Blood ruleIl dressage ha un problema con il maltrattamento degli animali

Lo scandalo della cavallerizza Charlotte Dujardin, esclusa dalle Olimpiadi per un vecchio video in cui frustava il suo cavallo, non è un caso isolato. Le tante criticità intorno a questa antica disciplina mettono a rischio il suo futuro nei Giochi

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Della discussa cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi, un’immagine sicuramente resterà nella memoria: il cavallo di metallo che solca la Senna guidato da un cavaliere con la bandiera a cinque cerchi a mo’ di mantello. Quel simbolo dello spirito olimpico sotto la Tour Eiffel è poi diventato un cavallo vero agli ordini di un sottufficiale della Gendarmerie. Nella celebrazione della grandeur di Parigi, i cavalli sono iscritti nel lungo elenco dei partecipanti insieme a donne e uomini illustri, quadri storici, mitologia e musica. Ne sono dimostrazione anche le mostre tematiche organizzate in occasione dei Giochi e la scelta del teatro degli sport equestri: la reggia di Versailles. Grazie all’allestimento di strutture temporanee, i giardini della reggia faranno da suggestiva cornice agli eventi dell’unico sport che prevede animali in gara.

Eppure, l’edizione parigina dei Giochi non è iniziata molto bene per l’equitazione. Martedì 23 luglio, tre giorni prima dell’inaugurazione, la cavallerizza britannica Charlotte Dujardin, medaglia d’oro nel dressage a Londra 2012, è stata estromessa dai Giochi per un video – diffuso dalle tv inglesi solo qualche due gironi dopo – in cui la si vede maltrattare il suo cavallo. La notizia, rimbalzata in pochi minuti da testate non solo sportive di tutto il mondo, ha portato una tempestiva risposta dell’atleta che si è ritirata dalla competizione ancora prima della sospensione e ha pubblicato una dichiarazione sui suoi canali social.

Per Dujardin il suo è «un errore di valutazione durante una sessione di allenamento», molto lontano dal suo carattere. Dal filmato, si vede la campionessa frustare l’animale per ventiquattro volte. Secondo il codice di condotta Fei, Fédération équestre internationale, adottato anche da British Dressage (BD), l’utilizzo eccessivo e inappropriato della frusta non è accettabile. L’uso della frusta nel dressage quindi è limitato da regole, ma lo strumento non è bandito. Tuttavia è uno dei maggiori punti intorno a cui ruota l’iter di rinnovamento del regolamento Fei. Già dal 1° marzo 2024 infatti le Federazioni nazionali e le parti interessate hanno avuto la possibilità di proporre modifiche al regolamento. Il 26 giugno la Fei ha fornito la prima bozza che potrà essere visionata e commentata fino al 21 agosto. Il 16 ottobre poi la bozza finale delle modifiche verrà consegnata alle federazioni nazionali e alle parti interessate e il 12 e il 13 novembre, in occasione dell’assemblea generale Fei, discussa e votata.

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L’equitazione è uno sport così antico che per essere praticato oggi ha bisogno di evolversi soprattutto nell’interesse degli animali coinvolti. A questo proposito bisogna considerare la data del video degli abusi di Dujardin. Il filmato, fornito da una fonte sconosciuta, risalirebbe a quattro anni fa, al 2020. Un anno prima, l’amazzone britannica, in sella a Mount St. John Freestyle, era stata eliminata dal Grand Prix di Rotterdam perché erano state rilevate tracce di sangue sul fianco del cavallo durante i controlli di routine.

Secondo il regolamento Fei quando viene trovato del sangue, o vengono trovati dei segni sul corpo dell’animale, scatta l’eliminazione dalla competizione. È la blood rule e porta all’esclusione senza possibilità rientrare nella gara in corso. Stessa sorte è toccata ad esempio all’italiano Emiliano Portale squalificato nella giornata inaugurale dell’Equitazione ai Giochi Olimpici di Parigi, lo scorso sabato 27 luglio, per il sangue trovato nella bocca del suo cavallo. La Fei stessa ha ribadito che l’esclusione per questa regola non implica necessariamente che ci fosse l’intenzione di danneggiare il cavallo. Portale ha contestualmente fatto sapere che si è trattato di un incidente: l’animale si sarebbe morso un labbro durante la prova. In ogni caso al team italiano, in cui è subentrato in sostituzione Pietro Sandei, costa cento punti di penalità.

