Russia on his mindGli Stati Uniti sanzionano il boss di Sogno Georgiano come agente russo

Il Segretario di Stato americano Antony J. Blinken ha annunciato il provvedimento contro Bidzina Ivanishvili: «Gli Stati Uniti sono impegnati a promuovere la responsabilità di coloro che minano la democrazia e i diritti umani in Georgia»

LaPresse

Gli Stati Uniti hanno imposto delle sanzioni contro Bidzina Ivanishvili, fondatore e presidente onorario di Sogno Georgiano, il partito che ha trasformato la Georgia in una democrazia illiberale, truccando il risultato delle elezioni. Ivanishvili subirà l’ordine esecutivo 14024, che consente di punire individui coinvolti in attività che minano la democrazia per conto o a beneficio della Russia. Ovvero come un agente del Cremlino.

In una nota per la stampa il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha spiegato che il fondatore di Sogno Georgiano merita di subire il provvedimento per aver minato nel profondo le istituzioni democratiche del Paese, per aver contribuito a una crescente dipendenza da Mosca, compromettendo il cammino del paese verso l’integrazione europea e atlantica. Di recente infatti Sogno Georgiano ha bloccato almeno fino al 2028 i negoziati per diventare uno Stato membro dell’Unione europea. La repressione delle proteste, la limitazione della libertà di stampa e l’approvazione di leggi simili a quelle del Cremlino (come la contestata norma sugli agenti stranieri) sono citate come prove di questa deriva autoritaria.

Bidzina Ivanishvili, finanzia e controlla indirettamente da oltre dieci anni il partito Sogno Georgiano. La sua enorme fortuna, stimata in circa 7,6 miliardi di dollari, lo rende l’uomo più ricco del Paese, consentendogli di mantenere un’influenza decisiva dietro le quinte del governo, nonostante abbia annunciato ufficialmente la fine della sua carriera politica nel 2013, dopo una breve esperienza di un anno come premier.

Ivanishvili ha costruito il suo ingente patrimonio grazie alle sue connessioni in Russia, sfruttando le opportunità offerte dalle privatizzazioni post-sovietiche. Dopo aver conseguito un dottorato in economia a Mosca, ha iniziato vendendo computer e telefoni, riuscendo così ad accumulare capitale iniziale. Successivamente, ha diversificato i suoi investimenti nei settori bancario, metallurgico e immobiliare, approfittando dei bassi prezzi con cui venivano ceduti gli asset statali. Uno dei suoi principali successi è stata la co-fondazione della banca Rossiysky Kredit nel 1990, diventando una delle sue attività più redditizie. Nel corso degli anni, Ivanishvili ha ampliato il suo portafoglio acquisendo impianti siderurgici e altre aziende strategiche in Russia. Una serie di asset che ha dismesso durante l’ascesa politica di Vladimir Putin, arrivando a vendere nel 2003 la sua quota nell’impianto siderurgico Orlovsky a Severstal per 39,4 milioni di dollari. 

 

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