Slava Ukraini, per oraIn attesa di capire cosa farà Trump, Meloni conferma il suo sostegno all’Ucraina

La visita di Zelensky a Roma certifica i buoni rapporti con la presidente del Consiglio, che per il momento non vacilla nell’appoggiare Kyjiv contro la Russia. Una buona notizia, ma bisogna capire fin quando durerà

LaPresse

«Mi fido di lei». Con poche sillabe Volodymyr Zelensky ha confermato che lei, Giorgia Meloni, non molla di un centimetro la posizione filoucraina. La tappa romana del presidente ucraino è andata molto bene. Sergio Mattarella gli ha confermato il massimo appoggio possibile ribadendo il concetto che difendere l’Ucraina significa difendere l’Europa. 

L’Italia, il cui Parlamento si appresta a rinnovare gli aiuti finanziari (si spera senza troppi mal di pancia a sinistra), per Zelensky è un bastione fondamentale della sua strategia difensiva in un’Europa che traballa nei suoi punti forti. La Germania per l’assalto dei neonazisti di Afd sponsorizzati da Elon Musk alla vigilia di elezioni politiche che segneranno la marginalizzazione di un imbarazzante Olaf Scholz, il quale per timore di essere ancora più impopolare ha negato un ultimo pacchetto di finanziamenti alla Resistenza ucraina; e la Francia sempre alle prese con il problema della debolezza dei suoi esecutivi e dello stesso presidente Emmanuel Macron, assediato da putiniani di destra (Le Pen) e di sinistra (Mélenchon). 

Ma la domanda che si pone è questa: come mai Giorgia Meloni mantiene una posizione inequivocabile e coraggiosa, malgrado il clamoroso cambio politico americano? Cioè, la sua coerenza pro-Ucraina è in campo nonostante Trump o per assecondare Trump? Certo, anche se lo volesse, la presidente del Consiglio non potrebbe cambiare posizione da un giorno all’altro, anche perché la derelitta Europa continua a finanziare Kyjiv: la Commissione europea ha erogato ieri la prima tranche di tre miliardi di euro del suo prestito eccezionale di assistenza macrofinanziaria (Amf) a favore dell’Ucraina, che sarà rimborsato con i proventi delle attività finanziarie russe immobilizzate nell’Unione europea. 

Sempre ieri, Meloni ha incontrato Kaja Kallas, Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri, forte sostenitrice della Resistenza ucraina, un altro vertice andato bene. Dopodiché la verità è che ancora nulla di concreto si può dire su ciò che ha davvero in testa il prossimo presidente americano che, fedele al suo stile, ogni tanto ne sparacchia qualcuna – ieri ha alluso a un possibile incontro con Vladimir Putin – e dunque è presto anche per la stessa Meloni, politicamente vicina al duo Trump-Musk, capire come si deve muovere. Ecco perché nell’attesa che Mar-a-Lago impartisca le sue direttive, Roma –  prossima sua dépendance – resta in attesa, confermando le sue posizioni. Ma per Volodymyr Zelensky va bene così, per ora.

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