Accordo di principioL’Ue ha deciso di usare i profitti degli asset finanziari russi per aiutare l’Ucraina a difendersi

I rappresentanti dei Ventisette hanno raggiunto un’intesa politica sull’utilizzo dei ricavi derivanti dai beni finanziari congelati per acquistare nuovi sistemi d’arma da donare a Kyjiv

AP/Lapresse

L’Unione europea ha raggiunto un accordo sull’uso degli profitti dei beni finanziari russi congelati per gli aiuti militari all’Ucraina. Il novanta per cento dei fondi derivanti dai frozen asset russi, per un valore di circa a tre miliardi di euro annui, sarà destinato all’invio di armi a Kyjiv. Il testo andrà ancora definito in tutti i dettagli, ma nel corso della riunione Coreper II, i Rappresentanti dei Ventisette hanno trovato l’intesa di principio.

Gli Stati Uniti avevano spinto per una manovra più radicale, per cui i beni congelati sarebbero dovuti essere confiscati nella loro interezza. L’Ue ha però rifiutato l’ipotesi per paura di possibili ripercussioni legali e fiscali da Mosca.

Dopo una riunione di undici ore, i rappresentanti del Belgio hanno dichiarato, spiega ancora Euractiv, di «essere pronti, a partire dal 2025, a indirizzare i proventi fiscali dei beni in un fondo comune per l’Ucraina». Le tasse sugli asset raccolte dal Belgio, finora, erano state inviate all’Ucraina in maniera indipendente. Il governo di Bruxelles ha dichiarato di aver destinato nel 2024 circa un miliardo di dollari (degli 1,7 miliardi totali provenienti dai profitti fiscali sui beni russi) all’acquisto di armi per Kyjiv tramite la principale depositaria di titoli legati agli asset congelati, la belga Euroclear. 

Poiché a gestire il fondo comune sarà proprio Euroclear, al governo di Bruxelles spetterà parte dei profitti, sotto forma di imposte sulla società. Questo dettaglio è stato accolto dagli altri Stati membri non senza obiezioni, e dunque la legge dovrà essere ulteriormente limata.

Sempre durante la riunione odierna, è stato deciso che, nel caso in cui la Russia decidesse di fare ricorso a vie legali come risposta a questa decisione, la Banca europea centrale sarà incaricata di gestire le parcelle degli avvocati che dovranno seguire la questione. 

Lo scenario di un contenzioso al momento sembra probabile, dal momento che Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri, ha reagito alla notizia scrivendo sul suo canale Telegram che «i beni russi dovranno rimanere intatti, o ci sarà una risposta ferma ai furti dell’Occidente».

Oleg Dunda spiega su Atlantic Council che, se l’obiettivo dell’Europa è portare Kyjiv alla vittoria, i fondi derivanti dalla tassazione degli asset finanziari congelati ancora non bastano. Dunda propone in alternativa un progetto di «confisca senza confisca», che tutelerebbe i Paesi Ue pur essendo più utile all’Ucraina. Il piano prevede un «reinvestimento di una parte significativa degli asset congelati in uno strumento finanziario a basso rischio, ossia in bond di difesa a lungo termine Ue che maturino tra trent’anni». I fondi che ne deriverebbero potrebbero essere ceduti su concessione tra i Paesi partecipanti, e in particolare per i produttori di armi al loro interno, che poi potrebbero vendere i loro prodotti a Kyjiv. 

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