Come il coriandolo, l’anice e il finocchio, di cui è parente, l’aneto è un’erba aromatica divisiva. Amato e odiato, prediletto e osteggiato, per via del suo odore, e del suo gusto, molto caratteristici; ricercato, tuttavia, per le sue benefiche proprietà. Caratteristiche evidenti fin dal nome attribuitogli dallo scienziato svedese Linneo, il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nel suo “Species Plantarum” del 1753: Anethum graveolens. Anethon (anice), dal greco, che deriva a sua volta dall’antico egizio, e significa capace di allontanare i malori, insieme all’aggettivo latino graveolens: dall’odore forte, pesante. Merito, o colpa?, dell’anetolo, una sostanza che gli conferisce il caratteristico aroma balsamico e che si trova anche in altre appartenenti alla famiglia delle Ombrellifere. Una famiglia allargata e cosmopolita, che include la carota, la pastinaca, il sedano, il finocchio, il cerfoglio, il prezzemolo, il cumino, l’assafetida, e, attenzione, la cicuta.
Dolce, pungente, mentolato, l’aneto ha un gusto che ricorda, in parte, quello dell’anice stellato e del finocchietto, a cui è affine, e influenza in modo deciso il sapore dei piatti a cui viene aggiunto. In cucina se ne utilizzano i semi, che freschi non hanno un buon odore, ma essiccati diventano molto aromatici, e servono per profumare i liquori e le confetture, i sottaceti, l’olio d’oliva e l’aceto, e le foglie che, fresche o secche, ma sempre a crudo, danno un tocco particolare a insalate, patate lesse, marinate, salse per il pesce, oppure si usano per insaporire le minestre, e si possono aggiungere a yogurt, panna acida e formaggi freschi.
È diffuso nelle cucine dell’Europa centrale e orientale, dove si trova facilmente come erba spontanea, ed è utilizzato soprattutto per insaporire sottaceti e condire pesci, molluschi e zuppe, o arricchire pane e prodotti da forno, ed è protagonista di molti piatti tradizionali iraniani a base di foglie di shivid (aneto in persiano): lo Sabzi polo, il riso con aneto e zafferano, si trova spesso abbinato a pietanze a base di carne, pollo o pesce. Ma si può usarlo anche per varianti sul tema, come il pesto all’aneto con sesamo tostato e salsa di soia, e per aromatizzare lo tzatziki, la tipica salsa greca con yogurt e cetrioli. E naturalmente si abbina benissimo al salmone marinato (insieme ai capperi), mentre un po’ di aneto fresco aggiunto alle crocchette di patate, o al purè, regalerà un tocco speciale.
Una salsina aromatizzata molto facile e veloce, utile per tanti usi diversi, si prepara mescolando cinque cipollotti tritati, una quindicina di capperi, una tazza di yogurt al naturale, due cucchiai di aneto fresco, un cucchiaino di semi di aneto, due cucchiaini di succo di limone, un cucchiaino di brodo di verdure e pepe.
Ma l’aneto, fin dall’antichità, è noto anche e soprattutto come rimedio naturale per molti disturbi. Antispasmodico, carminativo, indicato contro il singhiozzo, ha anche proprietà depurative. Bere un infuso dei suoi semi prima di andare a letto è un’ottima idea: favorisce la digestione e combatte l’insonnia. Sotto forma di olio essenziale si rivela particolarmente utile in caso di cattiva digestione, crampi, gonfiori addominali e problemi respiratori perché possiede anche virtù diuretiche, antinfiammatorie ed espettoranti. Si può usare anche, come l’eucalipto, per aerosol o in un diffusore ambientale.
Nella Bibbia, l’aneto viene menzionato, e questo testimonia il suo valore, come “moneta” utile per il pagamento delle tasse; gli antichi Romani pensavano che potesse accrescere la forza fisica e per questo era usatissimo dai gladiatori, che ne aggiungevano in abbondanza come condimento a ogni cibo e ne facevano corone di buon auspicio; anche i semi erano tenuti in gran conto perché era convinzione diffusa tra i legionari che bruciandoli se ne ricavasse una polvere che facilitava la guarigione delle ferite.
Sarà vero? Di certo, nel campo della cosmesi naturale alcune ricerche dimostrano che l’aneto può aiutare a rafforzare le unghie delle mani e dei piedi, facendo più impacchi al giorno. Questo grazie alla sua ricchezza di vanadio, un elemento chimico molto utile per la crescita di ossa e denti e anche per la prevenzione dell’insorgere di problemi cardiovascolari e diabetici, che sono sempre più diffusi (si prevede che entro il 2030 quasi 550 milioni di persone in tutto il mondo soffriranno di diabete).