Trentasei gradi Nord e poco più, su una distesa calcarea chiamata albariza, patria di vini e anche di legni che, una volta utilizzati, viaggiano in mezzo mondo, ai quali si aggiunge un distillato frutto dell’uva e dal vino, il brandy. Le coordinate sono quelle di Jerez de la Frontera, città simbolo del Marco de Jerez, zona vinicola tra le più meridionali d’Europa. Qui nel 1730 nasce Bodegas Fundador, una cantina che diventerà fondamentale per il Brandy de Jerez (e anche spagnolo, in generale) perché sarà la prima a produrlo.
La più antica cantina di Jerez e il primo brandy spagnolo
A fondare la bodega è una famiglia di origini francesi, quella dei Domecq, che ha importanti connessioni con la casa reale spagnola. In quel periodo lo Sherry – così gli inglesi hanno sempre chiamato il vino locale, derivando il nome dall’antico nome moresco di Jerez, Sherish – viaggia già da secoli verso il resto della Spagna e l’estero e Fundador ne è produttrice. Lo è ancora oggi.
Negli anni Settanta del diciannovesimo secolo, quando a guidare l’azienda è Pedro Domecq Loustau, accade qualcosa di imprevisto. E questo è uno di quei punti in cui la storia si fa anche un po’ leggenda. Pare che in cantina alcune botti, che in precedenza avevano contenuto Sherry, siano state riempite con delle acquaviti di vino per un cliente, ma che poi l’ordine sia stato annullato. Le botti sono così rimaste dimenticate per anni. Il tempo passa, finché nel 1874, 150 anni fa, un enologo non si accorge delle botti, le apre e ne assaggia il contenuto. Il distillato piace a tal punto che si decide di produrne ancora e il nuovo prodotto viene imbottigliato e registrato ufficialmente col nome della bodega.
Il Brandy de Jerez
Dal 1987 il Brandy de Jerez è una Indicación Geográfica spagnola, tutelata da un ente dedicato, il Consejo Regulador del Bandy de Jerez. Il distillato può essere prodotto soltanto nel territorio dalle tre municipalità di Jerez de la Frontera, El Puerto de Sta. María e Sanlúcar de Barrameda, oltre che unicamente da vino ottenuto da uve Airen e Palomino (utilizzata anche per produrre di vini della regione). Per distillare il vino si impiegano due diversi tipi di alambicco, uno è quello tradizionale e discontinuo, chiamato anche “Alquitara”, introdotto nella regione dagli arabi e alimentato con legna di quercia. Il secondo tipo previsto sono invece le colonne a distillazione continua.
Una volta ottenuto il distillato, lo si fa invecchiare in botti di rovere americano da cinquecento litri, che hanno in precedenza contenuto per almeno tre anni un vino di Jerez. La maturazione avviene con lo stesso metodo di Criaderas e Solera con cui viene invecchiato lo Sherry. Le botti vengono suddivise in scale di invecchiamento (criaderas), attraverso le quali il distillato deve passare per arrivare al livello di maturazione desiderato. Una parte dell’acquavite più vecchia viene prelevata e le botti vengono riempite con il distillato delle botti più giovani e così via, finché all’interno di ciascuna botte (e particolarmente in quelle più vecchie) si crea un blend di diverse annate e, in questo modo, ciascun Brandy de Jerez contiene al proprio interno una piccola parte di annate molto più vecchie. A seconda del tempo di maturazione, il distillato viene imbottigliato come Brandy de Jerez Solera (almeno sei mesi), Solera Riserva (almeno un anno) e Solera Gran Reserva (almeno tre anni).
Fundador oggi, i 150 anni e l’enoturismo
Oggi Bodegas Fundador appartiene a un fondo straniero, ma prosegue la propria tradizione produttiva. I vigneti dell’azienda coprono più di 270 ettari, con uve di Palomino e Pedro Ximénez, dalle quali si producono i vini Sherry Fino, Amontillado, Oloroso e Pedro Ximénez. Da qui derivano anche le botti per la maturazione dei distillati, di cui l’azienda possiede un vasto patrimonio.
Le cantine di Fundador sono anche visitabili, anzi, rappresentano un vero e proprio punto di riferimento per il turismo vinicolo e spiritoso del territorio. In particolare La Mezquita, una delle cantine di invecchiamento dell’azienda, presenta un’imponente struttura realizzata nel 1884, con centinaia di archi che la rendono simile a una cattedrale sotterranea, in cui sono custodite circa 42.000 botti.
La scorsa estate Fundador ha inaugurato un museo che ripercorre i suoi 150 anni, tra oggetti, vecchi manifesti pubblicitari, racconti e testimonianze, che raccontano la storia aziendale, ma non solo, anche quella di una parte molto importante del vino e del distillato spagnolo. Proprio per l’importante valore culturale ed economico in ambito turistico, l’azienda ha recentemente ricevuto un riconoscimento ufficiale dal consiglio provinciale di Cádiz.