L’unico modo per limitare la dispersione di plastica nei mari è smettere di utilizzare la plastica. Su questo possiamo essere tutti d’accordo, ma – provare per credere – applicare un approccio così radicale alla vita di tutti i giorni può rivelarsi a dir poco complicato. E poi resta da risolvere il problema della plastica che è già dispersa.
La nostra quotidianità si è sviluppata in larga parte anche facendo affidamento su questo materiale, che ritroviamo in ogni momento delle nostre giornate e che in molti casi sembra indispensabile. Si tratta di un materiale prezioso, che andrebbe impiegato, smaltito e riciclato con cura, esattamente come ogni altro scarto che produciamo, ma partire dal basso per avviare una rivoluzione è tanto essenziale quanto difficile.
Così, accanto all’approccio radicale si sono sviluppati diversi approcci alternativi con l’obiettivo di modificare gradualmente il sistema, sfruttando il suo stesso funzionamento (qui avevamo raccontato alcune iniziative dedicate agli oceani), come ad esempio la strategia di sviluppare un’economia per gli scarti, creando per essa un valore economico per incentivarne il recupero e il riciclo. È questo il tipo di progetto sposato da Cantina Puiatti, che per prima ha deciso di applicare questa filosofia al vino, attraverso l’impiego del tappo Nomacorc Pops Ocean, in collaborazione con Vinventions.
Il viaggio delle Ocean-bound plastics
Undici milioni di tonnellate. Sarebbe questa la quantità di plastica presente sui fondali dei nostri oceani, secondo un recente studio dell’Università di Toronto, pubblicato lo scorso aprile sulla rivista Deep Sea Research Part I Oceanographic Research Papers. Circa la metà di questi scarti è stata progettata per essere usa e getta e, come diversi studi hanno avuto modo di verificare negli ultimi anni, la stragrande maggioranza dell’inquinamento da plastica arriva dalla terraferma, attraverso i fiumi e in particolar modo dalle zone costiere.
Circa dieci anni fa, sulla rivista Science, per questa tipologia di rifiuti plastici è stata per la prima volta coniata la definizione Obp, Ocean bound plastics, ovvero quegli scarti plastici abbandonati e non gestiti da un sistema di raccolta, nell’arco di cinquanta chilometri dalle coste e quindi a rischio di finire in mare. Le Obp sono quindi diventate oggetto di una certificazione da parte dell’Ong europea Zero Plastic Oceans, con l’obiettivo di spingerne il reimpiego e quindi la raccolta e il riciclo.
Il nuovo tappo di Cantina Puiatti e Vinventions
Partecipare all’economia del recupero e riciclo dei rifiuti plastici marini è l’idea alla base del tappo Nomacorc Pops Ocean, la prima chiusura per vini spumanti realizzata con Obp e lanciata grazie alla collaborazione tra Cantina Puiatti e Vinventions. Il vino scelto per portare questo messaggio è il Ribolla Gialla Metodo Classico, uscito in edizione limitata l’8 giugno scorso, in occasione della Giornata mondiale degli oceani.
«Per ottenere risultati tangibili, è necessario che tutti gli attori della catena del valore siano coinvolti nel processo», spiega Alberto Lusini, ceo di Angelini Wines & Estates, di cui Cantina Puiatti fa parte dal 2010. «Nomacorc Pops Ocean contribuisce ad alimentare la domanda per l’utilizzo di materie prime derivate dal riciclo di questi rifiuti, impedendo il danneggiamento dell’oceano e del suo ecosistema. Si tratta di un bellissimo progetto che aiuta a promuovere la sostituzione dei materiali vergini con il loro equivalente riciclato e l’abbiamo scelto per dare un contributo concreto al cambiamento e alla lotta all’inquinamento marino». L’azienda entra così attivamente a far parte della catena del valore, alimentando la domanda di prodotto a base di Obp.
In termini di prestazioni Nomacorc Pops Ocean garantisce la stessa affidabilità degli altri tappi della gamma Nomacorc. la materia prima viene ottenuta tramite un metodo di riciclo avanzato che porta alle stesse proprietà di una materia prima vergine, mentre il tappo viene prodotto attraverso una tecnologia brevettata che consente un passaggio dell’ossigeno prevedibile e omogeneo. Inutile dire che qui non si rischia la presenza di tricloroanisolo (tca), la sostanza che può essere presente nel sughero e generare il tipico sentore di tappo.
«La lotta contro l’inquinamento marino richiede un impegno collettivo verso soluzioni sostenibili. Con questa scelta, le cantine e i loro consumatori diventano protagonisti del cambiamento e siamo entusiasti che questo progetto per il nostro nuovo tappo da spumante Pops prenda vita in Italia, sottolineando ancora una volta la forte attenzione all’innovazione e alla sostenibilità ambientale dei produttori italiani», afferma Antonino La Placa, direttore commerciale Italia e Sud Est Europa di Vinventions.
Non è una soluzione – nessuno ce l’ha – ma un passo per contribuire a una soluzione, che contiene anche un importante messaggio di sensibilizzazione.