Alleanze occulteTra Mosca e Pechino si studiano mosse comuni, contro Zelensky

In una comunità occidentale che discute molto e fa fatica a supportare la difesa e la resistenza Ucraina, verso Est la Russia e la Cina si muovono nell’ombra per tutelare i loro interessi

Se l’Occidente discute e fa a fatica la conta degli aiuti militari all’Ucraina, la Cina studia un piano per salvare la Russia dal pantano nel quale si trova. Lo svela un documento dell’intelligence ucraina che la testata Politico è riuscita a ottenere e ad approfondire. E dal quale esce una superpotenza orientale che vorrebbe vendere ai consessi internazionali un’immagine da babysitter dello scalmanato bambino russo, ma che in realtà spinge per intervenire a tutela degli interessi propri e del regime putiniano.

La comunità dei paesi che hanno scelto la democrazia si muove tra i mugugni trumpiani contro il sostegno americano a Zelensky e cerca unità d’intenti nei paesi più recalcitranti d’Europa. La fatica è quadrupla rispetto ai governi dell’uomo forte, che giocano a risiko senza troppi scrupoli. La posta, per tutti, è un accordo che ponga fine alla guerra in Ucraina. Pechino lavora dietro le quinte durante dell’Assemblea delle Nazioni Unite a New York, per costruire una rete di alleanze tra Paesi di America Latina, Asia e Africa, con l’obiettivo di stabilizzare le attuali linee del fronte.

Ci si chiede comunque se il contenuto dell’accordo messo in campo dalla Cina abbia possibilità di risolvere la situazione. E a che prezzo.

Pechino sta cercando di persuadere i diplomatici a sostenere colloqui di pace che considerino gli «interessi di sicurezza di ogni paese», per evitare alla Russia l’umiliazione di perdere la guerra. Una sorta di divide et impera che punterebbe sotterraneamente a rompere la già fragile compattezza dell’Occidente. Ma anche se per qualcuno l’atteggiamento iper pragmatico della Cina può essere considerato interessante e risolutivo, siamo ancora nella fase in cui non si capisce come il governo di Kev sia riuscito a ottenere informazioni sulle intenzioni cinesi.

La proposta di Xi Jinping al mondo sarebbe dunque  l’organizzazione di una conferenza di pace internazionale riconosciuta sia dalla Russia che dall’Ucraina, con una partecipazione equa di tutte parti coinvolte. Questo piano si basa su un percorso di sei punti studiato da Cina e Brasile lo scorso maggio. Ma è un piano che prevede, tra le altre cose, l’accettazione della regola che non vi sarà più alcuna espansione dell’area di guerra, nessuna escalation dei combattimenti e nessuna provocazione recioproca».

Ma è chiaro a tutti che in tal modo la Russia potrà continuare le sue operazioni militari senza dover restituire quel 15 per cento del territorio ucraino oggi sotto il suo controllo. L’Ucraina ha infatti espresso il timore che un ampio gruppo di paesi occidentali siano sedotti dalla proposta cinese, consentendo così a Pechino di vantarsi di un’approvazione collettiva della soluzione di pace sino-brasiliana.

Di fronte a questa strategia cinese, il governo ucraino guidato da Volodymyr Zelensky, sta intensificando gli sforzi per dissuadere i suoi alleati dal cadere in trappola.

L’Ucraina incassa infine dagli Stati Uniti un pacchetto di aiuti militari del valore di otto miliardi di dollari, comprensivo di nuove munizioni a lungo raggio, ma è chiaro che il presidente ucraino vive la situazione di stop and go ogni volta che deve convincere gli alleati. L’obiettivo della vittoria contro la Russia è condiviso con un certo sacrificio e sembra non ci si renda conto che si tratta di una corsa contro il tempo, dato che dal documento segreto si confermerebbe una crescente della collaborazione tra Mosca e Pechino.

Ad alimentare il sospetto sono state in queste ore anche fonti dell’intelligence europea e altri documenti trovati dall’agenzia giornalistica Reuters: la Russia avrebbe avviato un programma di armamenti in Cina per produrre droni militari a lungo raggio da impiegare contro l’Ucraina.

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