«Siamo qui per capire se ci sono i presupposti per aprire un’Assassineria Urbana a New York». Lo racconta a Linkiesta Gastronomika Celso Laforgia, socio e chef di Urban – L’Assassineria Urbana a Bari, mentre prepara 140 piatti dei famosi spaghetti nel ristorante Ulivo sulla ventottesima strada, tra Broadway e Quinta, in piena Midtown. Una trasferta apprezzata e sostenuta dai tanti clienti americani, grazie al programma della CNN “Searching for Italy” condotto da Stanley Tucci, che era stato in visita a Bari per dedicare tre preziosi minuti al locale di Celso Laforgia.
«Quando Tucci deve preparare una puntata si affida ai giornalisti, food blogger e influencer che conoscono la zona da esplorare e raccontare» spiega sempre lo chef, «tra i suoi contatti in Puglia c’era Stefania Leo (collaboratrice di Gastronomika) che gli ha detto di venire assolutamente all’Assassineria Urbana, e così è stato. Mai una televisione aveva dedicato un approfondimento su questa ricetta nata un po’ per caso negli anni Sessanta in un ristorante che si chiamava “Il sorso preferito”. Per due ore la troupe della CNN ha letteralmente invaso il ristorante per fare le riprese. Non avevo mai visto niente del genere».
La trasferta americana che è cominciata con la serata speciale a Ulivo grazie alla conoscenza di Michele Salvati, socio a Bari, con Fabio Camardi, partner del locale newyorkese, pugliese di Taranto. Anche il New York Times, che aveva già dedicato un articolo al locale di Bari con tanto di intervista allo chef, ha annunciato l’appuntamento contribuendo al tutto esaurito “fully booked”.
Una serata speciale, con un menu tutto made in Puglia, dall’antipasto al dolce: cubotto di focaccia con burrata, purè di fave e cicoria con crostone di pane e cipolla rossa croccante, spaghetto all’assassina e infine “Sporcamuss” from Gelateria Gentile che a New York ha oramai cinque negozi; tutto per sessanta dollari, ovviamente più tasse e mancia e bere a parte: in città è un prezzo interessante. Poi lo spaghetto croccante e piccante è rimasto in carta a trenta dollari per altri tre giorni come special assieme al menu tradizionale di Ulivo, prima di una serata a Wilmington, in Delaware, ospiti di un altro ristorante.
Un’operazione che non nasconde il desiderio di aprire un’Assassineria a New York: «È qualcosa a cui stiamo pensando» racconta a Linkiesta Gastronomika Michele Salvati, «io spero che entro metà del 2025 si possa annunciare ufficialmente lo sbarco in America e magari anche l’apertura a Milano».
Urban L’Assassinaria Urbana è nata nel 2021, prima il ristorante aveva un’altra natura, focalizzato sui business lunch, ma dopo il Covid hanno dovuto reinventarsi e così è nata l’Assassineria, dove il famoso spaghetto è preceduto da una sorta di tapas pugliesi con influenza etnica, come Bao e Tacos in versione pugliese con le cime di rapa e la stracciatella piuttosto che le polpette.
Fino a poco tempo fa la pasta fresca nei ristoranti italiani a New York, e in generale negli Stati Uniti, la faceva da padrona per motivi sostanzialmente pratici di tempo di realizzazione dall’ordine al servizio. Aumentato il turismo americano in Italia post Covid, anche per questioni legate al rafforzamento del dollaro, chi viaggia nel nostro Paese quando torna a casa è felice di ritrovare quei sapori che ha conosciuto in viaggio. Così c’è una cucina italiana contemporanea che si fa sempre più spazio. Locali che non sfigurerebbero neppure in una città italiana.
La preparazione dello spaghetto all’ assassina partendo dallo spaghetto crudo (la pasta è Granoro, che è pugliese dal grano al mulino al prodotto pronto da cuocere) necessita di 25-30 minuti, ma ha il vantaggio di poter essere preparato in anticipo e semplicemente rigenerato al momento dell’ordine. Quell’unione tra croccantezza e piccantezza è molto apprezzata dagli americani che in questi anni sono diventati tra i turisti più affezionati a Bari: «La nostra città è usata come base logistica per visitare la Puglia e non solo: vanno al mare, ad Alberobello, ma anche a visitare le altre città, fino a Matera. Almeno il diciotto per cento del nostro turismo è di lingua anglosassone» racconta Laforgia.
Viene naturale, infine, chiedere com’ è stato l’approccio con Stanley Tucci: «Fa di tutto per metterti a tuo agio prima di cominciare a girare, con molta sensibilità ti chiede di raccontare le tue origini e racconta di sé stesso, quando capisce che sei pronto si accendono le telecamere. Io ho lavorato dieci anni a Londra quindi con l’inglese me la cavo. Lui capisce un po’ di italiano se parli lentamente, forte delle sue origini calabresi e del programma “Searching for Italy”. Mi ha raccontato di cosa ama cucinare la domenica e cosa amano i suoi figli: soprattutto legumi».