Laureata in tecnologie alimentari presso la facoltà di agraria di Milano, Maria Sabrina Tedeschi ha svolto uno stage all’Università di Enologia della Borgogna diretta dal professore Michele Feuillat. Dopo la laurea ha insegnato enologia presso l’istituto di San Michele all’Adige, svolgendo anche l’attività di ricerca nel settore enologico e lattiero caseario. Il richiamo del cuore e il desiderio di sviluppare l’azienda di famiglia hanno però prevalso e così oggi, occupandosi di export, affianca il fratello Riccardo, enologo, e la sorella Antonietta nella conduzione della cantina di Pedemonte.
L’azienda Tedeschi è da sempre sinonimo di Valpolicella, di qualità superiore e di valorizzazione dei singoli vigneti. Oggi esportano in quaranta Paesi nel mondo, soprattutto in Canada.
I vini della Cantina Tedeschi hanno grande struttura, grande capacità di invecchiamento e risultano eleganti al tempo stesso. Ogni bottiglia è espressione del territorio: racchiude la storia, le tradizioni, l’anima e la passione del produttore, oltre alla sua conoscenza e al suo saper fare. È emozione prima di tutto.
In famiglia le nuove generazioni, cinque ragazze e due ragazzi, lavorano in altri ambiti. Con la speranza che possano ereditare dai genitori la passione per l’attività di famiglia e far parte di questo bellissimo progetto.
Qual è la tua zona del vino del cuore?
La Valpolicella.
Perché proprio questa?
È il luogo dove sono nata e cresciuta con i miei fratelli Antonietta e Riccardo, da cui mi sono allontanata per motivi di studio e di esperienze lavorative per poi ritornare dopo quindici anni, decidendo di crescere le mie figlie qui. È un luogo che ti permette di essere in mezzo alla vigna e raggiungere la città e il lago di Garda in brevissimo tempo, con Verona ben collegata al resto d’Italia e al mondo grazie al suo aeroporto. È il luogo che ti fa stare bene ogni volta che ritorni da un viaggio.
Quando sei stata lì la prima volta che cosa hai pensato?
Ho pensato che il territorio avesse ancora tanto da esprimere e da comunicare, una bellezza unica ma poco riconosciuta, con le sue diverse vallate e i vigneti decorati dalle marogne, i tipici muretti a secco. L’impegno di ognuno di noi ha fatto crescere questi luoghi, e li ha resi riconoscibili in tutto il mondo soprattutto per il suo vino icona, l’Amarone, ma non solo. La continua ricerca scientifica per esprimere al meglio la tipicità dei prodotti è sicuramente fondamentale per assicurare un futuro di sviluppo e di successo del territorio.
Quali sono i vitigni che ami di più qui e perché?
La Corvina e il Corvinone, le varietà tradizionali della Valpolicella, che troviamo solo qui e come tali sono preziose e rendono il territorio in qualche modo unico. Sono varietà delicate, ma al tempo stesso forti da sopportare lunghi appassimenti; fruttate e speziate insieme, riescono a esprimere un carattere aromatico complesso. Ci sono zone dove la Corvina si esprime meglio e altre dove il Corvinone regala un frutto ancor più consistente. Due varietà sinergiche che esaltano reciprocamente i caratteri positivi di ciascuna.
Ci dici i cinque posti che non possiamo perderci venendo qui?
Per il gusto: Cantina Quintarelli, Ristorante Enoteca della Valpolicella e Trattoria Caprini. Da visitare invece la pieve romanica di San Giorgio di Valpolicella, detta di Ingannapoltron, la pieve romanica di San Floriano e il percorso della salute da Gargagnago a San Giorgio Ingannapoltron.