Checks&BalancesLa formazione del governo austriaco è nelle mani dei partiti moderati (per fortuna)

Nonostante la vittoria elettorale degli estremisti del Partito della Libertà (Fpö), il prossimo esecutivo di Vienna dipenderà dalle decisioni dei popolari dell’Ovp, che potrebbero anche optare per un’alleanza tra con Socialdemocratici e un terzo partito

AP/Lapresse

Le elezioni parlamentari austriache si sono concluse con la vittoria del Partito della Libertà (Fpö), formazione di destra radicale, euroscettica e filorussa capeggiata da Herbert Kickl. Si tratta di una cattiva notizia per Bruxelles, che assiste all’ennesimo successo di una formazione estremista in uno Stato membro, ma anche di un evento atteso.

Il primo posto dell’Fpö, che ha ottenuto il 28,8 per cento dei voti, era stato previsto dalla quasi totalità dei sondaggi realizzati dal gennaio 2023 a oggi e le forze politiche moderate non sono riuscite a mettere in discussione un risultato già scritto. I conservatori del Partito Popolare (Ovp), che esprimono l’attuale Cancelliere Karl Nehammer, si sono fermati al 26,3 per cento dei consensi mentre i Socialdemocratici, con il ventuno per cento dei voti, hanno conseguito il peggior risultato di sempre. I liberali di Neos ed i Verdi, con il 9,2 e l’8,3 per cento dei suffragi, sono in secondo piano ma potrebbero trasformarsi in ago della bilancia per la formazione del prossimo esecutivo.

I risultati elettorali hanno dato vita a un quadro frammentato e i principali partiti politici dovranno formare una coalizione per poter governare. La vittoria, di misura, dell’Fpö garantisce alla destra radicale appena cinquantasette seggi sui centottantacinque del Parlamento, un numero lontano dalla maggioranza assoluta. I Socialdemocratici, i Verdi e Neos hanno escluso ogni forma di collaborazione con l’Fpö mentre l’Ovp ha messo il veto sul nome di Herbert Kickl come prossimo Cancelliere.

I rapporti di forza nel mondo conservatore austriaco sono sempre stati sbilanciati a favore dell’Ovp, che ha governato con l’Fpö in passato ma occupando una posizione dominante e questo cambio di passo può risultare indigesti ai moderati. La destra radicale ha assunto, poi, posizioni sempre più estremiste nel corso degli ultimi anni. Il partito, come ricordato dalla Nbc, ha forti legami con la Russia di Vladimir Putin ed è contrario a inviare aiuti all’Ucraina, è favorevole alla “remigrazione” degli «stranieri sgraditi» che verrebbero espulsi verso i loro Paesi di origine, sostiene che l’Austria debba essere un Paese di «omogeneità» piuttosto che di «diversità».

Il professore Peter Filzmaier, docente presso le Università di Kerm e Gratz, ha spiegato alla Nbc che l’Fpö sta cercando di formare «un’asse formato da soggetti di estrema destra nell’Unione europea» e infatti Kickl è molto vicino all’Ungheria di Viktor Orbán. La contrarietà manifestata dall’Fpö alle sanzioni emesse contro la Russia significa che il partito, qualora assuma il potere, rafforzerà le posizioni di Ungheria e Slovacchia a Bruxelles contribuendo ad indebolire il supporto a Kyjiv e a complicare il lavoro delle istituzioni comunitarie.

Le posizioni estremiste dell’Fpö non sono una novità e non hanno impedito al partito, nel corso dei decenni, di ottenere ottimi risultati elettorali. Nel 1999 ottenne il 26,9 per cento dei voti, nel 2017 il ventisei per cento dei consensi e nel corso degli ultimi venticinque anni non ha mai riscosso meno del dieci per cento dei suffragi. In Austria c’è, dunque, una base elettorale ricettiva nei confronti dei messaggi radicali e pronta a sostenere il partito che, venendo spesso escluso dalla formazione del governo, si colloca all’opposizione e approfitta dell’impopolarità fisiologica degli esecutivi in carica.

La strada del prossimo governo, come ricordato da EuNews, dovrà passare necessariamente dai popolari dell’Ovp. La formazione moderata potrebbe decidere di allearsi con l’Fpö, qualora Kickl non sia Cancelliere, ed in questo caso l’esecutivo potrebbe contare su centodieci seggi e una confortevole maggioranza parlamentare.

I due partiti hanno, peraltro, posizioni non troppo dissimili in materia di immigrazione e su altri dossier. Se l’estrema destra si mostrerà incline al compromesso potrà avere buone possibilità di governare l’Austria e di piazzare i propri esponenti nei ministeri chiave del Paese.

L’alternativa è un’alleanza tra Ovp, Socialdemocratici e un terzo partito, Neos o Verdi, che sbarri la strada ai radicali ma che potrebbe anche rivelarsi molto instabile. Si tratta di un dilemma difficile da risolvere perché l’ascesa dell’Fpö al potere potrebbe avere conseguenze imprevedibili sulla tenuta comunitaria di Vienna e sulle dinamiche interne alla nazione alpina mentre la sua esclusione potrebbe, paradossalmente, rafforzarla nel medio termine e consentirgli di presentarsi alle prossime consultazioni in una posizione rafforzata. Sullo sfondo c’è, poi, il Presidente della Repubblica Alexander Van Der Bellen, progressista, che non intende nominare Kickl come Cancelliere prima di aver provato ogni possibile soluzione alternativa.

Il sistema partitico austriaco appare ostile alla destra radicale dell’Fpö ma questa considerazione non è condivisa da una parte significativa della popolazione del Paese. Il perpetuarsi dell’emarginazione politica degli estremisti può giovare alla tenuta dei partiti moderati solamente se questi ultimi, qualora formino il prossimo governo, si rivelino in grado di agire in maniera chiara e di formulare una linea politica coerente. In caso contrario non faranno altro che fomentare il bacino elettorale dell’Fpö che, nonostante tutto e tutti, sembra non volersi sgonfiare e che potrebbe travolgere Vienna.

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