Alla conquista dell’America Muji ha aperto il primo food corner negli Stati Uniti

La scelta è caduta sullo store presente nel Chelsea Market, e all’interno del negozio un barista molto particolare sta già attirando tantissimi visitatori. Anche noi siamo andati a curiosare

Muji New York, Chelsea Market
Muji New York, Chelsea Market, foto di Stefano Vegliani

Oggi Muji ha più di mille negozi nel mondo. Ma il brand giapponese, che da qualche anno è arrivato anche in Italia – a Milano, Torino e Bologna – è nato solo nel 1980. Una diffusione capillare all’insegna del minimalismo “no brand” di accessori per la casa, abbigliamento, cartoleria, arredamento. Insomma un po’ di tutto.

Da qualche giorno (21 gennaio) a New York nel negozio all’interno del Chelsea Market c’è anche un food corner. Il primo negli Stati Uniti che vende i prodotti alimentari marchiati Muji. Ma, soprattutto, dà la possibilità di sedersi e apprezzare alcuni capisaldi tra gli snack made in Japan. Una piccola scelta di alimentari c’è in realtà anche nel negozio milanese in corso Buenos Aires, selezione accurata, ma di prodotti italiani.

Il Chelsea Market, nel palazzo che ospitava il biscottificio Nabisco, è soprattutto una meta turistica con le sue decine di negozi. La parte alimentare è indubbiamente importante e di qualità: qui per esempio c’è il ristorante La Devozione che fa riferimento al Pastificio Di Martino, ma anche la famosa panetteria Sarabeth’s, l’imperdibile Fish Market oltre alla la popolare gelateria L’Albero dei Gelati, giusto per citare i più conosciuti. Ma sono numerosi gli stand dove fermarsi a pranzo per una sosta golosa all’insegna dei cibi di tutto il mondo.

Anche da Muji dunque ci si può accomodare a un bancone per un pranzo veloce. La lavagna appesa, il giorno in cui ci siamo stati, proponeva onigiri, dorayaki pancakes con mascarpone di fagioli rossi, tamago egg sandwich, rice curry cup, miso soup, ma il menu non finisce qui, ci sono anche muffin, pudding e panna cotta. Prezzi tra cinque dollari e settantacinque e otto dollari e cinquanta.

Nascosta tra la zona alle spalle dell’abbigliamento e dei casalinghi, se si entra direttamente dalla 9th avenue, ma proprio davanti all’ingresso dal corridoio del Market, è esposta tutta la parte alimentare da asporto. «Si tratta soprattutto di prodotti pronti con poco sforzo, spesso basta aggiungere solo acqua bollente – spiega a Linkiesta Gastronomika la commessa – in modo che sia semplice assaggiare i nostri prodotti»: instant noodles, zuppe liofilizzate, condimenti assortiti, salse e succhi. Un angolo è tutto riservato alla pasta realizzata con farina di piselli gialli in tanti formati.

Ma c’è un’attrazione speciale da cui è impossibile distogliere lo sguardo: molta gente entra solo per ammirare il robot che prepara il caffè, fotografarlo o filmarlo per pubblicarlo sui social. Chiuso dentro una teca, un braccio meccanico si muove per raccogliere la polvere dal macinino, preparare un espresso o un drip coffe (caffe filtro), ma anche cappuccino, macchiato o cortado. Prezzi per New York popolari, tre dollari per un espresso, quattro e settantacinque per un macchiato. Si ordina e si paga dal tablet, sicuramente non c’è la mancia da aggiungere. Tempo di realizzazione di un espresso dal momento dell’ordine: oltre due minuti, più del tempo impiegato da un essere umano, ma vale lo spettacolo.

Naturalmente è presto per capire se questo food corner avrà successo. Lo spazio è quello giusto, tra i nove negozi Muji (otto a Manhattan e uno a Brooklyn) indubbiamente il più indicato. Chissà se ne apriranno altri qui in città o in altre località americane.

Nel mondo il più famoso è quello di Ginza a Tokyo, al settimo piano del più grande Muji del mondo, dove si trovano anche prodotti freschi, un po’ come fosse una Eataly giapponese. Poi altri food corner sono in Gran Bretagna, a Sydney e a Hong Kong. Ora si va alla conquista dell’America.

Tutte le fotografie sono di Stefano Vegliani

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