«E se tornassimo a parlare d’amore?», è questa la frase che il Teatro Franco Parenti ha scelto per aprire la stagione 2024-25. Una domanda provocatoria, dirompente, che campeggia sulle centinaia di manifesti pubblicitari in giro per Milano. E di fronte alla quale non è possibile rimanere indifferenti, anche solo per un istante.
Giovedì 26 settembre, Andrée Ruth Shammah, presidente del teatro di via Pier Lombardo, ha tenuto la conferenza stampa di presentazione degli spettacoli. Dodici produzioni che verranno messe in scena tra ottobre e la prossima primavera, tenute insieme dal filo rosso dell’amore, come spiegato proprio da Shammah nel discorso introduttivo:
«Dopo tanto urlare, contrapporsi, voler avere ragione, forse è venuto il momento di trovare parole d’amore senza sentire il disagio della banalità, senza credere che essere cinici voglia dire essere intelligenti. Il momento di sentire parole che ci aiutino a uscire dall’isolamento nel quale ci proteggiamo per paura di lasciarci andare. Tornare a parlare d’amore vuol dire essere capaci di ascoltare, di emozionarsi, di “mollare”. Amare la semplicità̀ senza il timore di un ragionamento complesso. E amare le contraddizioni, le imperfezioni e la capacità di compassione e di allegria! Imparentatevi e lasciatevi guidare dalla curiosità di un cartellone che vuole avere come filo conduttore il desiderio di un rapporto d’amore con il nostro pubblico. Che è poi amore per lo stare insieme…per la poesia, la letteratura, la cultura. Scambiate le vostre impressioni con noi e scriveteci. Parliamoci, teniamoci vicini».
Si parte il primo ottobre (fino al primo dicembre) con “Chi come me” scritto da Roy Chen, e adattato e diretto da Andrée Ruth Shammah. Lo spettacolo, sold out in più occasioni lo scorso anno, ha origine dall’incontro tra l’autore con il personale medico e alcuni ragazzi ospiti di un centro di salute mentale di Tel Aviv, avvenuto nel 2019. I protagonisti sono cinque adolescenti affetti da disturbi psichici di varia natura, giovani interpreti di una pièce sul disagio giovanile che interpella e commuove profondamente il pubblico.
Dal 9 al 13 ottobre è il turno di “Factum est” di Giovanni Testori, interpretato da Andrea Soffiantini. Si tratta di uno dei monologhi più intensi del teatro testoriano, imperniato sulla drammatica domanda di senso che accompagna l’uomo fin dalla sua condizione di feto.
“Giovedix” è invece un percorso di sette spettacoli, dal 10 ottobre al 10 aprile, in cui il comico Gioele Dix legge e commenta sette opere di autrici moderne e contemporanee. Con il suo stile fatto di sorprese e curiosità, di leggerezza e profondità, Dix si immerge nella materia letteraria stimolando domande, riflessioni e anche qualche risata.
Dal 22 al 27 ottobre il Teatro dei Gordi porterà in scena al Parenti “Pandora”, una pièce ambientata in un bagno pubblico in fondo a un corridoio o sotto la piazza di una città: può essere il bagno di un aeroporto, di un club o di una stazione di servizio. Lo attraversa un’umanità variegata e transitoria, è un covo di demoni, un’anticamera, una soglia prima di un congedo o di un battesimo di fuoco.
Sempre dei Gordi è “Note a margine”, rappresentato al Teatro Parenti dal 7 al 15 novembre. Viene messa in scena una veglia funebre, con la bara aperta, alcuni paramenti e qualche visitatore. Lo spettacolo è un tentativo di dare un senso al dolore e alla perdita, attraverso gesti e parole che diventano un omaggio al defunto.
“Il misantropo” di Molière, prodotto e diretto da Shammah e Luca Micheletti, è un omaggio alla modernità del drammaturgo francese, e andrà in scena dal 19 al 24 novembre. Come da volontà dei due registi, l’opera evita giudizi morali, preferendo esplorare i vari punti di vista dei personaggi nella loro caleidoscopica complessità.
Il regista Filippo Timi propone una nuova edizione di “Amleto²”, il suo celebre spettacolo. In questa innovativa rilettura, ospitata dal Teatro Parenti dal 10 al 22 dicembre e poi dal 27 al 31 dicembre, viene rielaborato il classico shakespeariano in modo radicale, convertendo passioni e personaggi in un’atmosfera circense.
Dal capolavoro di Joseph Roth “La leggenda del santo bevitore”, Shammah ha tratto ispirazione per un’omonima pièce teatrale, in programma dal 16 al 26 gennaio. Si tratta della storia di un uomo, di un’esistenza perduta dietro alle occasioni della vita, ma protesa fino alla morte verso l’adempimento di un dovere morale.
“Scene di un matrimonio” di Ingmar Bergman, dal 21 al 26 gennaio, narra di una coppia che cerca di restare unita pur soffrendo crepe e insoddisfazioni, rabbia, tensioni e risentimenti accumulati negli anni. La regia è di Raphael Tobia Vogel, assieme a Fausto Cabra e Sara Lazzaro.
Dal 13 febbraio al 2 marzo, il Teatro Parenti ospiterà un’altra pièce di Vogel, “Costellazioni”. Si tratta di una drammaturgia unica e travolgente dal ritmo serrato, che esplora tutte le possibili fasi di una relazione: conoscenza, seduzione, matrimonio, tradimento, malattia.
Lo spettacolo “Pirandello pulp” di Edoardo Erba, con Massimo Dapporto e Fabio Troiano diretti da Dix (dal 4 al 16 marzo), sembra un gioco di ribaltamento dei ruoli, ma la scoperta di inquietanti verità scuoterà i precari equilibri dei personaggi e farà precipitare la commedia verso un finale inaspettato. Siamo in prova, sul palco dove deve andare in scena “Il giuoco delle parti” del celebre drammaturgo siciliano.
Cabra incontra Gianni Forte in “Schegge di memoria disordinata a inchiostro policromo”, una pièce che trae ispirazione dalle vicende biografiche di Billy Milligan, un criminale americano famoso per essere stato il primo a essere assolto per crimini violenti a causa del disturbo di personalità multipla. Lo spettacolo verrà rappresentato al Teatro Parenti dal 18 marzo all’11 aprile.