E no, le cose non sono cambiate solo nei nostri ricordi di infanzia, perché, se ci ragioniamo con maggior attenzione, possiamo trovare un’evoluzione anche della nostra cultura gastronomica.
Forse, più di ogni altro periodo dell’anno, questo è quello in cui fuoriescono tradizioni familiari e territoriali. C’è chi cerca di prendere ispirazione dalle cucine più eleganti, chi si mette ai fornelli per onorare ricette identitarie di un luogo o i sapori di casa. E il bello sta in una varietà regionale che diventa, in questo caso ancora più sfaccettata e affascinante. C’è stato un tempo, però, in cui si il pranzo di Natale si iniziava sempre e solo in un certo modo, quasi dovessimo conquistare un’unità nazionale in quel preciso istante, per sentirci tutti uguali e simili sotto una stessa bandiera. Gli antipasti di Natale in Italia erano un simbolo di un’epoca di transizione, che riusciva a mantenere vive le tradizioni culinarie mentre abbracciava nuove influenze e idee. Fino agli anni duemila le nostre tavole erano imbandite del colore degli stessi antipasti: c’era l’insalata russa, le uova ripiene, i salumi che non possono mai mancare. C’era il cocktail di gamberi, con quella sua presentazione elegante, spesso servito in coppe di vetro, con la salsa rosa, fatta romanticamente con maionese e ketchup, che aggiungeva un tocco cremoso. C’era il vitello tonnato, le uova di lompo, i sott’aceto e sott’olio, le cipolline, i carciofini, le melanzane, figlie di una cultura contadina italiana, che si ritrovava anche nella borghesia italiana di un tempo.
E c’era il salmone, affumicato, fresco, in milioni di forme variegate, che trovava però la sua massima espressione stilistica nelle più classiche delle tartine, con il burro messo lì un po’ a caso e lontano dagli accorgimenti tecnici, che avremmo ora seguendo i diktat di Masterchef e dei food influencer. C’era o c’è ancora? Secondo noi sì, e il bello è proprio questo: quello di poter attingere dal passato per mordere il futuro. Certo, c’è salmone e salmone e, oggi, abbiamo anche le capacità per scegliere prodotti buoni sotto tutti i punti di vista, e non solo quelli legati al gusto. Come quelli realizzati da Mowi, azienda norvegese leader globale nel settore del salmone, impegnata a ridurre l’impatto ambientale attraverso una serie di iniziative, tra cui l’uso di tecnologie avanzate per garantire la totale e completa tracciabilità dei prodotti offerti e portare in tavola un salmone dalla qualità superiore, allevato senza uso di antibiotici e OGM e nutrito con mangimi provenienti da fonti sostenibili.
Prendendosi cura del salmone attraverso la catena del valore Mowi, infatti, ha pieno controllo di tutte le fasi della produzione, garantendo un prodotto sicuro, sano e sostenibile certificato ASC (Aquaculture Stewardship Council), lo standard di sostenibilità più rigoroso. Con l’obiettivo di offrire il miglior salmone rispettando l’ecosistema marino, Mowi ha ottenuto il primo posto, per il quinto anno consecutivo, nella classifica dei produttori sostenibili di proteine stilata da Coller FAIRR.
Un approccio scientifico, questo, che unisce la spinta verso l’innovazione al desiderio di raggiungere alti standard di sostenibilità, mettendo quindi la gestione attenta delle risorse naturali al centro della sua filosofia operativa.
Dalla scelta dei prodotti giusti ai nostri piatti: abbiamo sbirciato anche tra il ricettario di Mowi proprio per trovare qualche idea da condividere per queste prossime feste di Natale. E abbiamo scoperto che il salmone, da ingrediente vintage, può trasformarsi in qualcosa di goloso, a patto di vestirlo di quotidianità. Al bando, quindi, i vecchi cracker ammollati nel burro e via a idee nuove. Perché sono tantissimi i modi in cui può essere preparato. Una tagliatella con salmone affumicato, olive nere e origano fresco, ad esempio, può diventare un primo leggero da aggiungere a una tavola, che di per sé sarà lunga e a tratti pesante. Per i più golosi, si può accompagnare a un tortino di patate con tanta provola filante. Ma noi, che amiamo le cose di un tempo, vi proponiamo una ricetta che sembra arrivare da anni lontani, ma che risulta perfetta anche oggi: i bambini saranno felici e i più âgée commossi.
Scrigni di uova con salmone affumicato
Ingredienti:
- 1 confezione di salmone norvegese affumicato premium MOWI SIGNATURE
- 4 uova
- 1 cucchiaio di maionese
- 1 cucchiaino di paprika affumicata
- qualche fetta di cetriolo
- aneto
- sale
- pepe
Preparazione:
- Lessate le uova in acqua bollente salata per circa 8 minuti e, una volta pronte, immergetele in acqua fredda per fermare il processo di cottura. Sgusciatele, tagliatele a metà per il lungo ed eliminate i tuorli.
- Amalgamate i tuorli con la maionese e la paprika affumicata. Aggiustate di sale e pepe per ottenere un ripieno liscio e omogeneo.
- Riempite la metà delle uova con la crema di maionese e paprika, aggiungete una fetta di cetriolo arrotolata a fisarmonica, un rametto di aneto e una fetta di salmone affumicato MOWI SIGNATURE.
- Richiudete con l’altra metà dell’uovo e bloccate con uno stuzzicadenti.
E ora, Nyt måltidet… Pardon, buon appetito: quello era norvegese.