Abbiamo abolito l’abortoIl reddito di maternità e il teatrino delle battaglie morali gratis

La proposta di legge di Gasparri ovviamente non passerà, ma non è quello il suo vero obiettivo. Il senatore vuole solo legittimare la sua lotta per i valori della vita e della famiglia

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La proposta di legge sul reddito di maternità del senatore Maurizio Gasparri – mille euro al mese per cinque anni alle donne che non abortiscono, con una soglia Isee a quindicimila euro – non è una cosa seria, ma pone comunque un problema serio, che non è l’aborto, rispetto al quale l’Italia è uno dei Paesi più virtuosi in una prospettiva pro life, ma la degradazione dell’attività legislativa a mercato secondario della chiacchiera da bar e a tecnica di rinforzo della psicagogia e dall’alienazione politica di massa.

Per capire quanto la proposta sia poco seria, basta provare a discuterla seriamente. In Italia gli aborti scendono ininterrottamente dal 1982, quando furono duecentotrentacinquemila circa. Quarant’anni dopo, nel 2021, sono stati il settantatré per cento in meno, circa sessantaquattromila. La legalizzazione dell’aborto ha consentito di realizzare una delle strategie di prevenzione sanitaria di maggiore successo.

L’aborto non ha alcuna incidenza sui tassi di natalità. Al contrario, il numero di nati e il numero di aborti scendono da anni congiuntamente e sono influenzati dai medesimi fattori (l’invecchiamento della popolazione femminile e la diffusione delle tecniche contraccettive). Insomma, si fanno meno figli per la stessa ragione per cui si fanno meno aborti.

Per le donne italiane, le sole beneficiate dalla proposta di Gasparri, che oltre a essere stupida è anche razzista, non è dimostrata neppure una così forte correlazione tra aborto e condizione economica della gestante. Nel 2021 (ultimo dato disponibile) solo una donna su cinque tra quelle che hanno abortito era disoccupata. Tra le straniere era più di una su tre, e le casalinghe erano il ventisette per cento contro il diciassette per cento delle italiane.

Il costo della misura stimato da Gasparri è di seicento milioni di euro a partire dal 2024, il che significherebbe a regime, a partire dal quinto anno, un costo di tre miliardi l’anno. È facile ipotizzare che, se venisse approvata, non farebbe nascere più bambini, né praticare meno aborti, ma consentirebbe a molte donne in gravidanza, per nulla indesiderata, di dichiarare l’intenzione di abortire per accedere a un beneficio di sessantamila euro complessivi in cinque anni.

Propagandisticamente, con un simile stanziamento monstre (superiore ai soldi freschi che il Governo sta mettendo sulle misure di emergenza per lo smaltimento delle liste d’attesa sanitarie) Gasparri potrebbe pure sostenere – non l’ha fatto, ma ci potrebbe arrivare – di abolire l’aborto, come Luigi Di Maio disse di avere abolito la povertà con il reddito di cittadinanza.

Infatti la proposta mette sulla carta risorse sufficienti per convincere cinquantamila delle poco più di sessantamila donne che abortiscono ogni anno a tenersi il bebè. Come non averci pensato prima.

In realtà Gasparri per primo sa perfettamente che questa legge non sarà approvata, né vuole davvero che lo sia. Vuole al contrario che si infranga contro le polemiche dei cosiddetti “abortisti”, contro l’ostilità delle opposizioni e contro le risate della Ragioneria generale dello Stato, per legittimare la prosecuzione della sua lotta per i valori della vita e della famiglia.

Vuole insomma continuare a campare di rendita sul piccolo spaccio di risarcimenti simbolici e di battaglie manifesto per claque incattivite e frustrate, che è quello a cui si è ridotta, in assenza di quattrini, la nostra democrazia di scambio. Trafficare sulla compravendita di vantaggi costa troppo, allora tanto vale dare al pubblico pagante almeno qualche soddisfazione gratis. E cosa c’è di meglio che promettere, nel teatrino delle battaglie morali, ciò che non può essere mantenuto per la soverchiante forza del nemico, cui i Gasparri continueranno però a opporsi indomiti, nei secoli dei secoli, finché morte non li separi da un seggio?

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