Nonostante casi analoghi e precedenti, l’attuale vicenda di Dujardin presenta diverse criticità. Da voci di corridoio, la cavallerizza, che a Parigi sarebbe potuta diventare l’atleta britannica più medagliata della storia, non sarebbe vista di buon occhio da diversi colleghi e addetti ai lavori. Eppure il suo è diventato negli ultimi anni un volto immagine della disciplina. Nel 2018 aveva pubblicato anche un libro dal titolo “The Girl on the Dancing Horse: Charlotte Dujardin and Valegro” contribuendo a presentare la sua figura di sportiva di nicchia a un pubblico decisamente più pop. Forse anche questa sua popolarità ha inciso sull’eco che sta avendo la sua esclusione dai Giochi.

Un po’ come accaduto nel 2021. Tre anni fa a Tokyo, Annika Schleu, in gara nel pentathlon moderno, ha frustato il suo Saint Boy, restio a saltare davanti a un ostacolo. A incitare l’atleta contro il cavallo era stata anche l’allenatrice di Kim Raisner, che ha sferrato un pugno all’animale. Quell’episodio ha portato l’Uipm, Union internationale de pentathlon moderne, ad approvare la mozione che elimina l’equitazione dall’elenco di discipline del pentathlon moderno con l’83,3 per cento dei voti favorevoli.

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L’affaire Dujardin riaccende i riflettori sul dressage, che non sembra essere immune agli abusi. Basti pensare all’americano Cesar Parra, recidivo dopo le indagini del 2012, sospeso dalla federazione internazionale e da quella di appartenenza dopo la diffusione di video in cui frusta i cavalli, con colpi anche in testa, applicando il “rollkur” – tecnica vietata poiché costringe l’animale a iper-flettere il collo in maniera innaturale portando anche difficoltà respiratorie. Ma non è finita qui. C’è il caso di Evi e Tanya Strasser, mamma e figlia canadesi accusate di maltrattamento. Quello di Leandro Aparecido da Silva, cavaliere di dressage che ha gareggiato anche per la squadra olimpica brasiliana, i cui video in cui maltratta un pony sono in rete. O quello del documentario “Operation X: Secrets of the Horse Billionaire” della TV2, realizzato sotto copertura nel centro di Helgstrand dressage. Non mancano casi italiani. Va citata infatti la radiazione dalla Fise, Federazione Italiana Sport Equestri, dell’olimpionico Paolo Margi che nel 2014 provocò la morte del cavallo Flambo, che avrebbe dovuto addestrare, con una caduta durante una sessione di allenamento di dressage.

Oltre che al pensiero di una vendetta personale, la tempistica della diffusione del filmato di Charlotte Dujardin le eviterà di essere perseguita penalmente dalla Rspca, La Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, per via di una clausola presente nell’Animal Welfare Act del 2006, secondo cui un tribunale può esaminare solo un’informazione divulgata fino a tre mesi dalla commissione del reato stesso. Essendo il video girato quattro anni fa, non risulta quindi giudicabile dai magistrati. Resta comunque aperta l’indagine Fei e il rischio di tramonto del dressage.

Nonostante sia tangibile un sentimento pro abolizione del dressage nell’opinione pubblica, come riporta il Telegraph, negli ambienti degli addetti ai lavori e anche sugli spalti di Parigi frequentati da amatori e appassionati, le parole sono tutte di accusa contro Dujardin, che avrebbe disonorato lo sport e inferto un brutto colpo a tutto ciò che ruota intorno alla sua disciplina. Anche Charlotte Salomon, del partito conservatore, da ex cavallerizza si schiera a difesa del dressage con un thread su X: «Per coloro che chiedono il divieto degli sport equestri: non avete mai conosciuto un legame inespresso come quello tra un bravo cavaliere e il suo cavallo. È una tranquilla pace reciproca che non esiste in nessun altro posto al mondo».

Se l’edizione di Parigi del 1900 è stata l’Est per l’equitazione che faceva il suo esordio ufficiale ai Giochi Olimpici – anche se per il dressage bisognerà attendere fino ai giochi di Stoccolma del 1912 – Parigi 2024 può essere l’Ovest, quantomeno per il dressage che vede vacillare il suo posto a Los Angeles 2028. Intanto oggi a Versailles è in programma proprio il dressage a squadre, ma senza la più attesa e chiacchierata Charlotte Dujardin.

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