Forza Italia è giustamente irritata per l’incredibile decisione del governo (di cui pure fa parte) di cancellare le multe per i no-vax. Giorgio Mulè ha espresso il suo fermo dissenso, Licia Ronzulli ha detto che «cancellare le sanzioni è inaccettabile e significa far finta di dimenticare cos’ha rappresentato il Covid». Bene, bravi. Eppure la norma è stata infilata da qualche manina nel decreto Milleproroghe: non se ne sono accorti?
Si tratta di una scelta molto grave, come ha argomentato con chiarezza su Repubblica Roberto Burioni, diventato da tempo una bestia nera di Fratelli d’Italia. «Non esiste nessun motivo scientifico che possa giustificare la cancellazione delle multe – ha spiegato Burioni, dati alla mano –, i motivi sono dunque politici, come il volere strizzare l’occhio a quegli italiani che, con una scelta irrazionale, hanno messo in pericolo sia la loro salute, sia la salute della comunità alla quale appartengono».
In piccolo, ma poi non tanto, il governo Meloni si è prontamente messo nella scia di Robert Kennedy jr., capofila mondiale – se non lo cacciano – della guerra alla scienza, contro il quale hanno preso posizione settantacinque premi Nobel, tra i quali Drew Weissman, premio Nobel per la Medicina nel 2023 per il suo lavoro sullo sviluppo di vaccini a Rna Messaggero, decisivi nella lotta al Covid-19.
Secondo Burioni, «il vaccino a mRna contro il Covid (questo era in uso al momento dell’obbligo), dopo quasi quattro anni di utilizzo e miliardi di dosi somministrate sotto diretto controllo medico, si è confermato essere il farmaco più sicuro esistente sulla Terra. Gli effetti collaterali sono rarissimi e lievi». Tuttavia il governo italiano e il ministro americano in pectore avallano le credenze più antiscientifiche e bislacche, come quella sostenuta da Kennedy che pone in relazione i vaccini e l’autismo e corbellerie varie.
Ma cos’è lo «strizzare l’occhio» di cui parla il professore Burioni? È un tratto decisivo di questa destra al potere in Italia, e ormai in gran parte del mondo, che consiste nel voler fare intendere che è suonata la campanella del liberi tutti, dell’abbattimento delle regole, dell’assalto alla scienza in nome di una libertà rivolta innanzi tutto contro gli altri: la mia libertà e basta.
Siamo a un passo da una frettolosa lettura hobbesiana della società, prodromica al primato dell’autorità volubile ma insindacabile del Sovrano-governo. È un aspetto cruciale dello scontro tra populisti-no vax-filorussi contro democratici-pro scienza- pro europei: se è così, questa scelta del governo Meloni conferma il suo spostamento verso il trumpismo, e vedremo cosa questo significherà in politica estera e in particolare sull’Ucraina.
Il nuovo melonismo sembra rassomigliare per certi versi al «fate un po’ come vi pare» con cui Corrado Guzzanti sintetizzava il berlusconismo: ma quello semmai era un omaggio, per quanto discutibile, a un certo individualismo di matrice liberale; mentre qui siamo al trionfo dell’oscurantismo e dell’irrazionalità diretti dall’alto e portati a livello di massa.
Ed è una nemesi persino inattesa da parte di chi, come la destra-destra, si è sempre considerata paladina dell’ordine e della legge. Evidentemente Giorgia Meloni non esita, con notevole cinismo, a solleticare il peggio della famosa Nazione pur di ricavarne consenso a buon mercato, nella convinzione, errata, di avere l’Italia in mano quando ne ha solo metà. E senza rendersi conto dei danni incalcolabili che il suo trumpismo alle vongole può recare alla società italiana.