Possiamo definirla una visione illuminata, quella che porta un’impresa con oltre cent’anni di storia alle spalle a destinare tempo, risorse e investimenti ad attività artistiche e formative a beneficio di tutti gli abitanti del territorio in cui opera. Un seminare cultura che valorizza il patrimonio locale e che arricchisce le persone, creando un proficuo scambio di valore.
La realtà di cui parliamo è Levoni, azienda di produzioni di salumi fondata nel 1911 dal capostipite Ezechiello, un uomo che fin dall’inizio della sua attività ha capito l’importanza dell’apprendere il lavoro dai migliori artigiani a disposizione (il salumiere Francesco Peck per citare un nome) e della ricerca della massima qualità, tanto nelle materie prime quanto nei processi di lavorazione e nei prodotti finali.
Una filosofia lavorativa che ha pagato nell’immediato, facendo ricevere al salame ungherese di Ezechiello la medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale Modern Arts and Industry di Londra nel 1913, e che non è mai venuta meno nel correre della storia, dal trasferimento nel salumificio di Castellucchio, sede attuale, allo sviluppo di nuovi prodotti e alla conquista dei mercati internazionali, fino ai giorni odierni, con la quarta generazione alla guida del gruppo: Nicola Levoni, presidente di Levoni Spa dal 2008, insieme alla sorella Marella, direttrice relazioni esterne e comunicazione Levoni, e ai cugini Daria e Aldo, amministratori delegati di Levoni e di Mec-Carni Spa.
In questo secolo e oltre di operatività la cura del dettaglio nel processo di produzione e nella selezione della materia prima non è mai venuta meno, oggi Levoni ribadisce con orgoglio che i suoi suini sono tutti nati, allevati e trasformati in Italia con costante e profonda attenzione al tema del benessere animale.
«È una scelta coerente con la filosofia dell’azienda che da sempre cerca una qualità senza compromessi, offrendo al consumatore informazioni chiare per operare le proprie scelte. La decisione di esplicitare la provenienza delle carni è la naturale conseguenza del legame di Levoni con il territorio. Qui vengono allevati i suini che utilizziamo per produrre i nostri salumi, qui è radicata la tradizione della lavorazione delle carni e qui, nella nostra azienda, da oltre cento anni, si tramanda da una generazione all’altra il sapere della produzione di salumi di qualità. Questo vale sia per la nostra famiglia, sia per le persone che, con passione, lavorano con noi» dichiara il presidente Nicola Levoni.
La cura del territorio e delle persone
Dunque un legame con il territorio che si concretizza in più punti di contatto, a partire dalla provenienza della materia prima (secondo una stima di qualche tempo fa nel mantovano si contano cinque suini per ogni abitante) e proseguendo con quello legato alla forza lavoro. Castellucchio è un piccolo paese a dieci chilometri da Mantova e molti tra le lavoratrici e lavoratori di Levoni sono del luogo, ma non solo: come la famiglia Levoni ha visto il ricambio di quattro generazioni alla guida dell’attività, così anche per molte delle maestranze impiegate in azienda ci sono stati passaggi generazionali, con la trasmissione delle abilità manuali e artigianali di padre in figlio, facendo scuola direttamente sul campo.
E ancora: un territorio ricco di arte e storia come la provincia mantovana ha moltissimo da offrire alla comunità, e arriviamo a un ulteriore punto di contatto, ovvero la dedizione di Levoni alla promozione di eventi e attività che risaltano e si prendono cura di questo patrimonio culturale e così, indirettamente, delle persone che qui abitano.
«A questo territorio noi dobbiamo molto» spiega Marella Levoni. «Riteniamo che anche quella del cibo sia una forma di cultura e per questo abbiamo stabilito dei forti legami con il mondo culturale locale. Siamo sponsor del Festivaletteratura di Mantova fin dalla sua prima edizione (la prossima è in programma dal 4 all’8 settembre, ndr), siamo tra i soci fondatori della Fondazione Palazzo Te, e poi sosteniamo altri importanti festival che si svolgono nella nostra città, uno di musica da camera (Trame Sonore), un altro che ci sarà fra poco (dal 17 al 19 maggio, ndr) e che si chiama Food and Science Festival. Abbiamo poi promosso un ciclo di quattro incontri sul tema della sostenibilità dedicato proprio agli abitanti del nostro paese, tenuto da docenti universitari e comunicatori della scienza nel Teatro Soms di Castellucchio.
Quindi possiamo affermare che il legame con il territorio si concretizza davvero su vari piani, perché riteniamo comunque che anche confrontandoci con mondi apparentemente diversi dal nostro – come possono essere appunto quello della cultura, quello dell’arte e della divulgazione scientifica – ci possa essere uno scambio di visioni di reciproco beneficio».
