Ieri la Russia ha lanciato un immenso assalto aereo notturno, con centottantotto droni. È l’attacco di questo tipo più grande mai registrato dall’inizio dell’invasione su larga scala. L’aeronautica militare ucraina ha detto di aver abbattuto settantasei droni, ma quasi tutti gli altri sono scomparsi dai radar: vuol dire che o stati intercettati con altri mezzi, come l’interferenza elettronica, o hanno colpito dei bersagli sul territorio ucraino.
Diverse infrastrutture critiche sono state danneggiate, così come molti edifici residenziali in varie regioni. È stata colpita anche la rete elettrica di Ternopil, una città nell’Ucraina occidentale, provocando interruzioni di elettricità e acqua.
Questo massiccio attacco aereo è parte di un’escalation recente in cui l’esercito russo, negli ultimi mesi, ha attaccato le città ucraine con ondate di droni quasi ogni notte per logorare le difese aeree dell’Ucraina. I droni hanno anche preso di mira l’infrastruttura energetica del Paese, nell’ennesimo tentativo di lasciare la popolazione al buio e al freddo in attesa dell’inverno.
«Mesi di attacchi aerei russi hanno indebolito le difese aeree dell’Ucraina, consentendo a sempre più droni di penetrare nelle città ucraine», scrive il New York Times.
Il ministero della Difesa russo ha risposto dicendo che l’Ucraina ha lanciato più di una dozzina di missili consegnati dagli Stati Uniti, noti come Army Tactical Missile Systems (Atacms), per colpire il suo territorio, sia sabato sia lunedì: gli attacchi avevano danneggiato alcune infrastrutture militari e ferito diversi soldati nella regione occidentale di Kursk. Un’ammissione insolita per la Russia, che di solito sfoggia solo risultati positivi: evidentemente cercava un pretesto per una forte rappresaglia.
«Diversi analisti militari affermano che nessuna delle due parti ha abbastanza missili per modificare radicalmente il corso della guerra, che la Russia sta attualmente dominando con incessanti attacchi nell’Ucraina orientale, mentre sta anche riconquistando il territorio che l’Ucraina aveva conquistato nella regione di Kursk, nella Russia meridionale», scrive ancora il New York Times.
Martedì, dopo l’attacco russo, gli ambasciatori dell’Ucraina e degli Stati membri della Nato si sono incontrati su richiesta di Kyjiv per discutere della sua sicurezza, anche alla luce del lancio di un missile sperimentale a raggio intermedio sulla città di Dnipro da parte della Russia. Un attacco che di per sé ha fatto pochi danni, ma che ha creato un forte allarme nel Paese, soprattutto considerando le minacce di Mosca di lanciare attacchi nucleari.
I funzionari ucraini hanno ripetutamente chiesto agli alleati di inviare loro più missili di difesa aerea, e alti funzionari militari ucraini hanno informato gli ambasciatori tramite collegamento video. Gli alleati hanno ribadito il loro sostegno, ma intanto sulle città ucraine continuano ad arrivare droni russi. E i rifornimenti militari non sono mai abbastanza.