Testa nel guscioSchlein ha perso una buona occasione per distendere i rapporti con Renzi e i riformisti

Dopo il proscioglimento del leader di Italia Viva, la segretaria dem lo ha chiamato in privato per rallegrarsi, ma non ha azzardato nessun gesto pubblico. Forse perché non voleva fare un gesto che potesse allontanarle parte dell’elettorato o per paura di inimicarsi la magistratura

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Ieri mattina Elly Schlein ha chiamato Matteo Renzi per rallegrarsi del proscioglimento da tutte le accuse a conclusione dell’inchiesta fiorentina sulla Fondazione Open. Un beau geste che sarebbe stato incredibile non ci fosse stato, perché Elly Schlein è una persona umanamente indiscutibile. A maggior ragione però viene da chiedersi perché il contatto sia stato privato e non vi sia stato un pubblico attestato di vicinanza verso un ex segretario del Partito democratico: nella logica un po’ burocratica del partito si deve essere valutata sufficiente la dichiarazione di un membro della segreteria vicino a Schlein come Pierfrancesco Majorino. Invece si sono espressi sulle agenzie moltissimi esponenti dem dell’area riformista, i cosiddetti ex renziani, e Filippo Sensi, già portavoce del segretario fiorentino del Partito democratico, era andato giovedì pomeriggio al Senato per la conferenza stampa di Renzi.

Invece la segretaria, come pure il presidente del partito Stefano Bonaccini, pubblicamente è rimasta in silenzio. E così, d’altronde, tutta la sua area, per non parlare dei nemici personali di Renzi, da Pier Luigi Bersani a Rosy Bindi, già testimoni chiamati dall’accusa nell’indagine su Open, che consapevolmente confondono il giudizio politico con i presunti reati, in sintonia con la linea del Fatto Quotidiano all’insegna di questa stramberia per la quale “i fatti restano” indipendentemente dalla decisione del giudice: a Roma si dice «rosicamento».

Che spiegazione dare dunque del silenzio di Schlein? Politicamente è inspiegabile che la leader del Partito democratico non si sia esposta pubblicamente sul proscioglimento di un potenziale alleato del centrosinistra. Potenziale per modo di dire, giacché il leader di Italia Viva ha ripetuto mille volte che starà dalla parte di Schlein e nessuno potrà impedirglielo.

Può darsi che,non uscendo in chiaro, Schlein abbia voluto far capire quanto le distanze politiche restino in piedi. O, per essere più precisi, che lei non abbia avuto il coraggio di un gesto impopolare nella maggioranza che la sostiene e anche in larghi pezzi della base. O, ancora, che in buonissima fede, ma ingenuamente, ritenga che la vicenda sia un fatto privato, come se Renzi fosse un cittadino qualunque e non un uomo politico e un parlamentare di una certa importanza. Oppure, infine, forse Schlein ha ritenuto che manifestare vicinanza al prosciolto avrebbe dato il senso di una critica ai pm di Firenze o peggio tout court alla magistratura. Vai a sapere.

Certo è che Elly Schlein ha perso una buona occasione per distendere i rapporti con l’ex segretario e in qualche modo lenire le ferite del passato oltre che per dire qualche cosa di serio (ma sarebbe stato troppo bello per essere vero) su come funziona la magistratura. Restano evidentemente il rancore politico e la paura di criticare certe Procure. Peccato che stavolta davvero non la si sia vista arrivare.

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