Rinfrescante, dolcemente floreale ed equilibrato grazie una variegata parte amaricante, Contrattino Aperitivo Bitter è un aperitivo un ready-to-drink a bassa gradazione alcolica (solo 5,5% vol) creato da Paolo Dalla Mora, già fondatore di Gin Engine, Vermouth & Bitter Strucchi e Sgrappa, Giorgio Rivetti, proprietario di Contratto, e Luca Gargano, presidente della Velier. A questo pool di imprenditori visionari si è aggiunto da pochi giorni uno degli chef più vulcanici e passionali del nostro Paese, Antonino Cannavacciuolo.
Contrattino è il risultato dell’esperienza e della meticolosa e incessante ricerca sul prodotto portata avanti da Casa Contratto, cantina vinicola fondata a Canelli nel 1867, che fin dagli albori della moda dell’aperitivo – con la diffusione dei primi cocktail classici come Americano e Negrino – ha saputo rendersi protagonista del panorama della miscelazione mettendo in commercio prodotti pensati anche per questo scopo. Nascono così il Contratto Bitter (1933), il Contratto Aperitif (1935) e il primo antenato dei moderni ready-to-drink: L’aperitivo Tonic Normal G. Contratto Canelli. L’apprezzamento del pubblico è tale che negli anni Cinquanta arrivano anche il Tonic Normal e il Tonic Bitter, presentati come «gli aperitivi degli intenditori» con una campagna pubblicitaria d’impatto firmata dall’artista Mario Gros.
In linea con questa tradizione e restando coerente con l’approccio avanguardista dell’azienda, Contrattino ha tutte le carte in regola per adattarsi alle attuali tendenze di consumo in fatto di aperitivo, puntando soprattutto sulla naturalità e sull’approccio sostenibile, con una particolare attenzione per il biologico. Il drink, infatti, è preparato con alcol e zucchero di canna bio, aromi naturali di piante officinali, agrumi e in più il succo concentrato di carota nera che gli conferisce un acceso e inconfondibile color rosa fucsia! Una scelta che motiva anche l’entusiasmo per il progetto di chef Cannavacciuolo, da sempre attento alla sostenibilità e alla qualità degli ingredienti della sua cucina. Ancora una volta l’estetica non è lasciata al caso: Contrattino è confezionato in una bottiglietta da 20 cl in stile vintage, con un rimando all’Art Déco dato da un lettering compatto, simmetrico e snello, che si staglia con il suo fucsia sullo sfondo blu dell’etichetta, in un contrasto dinamico che rende la scritta ancora più distinguibile.
Cannavacciuolo non è l’unico chef a firmare un cocktail ready-to-drink. Prima di lui infatti molti colleghi hanno sentito il richiamo di aromi e botaniche unitamente a processi di infusione e affinamento, dedicandosi allo studio dei distillati e associando il proprio nome a superalcolici pensati anche per la miscelazione. Già nel 2015 Alessandro Gilmozzi, chef patron del Ristorante El Molin di Cavalese (Trento), da sempre appassionato di foraging, ha realizzato Gilbach.Gin, uno spirit artigianale prodotto solo con ingredienti naturali raccolti a mano in Val di Fiemme e capace di trasportare il bosco nel bicchiere. Oggi anno per produrlo occorrono circa trecento chili di bacche di sambuco, prugnola selvaggia e ginepro, che messe in miscelazione con un alcol agricolo proveniente dalla birra, danno origine a un distillato che unisce le note balsamiche di ginepro, resina, anice e rosmarino con quelle fruttate di prugna, ciliegia, nocciola, fino ai sentori di limone e sambuco. Gilmozzi lo utilizza per preparare il Pin Tonic, un Gin Tonic servito con pigna fermentata con il suo olio essenziale, da abbinare al dolce Borderline (in cui si incontrano ingredienti come cirmolo, topinambur selvatico, resina di abete e larice e lichene candito).
Nel 2020, Marcello Trentini chef di Magorabin a Torino, con la sua idea di cucina contaminata e sospesa tra rispetto della memoria e innovazione, ha ispirato Del Mago Drinks, una collezione di cinque spirits (Spiriti Assoluti) e quattro cocktail ready-to-drink (Cocktail d’Alta Cucina). Prodotti d’autore interamente made in Piemonte, realizzati a partire da ricette tradizionali con l’aggiunta di qualche intuizione dello chef e in più il tocco creativo delle etichette firmate da Gianluca Cannizzo.
Anche Carlo Cracco fa scuola nel mondo dei distillati tanto che già nel 2021, insieme alla distilleria Quaglia, realizzò la sua linea di distillati Gran Milano. Tre prodotti (un amaro bianco, un limoncello – con l’aggiunta di sale – e un gin), studiati per rispecchiare il suo gusto e una filosofia di cucina elegante e mai aggressiva. Anche in questo caso si tratta di spirits adatti ad essere gustati in purezza come a essere miscelati in cocktail ideali per il pairing con i piatti firmati dallo chef.
La stessa cosa ha fatto Giancarlo Morelli (chef patron del Pomiroeu a Seregno, del Morelli Milano&Bulk a Milano), che nel 2022 insieme alla start up torinese The Spiritual Machine), ha realizzato il suo distillato. Così è nato Gian: un gin dalle note agrumate e floreali, realizzato dopo un lungo studio rivolto tanto alle botaniche quanto al ruolo del ghiaccio, per finire con la ricerca della migliore tonica da abbinare. Coerentemente con la cucina dello chef, da sempre votata alla selvaggina, nel suo spirit spiccano le note balsamiche e resinose del ginepro, abbinate ad altri ingredienti evocativi di viaggi ed esperienze importanti della sua vita, come il lime peruviano e il bergamotto, ma anche la menta, l’eucalipto, la rosa canina, l’ibisco, la camomilla, la radice di colombo, la mirra, l’incenso, l’aloe. Il risultato è un gin perfetto per la miscelazione, ma che lo chef utilizza anche in cucina, nelle salse di accompagnamento per il piccione o la pernice.
Sempre nel 2022, dopo quasi due anni di studio e prove, lo chef Giuseppe D’Errico del ristorante due stelle Michelin La Madernassa (in provincia di Cuneo) ha realizzato il suo Mad Gin: primo distillato al mondo aromatizzato alla Pera Madernassa, raccolta dagli alberi attorno al resort.
Lo spirit si ottiene dalla tripla distillazione di bacche di ginepro ed erbe aromatiche quali rosmarino, erba limonina, timo e maggiorana. Infine Roberto di Pinto, chef patron del ristorante milanese Sine, e Flavio Esposito, il bar-chef co-fondatore e amministratore di Bespoke Distillery, hanno realizzato una versione contemporanea del limoncello e dell’amaro. Si tratta di O’Limoncello Milano-Napoli, ottenuto dall’infusione di pistilli di zafferano con bucce di limoni di Amalfi Igt, perfetto da gustare puro a fine pasto oppure miscelato con spumante per un Limoncello Spritz, e di Amaro D’‘O Nonno, dal profumo di erbe della Macchia Mediterranea. Due liquori che parlano di ricordi e tradizioni in evoluzione in cui Di Pinto ha voluto omaggiare rispettivamente le due città in cui si divide la sua vita, Napoli e Milano, e il ricordo dei nonni. In particolare l’amaro è ispirato al rosolio tipico della Costiera Amalfitana chiamato Concerto. Un nome ideale per indicare l’armonia delle botaniche all’interno del distillato, ma anche per riassumere il senso della ricerca che avviene ogni giorno nelle cucine degli chef di cui si è parlato. E oggi anche nei loro drink.