Fumo di LondraInizia un nuovo ciclo politico nel Regno Unito, e non sappiamo come finirà

Dopo anni di promesse irrealizzabili, i laburisti arrivati al governo grazie a Starmer cercano di raggiungere un difficile equilibrio tra stabilità e riforme sociali; mentre i Conservatori di Badenoch si radicalizzano all’opposizione come un partito sempre più nazionalista e sovranista

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Se la politica seguisse la logica di un anno scolastico, si potrebbe dire che nel Regno Unito il nuovo ciclo è iniziato a novembre, anziché a settembre. La fine di ottobre ha infatti sancito l’arrivo di una nuova leader dei conservatori e la presentazione di una manovra di bilancio laburista fondamentale per il futuro del paese. Accanto a questi eventi si intrecciano una serie di dinamiche più sottili che aprono un capitolo completamente nuovo per la politica britannica.

Le linee di battaglia sono ormai tracciate per le sfide future e un nuovo scontro prende forma: il governo laburista guidato sir Keir Starmer ha svelato la sua prima manovra, fatta di scelte coraggiose, mentre Kemi Badenoch, la nuova leader dei Tories, contesterà queste misure in modo veemente, come mai fatto prima dal suo partito. I laburisti sono consapevoli che le decisioni, in particolare l’aumento di miliardi di sterline sui contributi previdenziali dei datori di lavoro, hanno suscitato preoccupazione tra alcuni elettori. Il nuovo Labour però sta imparando ad assorbire le critiche e andare avanti senza esitazioni: a Downing Street, dopo un periodo molto travagliato, sembra sia tornata la fiducia.

I primi cento giorni per Starmer sono stati ricchi di emozioni, sia in positivo che in negativo: l’entrata a Downing Street, l’incontro con Joe Biden a Washington durante il vertice Nato, il lancio di GB Energy, la gestione dei buchi di bilancio e della crisi abitativa e le rivolte scoppiate in strada a Southport, con più di una settimana di disordini. Poi, lo scandalo sui regali e le donazioni ai vertici del partito, il calo nei sondaggi e il congresso di fine settembre per rilanciare il progetto laburista, fino al licenziamento della capo di gabinetto Sue Gray e la sua sostituzione con Morgan McSweeney, la mente del successo alle ultime elezioni. In questo periodo, non c’è stato molto tempo per rifiatare e la necessità di imprimere una svolta si è fatta sempre più urgente.

Per il Labour, l’obiettivo delle ultime settimane, come ha scritto sullo Spectator il biografo di Starmer, Tom Baldwin, è stato quello di dare una cornice più chiara alla sua politica economica e il nuovo ruolo di McSweeney rientra in questo progetto di rinnovamento, volto a superare le incertezze dei primi mesi del governo. «McSweeney è il “tipo di persona che sa cos’è l’eccellenza”», ha osservato l’ex spin doctor del Labour Peter Mandelson nel suo podcast. «Un cambiamento radicale» è stata la proposta di McSweeney finora, almeno per quanto riguarda il funzionamento interno di Downing Street, come hanno riferito fonti laburiste al Guardian

Attraverso questo rinnovamento, l’obiettivo di Starmer è stato quello di tracciare una linea sui suoi difficili primi tre mesi al potere, ma la nuova fase non poteva che partire dalla manovra. La rivelazione del primo bilancio di qualsiasi nuovo governo è sempre un momento molto atteso, ma nel Regno Unito ora è particolarmente monitorato, soprattutto a causa dell’impatto disastroso, nel 2022, della manovra del governo Liz Truss, il cui breve mandato da premier è stato segnato da un turbolento mix di scelte fiscali e politiche che hanno scosso profondamente i mercati e la fiducia del pubblico. Nel caso dei laburisti, invece, la manovra è stata probabilmente la prima volta in cui il partito è riuscito a mostrare in modo efficace la sua visione per il paese, colmando numerosi vuoti politici legati a questo governo.

La cancelliera dello scacchiere Rachel Reeves ha presentato un aumento delle imposte di quaranta miliardi di sterline, allentato le regole sul debito del Regno Unito e scommesso su un’enorme iniezione di denaro che dovrebbe rilanciare i servizi pubblici. Parlando alla Camera dei comuni, Reeves ha sottolineato l’importanza di fare scelte difficili e diverse per proteggere il settore pubblico e mettere fine a quattordici anni di governo conservatore: «il cambiamento deve essere percepito», ha spiegato Reeves. Il Financial Times ha offerto una valutazione equilibrata del piano, affermando che Reeves ha «aperto la porta a maggiori investimenti, che se sostenuti, potrebbero cambiare radicalmente la traiettoria di crescita del Regno Unito».

Il Partito laburista ha cercato di proteggere quanto più possibile i singoli contribuenti, facendo in modo che la parte maggiore del peso fiscale ricadesse sulle imprese, attraverso un aumento delle imposte sul lavoro. Il bilancio ha previsto anche un significativo aumento del salario minimo e un’espansione della capacità del governo di finanziare la spesa tramite il debito. Il Labour sta scommettendo che queste misure, in particolare gli aumenti degli investimenti nei servizi pubblici, possano avere un impatto positivo visibile sulla vita quotidiana degli elettori britannici prima delle prossime elezioni.

La disciplina e la riorganizzazione economica hanno sicuramente posto il Labour su un piano di maggiore affidabilità rispetto alle passate gestioni dei Tories. Le sfide per Starmer, però, non finiscono qui e comprendono anche lo scontro con il nuovo estremismo dei conservatori sotto la guida di Badenoch, secondo cui il partito ha avuto l’abitudine di «parlare a destra, ma governare a sinistra». 

Finora Kemi Badenoch è stata deliberatamente vaga sulle sue politiche, ma il suo temperamento è molto chiaro e non le sarà difficile tracciare un conflitto con il governo: il Guardian ha scritto che «con Badenoch come leader, i Tories e i Laburisti si trovano su pianeti politici completamente diversi». I suoi sostenitori sono sicuri che saprà adempiere al primo compito dell’opposizione: farsi notare. Gli ostacoli però sono enormi, non solo per la batosta di luglio che ha traumatizzato i Tories, ma anche perché il partito da anni vive una serie di lotte interne.

Nel circolo di Badenoch, ora si ritiene che la nomina nel governo ombra di due ex candidati alla leadership, come Priti Patel e Mel Stride, che non l’avevano supportata in precedenza, sia un primo segno del suo impegno verso l’unità. Questo passo ha lo scopo di dimostrare la sua volontà di costruire ponti e di superare le divisioni all’interno del partito, dove comunque non ha raccolto un numero elevato di consensi nella prima fase delle primarie. La sfida per Badenoch sarà quella di rassicurare i due terzi dei deputati conservatori che non l’hanno sostenuta.

Poi, se da un lato il Kemi-verso appena nato potrebbe riportare i conservatori al centro del dibattito, di sicuro dall’altro trascinerà il partito ancora più a destra: una svolta che era già chiara dopo l’eliminazione del moderato James Cleverly dalle primarie, e che spingerà i Tories verso un testa a testa sovranista con Reform Uk di Nigel Farage, l’uomo della Brexit. Una nuova fase politica è appena cominciata.

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