Accademia Assaggezza
Un altro tassello che si inserisce in questo mosaico di attività a favore della comunità è Accademia Assaggezza, un nuovo progetto formativo realizzato con la consulenza dell’Alta Scuola di management ed economia agro-alimentare Smea dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona
«Le nostre attività di formazione – ci racconta Marella Levoni – esistono da più di vent’anni, ma sono sempre state dedicate o al personale dipendente oppure ai nostri clienti, intesi come salumieri e negozianti. Questo lavoro a un certo punto è sfociato anche in un libro pubblicato con FrancoAngeli sulla gestione del negozio alimentare, dove quindi non si parlava solo di salumi ma del marketing del punto vendita, della sua gestione economica, della disposizione dei prodotti, della conservazione e così via.
A un certo punto però ci siamo resi conto che poteva essere utile ampliare questa attività e razionalizzarla, organizzando dei corsi che si rivolgessero a due categorie di destinatari. Da una parte i professionisti, ovvero negozianti ma anche chef che utilizzano i nostri prodotti in vari modi, dai panini alle pizze alle ricette vere e proprie, e che possono essere interessati a una formazione tecnica, ad esempio come affettare il prosciutto crudo a coltello. Dall’altra il mondo degli appassionati, persone non del settore che vogliono conoscere e sapere qualcosa di più sui salumi: dalle cose più semplici, ad esempio come li conservo quando me li sono portati a casa, che è una delle domande tipiche che si fanno i consumatori, a quelle più complesse, ad esempio come riconoscere un salume di qualità, come assaggiarlo, come affettarlo a seconda del tipo di prodotto di cui si parla, con quali strumenti e così via».
I docenti della parte dedicata ai professionisti in partenza saranno persone interne all’azienda che hanno già tenuto i corsi precedenti, ma in futuro si aggiungeranno anche altri insegnanti esterni: «Il nostro auspicio è creare collaborazioni con altre scuole e altre accademie, realizzando così una rete nella quale ognuno potrà portare il proprio know-how».
La parte dedicata agli appassionati vede già in programma tre incontri che avranno luogo nell’ambito del Food & Science Festival: il 18 maggio “Il panino. Viaggio gastronomico tra due fette di pane” con il content creator Stefano Cavada, il 19 maggio “La pizza. L’arte bianca incontra la salumeria” con la pizzaiola Petra Antolini e “Il suino nel territorio mantovano” con Gian Luigi Restelli, responsabile divulgazione e formazione tecnica di Levoni.
Quello di Levoni dunque è un vasto insieme di progetti che hanno una ripercussione reale e concreta rispetto ad altri tipi di attività di comunicazione dei propri prodotti e valori. «Esatto, perché l’azienda è della nostra famiglia, siamo qua e ci mettiamo la faccia, ma per noi “famiglia” non siamo solo noi Levoni: sono davvero tutte le persone che lavorano qui, sono tante (370 dipendenti solo a Castellucchio) ma le conosciamo praticamente tutte».
Un ritorno al piacere
Non possiamo concludere la nostra chiacchierata con Marella Levoni senza chiederle come intende mettere a frutto la recente nomina come presidente dell’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (Ivsi), di cui era già consigliera. «Gli obiettivi principali dell’Ivsi si focalizzano da sempre sulla comunicazione dei salumi e sulla loro internazionalizzazione. Quindi continueremo ovviamente lavorando su questi due temi, che sono i pilastri dell’Istituto. Un’altra cosa molto importante, portata avanti anche dal mio predecessore, Francesco Pizzagalli, è cercare di fare evolvere la mentalità di chi opera nel nostro settore, quindi di chi lo gestisce. Lui ha fatto un lavoro importante sulla sostenibilità, che sicuramente riprenderemo, e pensando ad altri argomenti di forte attualità e sui quali c’è bisogno di fare più chiarezza lavoreremo senz’altro su quello dell’intelligenza artificiale.
Quello che vorrei fare però, soprattutto dal punto di vista della comunicazione, è affiancare a tutti questi aspetti, che sono più “razionali”, anche quello un po’ più edonistico che caratterizza i prodotti di cui ci occupiamo: non dobbiamo dimenticare infatti che i salumi piacciono, gratificano il gusto e creano subito un clima di convivialità. Ecco, questo tema secondo me va un po’ riportato in auge, soprattutto da parte di chi si occupa proprio della loro valorizzazione. Dobbiamo quindi affrontare i temi di attualità, che sono tanti e rilevanti, bilanciandoli però con il ritorno al piacere del buon salume».