata a chiedere l’arresto del premier israeliano Benjamin Netanyahu e, bontà loro, anche del capo di Hamas a Gaza Yahia Sinwar, il volenteroso genocida di ebrei manovrato come un burattino dalle stesse guardie rivoluzionarie di Raisi che a Teheran uccidono le donne, impiccano gli omosessuali e cancellano qualsiasi diritto civile individuale del popolo iraniano.
Ho fatto un giro nella chat liberté, égalité, jet privé di Massimo Giannini, perché rappresenta l’immagine esatta del decadimento delle élite italiane, e vi ho letto preoccupazione per la morte del macellaio iraniano e giubilo per il mandato di cattura per Netanyahu, oltre che grande emozione per una piccola vittoria processuale di Julian Assange, l’asset di Putin che ha indebolito i sistemi di difesa occidentali e aiutato Donald Trump a diventare presidente degli Stati Uniti.
Il mondo al contrario, insomma.
Per fortuna ci sono anche intellettuali e politici che non fuggono dalla realtà. Salman Rushdie, per esempio, in Germania (perché in Italia la stampa più imbecille del pianeta gli ha chiesto di Giorgia Meloni e non del fascismo vero e contemporaneo) ha ricordato che chi giustamente «prova angoscia per la quantità di morti innocenti a Gaza dovrebbe menzionare Hamas, anche perché è cominciato tutto a causa di Hamas, ed è strano che il movimento degli studenti sostenga un’organizzazione terrorista e fascista come questa». E, ancora, sempre Rushdie: «Oggi se ci fosse uno Stato palestinese, sarebbe guidato da Hamas e questo lo renderebbe uno Stato come quello dei Talebani, uno Stato satellite dell’Iran. È questo che il movimento progressista della sinistra occidentale vuole creare?”.
Altrettanta chiarezza morale da parte del presidente americano Joe Biden, che pure detesta Netanyahu e ha provato a frenarlo: «La richiesta di arresto contro i leader israeliani è ignobile. Che sia chiaro: qualunque cosa il procuratore volesse far capire, non c’è alcuna equivalenza, nessuna, tra Israele e Hamas».
Il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha unito gli altri puntini del nuovo asse fascista globale, quelli che uniscono l’Iran di Raisi non solo con Hamas e i talebani, ma anche con la Russia imperialista che uccide gli ucraini con le armi iraniane: «Non mi sento a mio agio a fare le condoglianze – ha detto il ministro lituano – mentre l’Iran manda droni che sono usati contro i civili in Ucraina».