Non era difficile prevedere che la caccia di Giuseppe Conte a Matteo Renzi, iniziata con successo in Liguria, sarebbe proseguita in Emilia Romagna e in Umbria, le altre due regioni che andranno alle urne a metà novembre e dove Italia Viva è da settimane dentro l’alleanza a sostegno rispettivamente di Michele De Pascale e Stefania Proietti.
Ieri l’avvocato si è messo i panni del killer: «Il campo largo non esiste più. Come facciamo a presentarci con Renzi per quello che rappresenta, lobbismo, viene pagato da Stati stranieri, che è vietato da un codice di etica pubblica…». Una folgorazione. Se n’è accorto ieri che Italia Viva sta nella coalizione sia in Umbria sia in Emilia Romagna. La situazione è surreale. Renzi ovviamente non ha nessuna intenzione di farsi buttare fuori dal centrosinistra: «Per noi non cambia niente».
In questo scenario distruttivo è il Partito democratico ad apparire stordito, incapace di affermare la sua leadership ma (finalmente) prendendo atto che così facendo Conte sta facendo oggettivamente un enorme regalo a Giorgia Meloni, che in caso di rottura della coalizione avversaria si verrebbe inopinatamente a trovare in ottima posizione in Liguria e in Umbria, e persino a giocarsela nel fortino della sinistra, la regione di Elly Schlein.
Chissà, ma è difficile crederlo, se al Nazareno si siano resi conto che aver offerto il lasciapassare al veto contiano in Liguria è stato un clamoroso errore che avrebbe portato ulteriori fratture, una scelta non si sa se dovuta a debolezza o al sottile, intimo, non dichiarato piacere di vedere Renzi estromesso dalla coalizione pro-Andrea Orlando.
Sta di fatto che ora ci si interroga sulla mossa del capo del Movimento 5 stelle. A vederla così è una scelta che punta a far perdere il centrosinistra. Un attacco alla segretaria del Partito democratico, messa in mezzo tra lui e Italia Viva, chiamata a scegliere se Conte o Matteo Renzi.
Intanto da un probabile tre a zero si potrebbe finire con un uno a due o addirittura a uno zero a tre. Sai quanti voti di elettori “normali” si possono perdere a causa di queste baruffe? Perché Conte lo fa? Davvero, come si sospetta in area renziana, per avvicinarsi al governo Meloni, magari suggestionato da Marco Travaglio? Ma che strategia sarebbe? Più probabile che Conte, alla ricerca disperata di voti, ritenga che facendo la parte dell’estremista – in questo caso cercando di “uccidere” Renzi – arrivino i voti da sinistra, e se così fosse sarebbe l’ennesima riprova della sua opa a quel pezzo di elettorato cui sta dando la caccia anche Schlein.
Infine, lui certamente pensa che sia giunta l’ora del regolamento di conti finale con il leader di Italia Viva, come nei western quando c’è il duello decisivo davanti al saloon. Forse è anche un “avvertimento” in vista di una polemica che Renzi potrebbe riaprire in Parlamento sul misterioso arrivo in Italia dei soldati e medici russi all’inizio della pandemia. Chissà. Bisogna pensarle tutte, perché in questa storia tutto c’è tranne la razionalità politica, quella proprio basica, di buon senso, secondo cui un’alleanza più larga è e più possibilità ha di vincere. Certo è che o Elly Schlein mette a posto la questione o la sinistra rischia una disfatta anche un po’ grottesca, da commedia all’italiana.