Capitani e generalissimiA Salvini sta sfuggendo di mano il partito, e Vannacci non vede l’ora di prenderselo

Il leader della Lega si aggrappa a qualsiasi cosa pur di risalire la corrente, è perfino disposto a fare pace con Bossi. Il pericolo è che l’incursore della Decima Mas diventi più popolare di lui (e forse è già troppo tardi)

Lapresse

La pace di Gemonio tra Matteo Salvini e Umberto Bossi è passata come una semplice rimpatriata con il vecchio capo. Un semplice gesto di cortesia per omaggiare il fondatore della Lega Nord dopo che si era sparsa la voce che il Senatur fosse morto. Il leader della nuova Lega nazionale si è invece dovuto genuflettere: ha cercato di far dimenticare che i rapporti tra i due erano pessimi. Il punto più basso alle elezioni europee. L’ex segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi aveva fatto sapere che Bossi avrebbe votato per ex capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, passato nel frattempo in Forza Italia. Si era addirittura parlato di una sua espulsione. Poi, ovviamente, non se ne è fatto nulla, perché sarebbe stato un sacrilegio per i maturi militanti e per i dirigenti della Lega che devono tutto al capo storico, l’inventore del leghismo.

Salvini si rende conto che il partito gli sta sfuggendo di mano e adesso sta remando come un forsennato per risalire la corrente dei consensi. Anche Bossi è utile. Il salmone leghista perde pezzi in giro per l’Italia, rischia di vedersi soffiato, il prossimo anno, il Veneto dagli alleati, non riesce a far passare il terzo mandato per Luca Zaia. Deve blindare il Carroccio esposto all’opa del generalissimo Roberto Vannacci. E, soprattutto, fermare l’emorragia dei dirigenti e amministratori locali: l’ultima più clamorosa, la fuga di tutti i consiglieri regionali del Partito sardo d’Azione, passati dal patto con la Lega, che portò all’elezione del governatore Solinas, a quello con Forza Italia. E poi, dicevamo, l’incursore della Decima Mas, che alle europee ha portato oltre cinquecentomila voti a Salvini, salvandolo da una figuraccia micidiale. Ora però il soldato vuole dettare la linea a un partito che una volta era considerato il più leninista. Oppure farsi il suo partito, che inevitabilmente succhierà quel che resta dei voti leghisti. Appuntamento il 16-19 settembre a Viterbo con la “Prima Festa di Noi con Vannacci”, che fa il verso al slogan “Noi con Salvini” e sa tanto di festa di partito.

Ora il soviet traballa, si accorcia al sud svuotato da Fratelli d’Italia – come la Lega aveva svuotato, a cavallo delle elezioni del 2018, il partito di Giorgia Meloni. E, arretrando arretrando, si è trovato alle politiche del 2022 a essere un cespuglio del centrodestra, fino a essere scavalcato da Antonio Tajani alle europee. Nel mezzo la fronda di Bossi e di un pezzo del vecchio Carroccio versione sindacato del nord. Salvini difende ancora la versione della Lega nazionale-Salvini premier e la conferma viene dalla nomina alla vicesegretaria del sottosegretario di Latina Claudio Durigon, il primo che non viene dal nord. Salvini deve guardarsi le spalle anche da coloro che sono sempre stati considerati fedelissimi, come il capogruppo Romeo che vuole diventare segretario regionale in Lombardia, ma che lo stesso Salvini vuole stoppare.

L’ingresso di Vannacci, la perdita di consenso e lo schiacciamento sull’estrema destra europea hanno aperto molte crepe nei muri di via Bellerio. Per sua fortuna , Salvini ha portato a casa l’autonomia differenziata, ma è ancora una conquista sulla carta parlamentare. La pur difficilissima prova referendaria potrebbe causare un cataclisma se venisse vinta dall’opposizione. Soprattutto se invece dovesse passare il premierato voluto da Meloni.

La battaglia per la sopravvivenza Salvini la sta combattendo già in questi giorni. Oggi i Pm di Palermo dovranno pronunciarsi sul processo Open Arms, in cui è accusato di sequestro di persona (rischia fino a quindici anni di condanna). Non è che si auguri di essere condannato per poter fare il martire, eppure quell’accusa per lui è una medaglia al petto. Allora, grande mobilitazione: gazebo a fine mese in giro per l’Italia, con la presenza di Patrioti europei, e un flashmob oggi a Palermo in solidarietà al leader. Ma lui, sul più bello, ieri sera ha annunciato che non sarà presente nell’aula del tribunale di Palermo.

Ora punta sulla mobilitazione di Pontida, il 6 ottobre, ma ci potrebbero essere vuoti nel pratone e la ola per Vannacci, presente! Ma almeno l’ex parà è garanzia di pienone e curiosità visto che non è andata bene la presenza militante alla Bèrghem Fest, una delle kermesse leghiste più popolari. Tutti i giornalisti sono pronti a misurare l’applausometro di Matteo e Roberto.

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