L’Unione europea commina sanzioni alla Russia e l’Italia si dimentica di farle rispettare, ignorando forse il suo ruolo all’interno dell’ordinamento comunitario. Al punto che l’emittente russa Rossya 1, da tempo nell’elenco dei media sospesi dalle sanzioni europee, ha trasmesso dall’Italia servizi legati all’invasione russa in Ucraina. Messaggi di propaganda come se si fosse a Mosca o a San Pietroburgo, a Kazan o a Novosibirsk. E poi ha perfino dato notizia della cancellazione di un evento che si sarebbe dovuto tenere in Sicilia, a Sciacca, in provincia di Agrigento, il 22 ottobre scorso. Un incontro che voleva legittimare la narrazione russa sulle adozioni internazionali di bambini ucraini, quelli che secondo la Corte penale internazionale sono stati invece deportati forzatamente in Russia, violando i diritti umani.
Era stato l’intervento della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno – che in un tweet aveva comunicato di aver segnalato il convegno al collega eurodeputato del Partito democratico, il siciliano Giuseppe Lupo e Michele Catanzaro capogruppo Pd all’Assemblea regionale siciliana affinché «venga immediatamente cancellato» – a fermare lo scempio. Allora, per non farsi mancare nulla, l’emittente russa Rossya 1 ha diffuso nei suoi messaggi anche insulti e gravi diffamazioni all’indirizzo della vicepresidente del Parlamento europeo, colpevole unicamente di aver agito per impedire che un evento di propaganda russa avesse luogo in Italia.
È per questo che la stessa vicepresidente Picierno ha inviato una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, includendo tra i destinatari anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, e poi anche i vertici dell’Unione europea (la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel). Nella sua lettera, Picierno mette il governo a conoscenza dell’accaduto: «Come saprete, tra le diverse sanzioni che l’Unione europea ha deciso di comminare, ci sono svariate restrizioni agli organi d’informazione direttamente legati al Cremlino, utilizzati come cassa di risonanza per propaganda di Stato e diffusione di notizie false e fuorvianti. L’Italia in quanto Membro dell’Unione europea è anche essa tenuta ad applicare e far rispettare tale normative emanate, con il consenso del nostro Governo, a livello unionale».
Con la sua lettera, Picierno chiede in particolare, «con la massima urgenza», di far applicare all’Italia le sanzioni che dovrebbero impedire a questi organi di propaganda di diffondere ulteriormente notizie false e fuorvianti all’interno dell’Unione europea: «Un Paese fondatore come il nostro non può e non deve diventare una cassa di risonanza della propaganda putiniana».